Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 13:59
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Ambiente

L’orsa del Trentino per ora è salva, accolto dal Tar il ricorso degli animalisti

Immagine di copertina

L’orsa del Trentino per ora è salva, accolto dal Tar il ricorso degli animalisti

Dopo settimane di battaglie per salvare l’orsa del Trentino dall’abbattimento, gli animalisti possono esultare per una prima ma importante conquista. Il Tar di Trento infatti ha accolto, parzialmente, il ricorso presentato dalle associazioni (Lav, Wwf, Lac, Lipu e Lndc) contro l’ordinanza di abbattimento dell’orsa JJ4, firmata dal presidente della Provincia autonoma, Maurizio Fugatti.

Il tutto, lo ricordiamo, era partito dopo che l’animale aveva aggredito due persone, padre e figlio, sul monte Peller, in Trentino. Sospesa, quindi, fino al 30 luglio l’ordinanza firmata da Fugatti. Ma non finisce qui: il Ministero dell’Ambiente, infatti, sta lavorando per ottenere l’annullamento del provvedimento. Il Tar, con la decisione di oggi, ritiene che prima dell’abbattimento – comunque previsto dal protocollo Pacobace in caso di pericolosità – la Provincia di Trento debba tentare misure come la cattura e la reclusione dell’animale, oltre che procedere ad applicare all’orsa il radiocollare.

Possono festeggiare le associazioni animaliste: “JJ4-Gaia, almeno per ora, è salva, ma ci saranno presto altre udienze – ha fatto sapere la Lega anti vivisezione attraverso i suoi canali social – faremo tutto il possibile insieme ai nostri avvocati perché lo possa essere per sempre”. “Un grandissimo risultato – commentano le associazioni ambientaliste in una nota congiunta – che ora obbliga il Presidente Fugatti a disattivare le gabbie di cattura e richiudere i fucili del Corpo Forestale nei loro armadi: nessuno potrà torcere un pelo all’orsa”.

Fugatti ha commentato così la sospensione dell’ordinanza da lui firmata: “Il ministro ci dica dove dobbiamo portare gli orsi pericolosi. Ci assumiamo anche le spese del trasporto ma il ministro ci dica dove portarlo. Noi lavoriamo per la cattura. Il tema è che i casi di pericolosità sono sempre maggiori, quindi mi aspetto che il ministero che indichi dove portare i soggetti pericolosi. I numeri che abbiamo sono superiori rispetto a quelli che possiamo gestire. È un bene che il ministro intervenga ma noi non vogliamo attendere il prossimo trentino aggredito da un orso”.

La decisione del Tar è arrivata dopo che il presidente della Provincia autonoma di Trento ha respinto l’invito del ministro Costa a ritirare quella parte dell’ordinanza che chiedeva l’abbattimento dell’orsa. “Ammazzare un’orsa solo per aver reagito non solo non mi vede favorevole ma la reputo un’ingiustizia”, ha detto Costa. “Nei giorni scorsi – ha aggiunto il ministro – ho scritto anche una lettera al presidente della Provincia autonoma in cui l’ho invitato a ritirare l’ordinanza, dopo la sua risposta, negativa, sono stato costretto a formalizzate il ricorso. Sono a conoscenza che anche associazioni ambientaliste hanno presentato azioni legali – ha detto prima del pronunciamento del tribunale amministrativo – non posso che ringraziarli. Solo insieme possiamo vincere questa battaglia a favore della vita. Gli strumenti che ho a disposizione per salvare Gaia non sono molti purtroppo, ma vi assicuro che tutto quello che posso fare per non farla uccidere lo farò”.

Leggi anche: Salviamo l’orsa condannata all’abbattimento in Trentino: salveremo anche noi stessi

Ti potrebbe interessare
Ambiente / Settore agroalimentare: l’importanza di esternalizzare la logistica
Ambiente / La crisi delle falde: stiamo finendo l’acqua, anche sottoterra
Ambiente / Mar Rosso: un attacco degli Houthi provoca una chiazza di petrolio da oltre 200 chilometri
Ti potrebbe interessare
Ambiente / Settore agroalimentare: l’importanza di esternalizzare la logistica
Ambiente / La crisi delle falde: stiamo finendo l’acqua, anche sottoterra
Ambiente / Mar Rosso: un attacco degli Houthi provoca una chiazza di petrolio da oltre 200 chilometri
Ambiente / Il solare riaccende Trino
Ambiente / Il ruolo dei carburanti alternativi nella nautica: la conferenza allo Yacht Club de Monaco
Ambiente / Nasce il network italiano delle imprese nature positive
Ambiente / L’indice Sea Index per calcolare l’impatto ambientale dei superyacht adottato in 15 porti della Costa Azzurra
Ambiente / Giornata Mondiale dell’Ambiente: si firma a Roma un cruciale Accordo pre-elettorale europeo su clima e biodiversità
Ambiente / Realizzare nuovi impianti di pompaggio: i benefici per l’ambiente e per l’economia
Ambiente / Lancia Ypsilon 2024: la nuova elettrica italiana sta arrivando