Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 04:00
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Ambiente

La Camera ha approvato la legge Salva Mare: sarà più facile smaltire i rifiuti trovati in acqua

Immagine di copertina

La Camera ha approvato la legge Salva Mare

La Camera ha approvato la legge “Salva Mare” con 242 voti a favore e 139 astenuti (Lega, Fi e Fdi). La legge vuole favorire la raccolta dei rifiuti e in particolari della plastica in mare e nelle acque interne (fiumi, laghi ecc), assimilandoli ai rifiuti urbani e prevedendo il riciclaggio delle plastiche raccolte.

Cosa dice la legge Salva Mare

La legge stabilisce che i rifiuti accidentalmente pescati (RAP) in mare o nelle acque interne, siano assimilati ai rifiuti prodotti dalle navi e, una volta che l’imbarcazione giunge in un porto, possano essere conferiti gratuitamente negli appositi centri di raccolta di rifiuti.

Viene inoltre prevista la categoria dei Rifiuti volontariamente raccolti (RVR) attraverso campagne per la pulizia di spiagge, mare e acque interne. Anche essi vengono assimilati ai normali rifiuti urbani.

Nel corso dell’esame in Aula è stato accolto un emendamento in base al quale tutto il materiale di origine vegetale trascinato dai fiumi o spiaggiato dalle mareggiate possa cessare di essere un rifiuto per poter essere riutilizzato o usato come biomassa per produrre energia. Per coprire i costi della gestione dei rifiuti così raccolti, la legge stabilisce che essi gravino su tutta la comunità nazionale e non solo sui Comuni ove vengono raccolti.

In tal senso l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera), definirà una componente della tassa sui rifiuti che nelle bollette verrà indicata separatamente dal resto della tariffa.

I rifiuti in plastica: percentuali preoccupanti

La plastica costituisce il 99 per cento dei rifiuti che si trovano nel mar Mediterraneo. I rifiuti più comuni, circa il 72 per cento, sono classificati come pezzi di plastica non identificabili, seguiti da teli e fogli in plastica che costituiscono, invece, il 7,4 per cento della spazzatura che si trova nelle nostre acque.

Al terzo posto ci sono le buste di plastica (circa il 6,5 per cento dei rifiuti complessivi), mentre una percentuale di rifiuti intorno al 5,95 è costituita dalle cassette in polistirolo. Le bottiglie di plastica rappresentano il 2,1 per cento dell’immondizia, e la stessa quota percentuale è attribuibile anche a reti e fili di plastica. Un 1,5 per cento di rifiuti comprende invece gli agglomerati di materiale plastico ed organico, mentre un ultimo 0,9 per cento è costituito da tappi e coperchi di plastica (0,9 per cento).

Leggi anche:
La plastica costituisce il 99 per cento dei rifiuti del Mediterraneo
10 centesimi per ogni bottiglia di plastica riciclata: fare la raccolta differenziata da oggi conviene di più
Ti potrebbe interessare
Ambiente / Clima senza pace: Ricchi VS Poveri
Ambiente / Chicco Testa a TPI: “Contro i gas serra la soluzione è tornare al nucleare”
Ambiente / E le scorie che fine fanno?
Ti potrebbe interessare
Ambiente / Clima senza pace: Ricchi VS Poveri
Ambiente / Chicco Testa a TPI: “Contro i gas serra la soluzione è tornare al nucleare”
Ambiente / E le scorie che fine fanno?
Ambiente / Quei reattori Made in Italy
Ambiente / Il prof. Di Castelnuovo a TPI: “Il nucleare? Costi enormi e i tempi sono troppo lunghi: ecco perché dico no”
Ambiente / Il nuovo nucleare? “Si creeranno 117mila posti di lavoro in Italia”
Ambiente / La mappa dei mini-reattori
Ambiente / Cos’è il nuovo nucleare e perché se ne parla
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Ambiente / Dalla Foresta Amazzonica alla Barriera Corallina: così interi ecosistemi si stanno avvicinando a pericolosi punti di non ritorno