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Matteo Bassetti: “Ricevo avances soprattutto dagli uomini. Gli altri virologi? L’unico sopravvissuto sono io”

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Matteo Bassetti: “Ricevo avances soprattutto dagli uomini”

In occasione dell’uscita del suo libro Essere Medico, Matteo Bassetti, direttore della Clinica universitaria di malattie infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova, si è raccontato al Corriere della Sera.

Il medico parla di come negli anni sia cambiato il suo approccio in corsia: “In passato obiettivamente avevo avuto alcuni problemi nel rapporto con i pazienti e i loro parenti. Muore un anziano, arrivano i familiari. Con loro mi rivolgo utilizzando espressioni molto forbite, da medico. Poi dico: ‘Il cadavere è di là’. Percepii negli occhi di quelle persone un gelo totale”.

Oggi le cose sono cambiate soprattutto dopo la morte della madre: “Si ammalò nel 2018: tumore al pancreas. Si aggravò nel pieno della seconda ondata della pandemia. Vederla sola, senza potere avere, negli ultimi momenti della sua vita, la vicinanza della famiglia, fu terrificante. Mi chiedeva continuamente: Quanto vivrò?”.

Il padre, Dante, è stato uno stimato primario a Malattie infettive a Genova: “Al suo funerale ci mancava poco che mi dicessero di seguirlo nella tomba. Lui mi ha dato i geni però la carriera me la sono fatta da solo. Oggi, nel mio campo, ho il curriculum più forte in Italia, con un H-Index di 115 che, se consente, è veramente eccessivo. Il più alto degli infettivologi è 10-15 punti sotto”.

Motivo per cui ha frenato il figlio che voleva iscriversi a Medicina: “Lui voleva iscriversi a Medicina, ma gli ho detto: tuo nonno è stato un grandissimo di questo mestiere, tuo padre anche. Tu vivresti di confronti. Si è iscritto ad Architettura”.

Divenuto popolare durante la pandemia di Covid, Bassetti dichiara a proposito dei suoi colleghi: “L’unico sopravvissuto sono io. La Viola è una donna piacente che però di malattie infettive non ha background. Palù è un fenomeno in laboratorio, ma non ha mai visto un malato. Pregliasco è un professore di Igiene. Io alla sera quando andavo in tv, riferivo quello che avevo visto in reparto”.

Una popolarità che si è estesa anche sui social: “Ricevo tantissime soprattutto dal mondo maschile. I social sono un mondo. Con mia moglie ci vogliamo molto bene. E resto un eterosessuale convinto”.

L’esperto, infine, rivela un aneddoto: “Mi operano, mi sveglio. Morale: ero nudo. In pratica nacque la leggenda delle mie mutande. Dicevano: se le saranno prese un’infermiera o qualche dottoressa”.

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