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Home » Esteri

L’attentatore di Toronto è un “incel”: ecco chi sono gli uomini frustrati che odiano le donne

Immagine di copertina
La foto di una delle vittime dell'attentato di Toronto

Incel significa "involontariamente celibi" e indica gruppi di uomini che condividono su forum online i loro problemi sociali e sessuali. Tra di loro vi sono alcune persone con idee violente, come l'attentatore di Toronto

Chi sono gli incel, gli uomini che odiano le donne | Come è nata la prima community di incel | Gli incel in Italia | Incel attentato di Toronto

Alek Minassian è l’uomo che il 23 aprile 2018 ha ucciso 10 persone a Toronto, investendo la folla con un furgone in una strada affollata della città canadese.

Minassian è stato accusato di terrorismo e lui stesso ha confermato l’ipotesi pubblicando un post su Facebook alcuni giorni prima.

Nel messaggio, scriveva di aver deciso di prendere parte a una rivoluzione molto particolare.

“La Ribellione degli incel è già iniziata: distruggeremo tutti i Chads e le Stacys! Tutti saluteranno il Supremo Signore Elliot Rodger”, sono le parole pubblicate da Alek Minassian sul suo profilo social.

Chi sono gli incel?

Si tratta di un movimento online che raccoglie uomini uniti dalla loro incapacità di convincere le donne a fare sesso con loro.

Incel, infatti, sta per “Involontariamente celibi” (Involuntary celibate).

Gli appartenenti a questo gruppo condividono sui forum online i loro problemi, le loro ansie sociali e cercano di aiutarsi a vicenda.

Il movimento però non è monolitico. Al suo interno, infatti, è possibile individuare una frangia più estrema che ha trovato una spiegazione sociopolitica al proprio fallimento in ambito sessuale.

Le donne, secondo questo particolare gruppo, sarebbero superficiali, viziose e attratte solo dagli uomini muscolosi e la colpa sarebbe della società in generale.

Una piccola frangia degli incel crede quindi che la violenza, soprattutto contro le donne, sia una risposta appropriata e che prima o poi porteranno avanti quella che loro chiamano “Ribellione degli incel” o “Beta rivoluzione”.

L’obiettivo è ribaltare lo status quo sessuale imposto dalla società attuale.

Minassian non è il primo di questo gruppo più estremista di incel a trasformare in realtà certe idee violente.

Nel 2014, Elliot Rodger aveva ucciso 6 donne e feritene altre 14 in una sparatoria a Santa Barbara, in California.

L’uomo aveva inviato un lungo e inquietante messaggio ai suoi conoscenti in cui spiegava le motivazioni alla base delle sue azioni.

Il documento, diffuso largamente online, spiegava che l’attacco era una ritorsione contro le donne in generale che si rifiutano di fornirgli quel sesso che gli spetta di diritto.

Elliot Rodger è diventato un eroe per molti incel più radicali, e lo stesso attentatore di Toronto lo ha menzionato in un post su Facebook come il “Gentiluomo supremo”.

Solo una piccola percentuale degli incel, come già detto, è intenzionato a far ricorso alla violenza o al terrorismo, ma i gruppi di questo tipo sono comunque una nuova fonte di pericolo.

I casi di Elliot Rodger e di Alek Minassian sono infatti la dimostrazione del potere che le community online hanno nel radicalizzare uomini frustrati, sfruttando i loro problemi più personali e dolorosi.

Chad e Stacy: la teoria sociopolitica degli incel

Tutti gli incel condividono la stessa frustrazione sessuale, l’ansia sociale e in certi casi una profonda depressione, ma la maggior parte di loro non hanno intenzioni violente contro le donne.

Altri, invece, hanno una visione più sinistra del mondo e sono spinti verso la radicalizzazione.

Questi ultimi fanno spesso riferimento a quelli che loro chiamano i Chads, ossia uomini attraenti e che hanno successo a livello sessuale.

Le Stacy, invece, sono le donne promiscue e sensuali che hanno rapporti solo con i Chads.

Questi uomini “di successo” sono l’ideale mascolino a cui gli incel aspirano, ma a cui non possono arrivare per ragioni genetiche, mentre le Stacy sono le donne con cui vorrebbero andare a letto.

Nei gruppi online, gli incel più radicali fomentano vicendevolmente la loro frustrazione e credono che le donne debbano andare a letto con loro, ma che non lo facciano in quanto superficiali.

Questo risentimento si manifesta in un odio profondo per le donne intese come gruppo e contro la società in generale, in cui questi uomini si sentono oppressi da un punto di vista sessuale.

La rivoluzione sessuale  da loro propugnata ha origine dall’odio verso il genere femminile.

Secondo questo particolare gruppo di incel,  la libertà delle donne di scegliere con chi aver dei rapporti sessuali, invece che essere subordinate al genere maschile, sarebbe la causa dei loro problemi.

Gli “involontariamente celibi” si vedono come una classe oppressa da un sistema sociale che favorisce altri tipi di uomini, più dotati.

Questa è la spiegazione sociopolitica data dagli incel più radicali per giustificare la loro condizione.

Il corollario di questa dottrina è che se il problema è che la società è ingiusta, allora c’è bisogno di una rivoluzione per cambiare le cose.

Da qui l’idea della “beta rivoluzione” o della “Ribellione degli incel”. Si tratta di idee diffuse da alcuni uomini su diversi forum online in cui si festeggiano gli atti di violenza e in cui gli utenti si supportano a vicenda, giustificando le aggressioni contro le donne.

“Non do la colpa ad Alek Minassian per quello che ha fatto”, scrive un utente su incels.me. “Do la colpa alla società che tratta gli uomini di status inferiore come se fossero immondizia”.

I Chad infatti sono visti come la “borghesia”, mentre gli incel apparterrebbero al “proletariato”, secondo una visione marxista della società.

Lo stesso attentatore di Toronto non stava cercando vendetta contro una specifica donna, bensì contro la società nel suo complesso.

Il suo atto è stato classificato come terrorismo, ma è diverso da quello a cui siamo abituati.

Gli incel più radicali non hanno obiettivi  politici, i loro fini sono vaghi, non hanno un’ideologia ben definita.

Come è nata la prima community di incel

Il nome è stato ideato 20 anni fa da una donna che aveva creato una comunità online per persone che non riuscivano a trovare un partner.

Il gruppo si chiamava “involontariamente celibi” ed era un sito web in cui Alana, che vuole restare anonima, pubblicava teorie e articoli che condivideva tramite una mailing list.

“C’erano molte persone sole e che non sapevano come fare per avere un appuntamento. Erano incapaci di relazionarsi con gli altri e avevo molta compassione per loro perché mi ero trovata nella stessa situazione”, spiega la donna.

Negli anni il sito era cresciuto e Alana lo aveva ceduto a una persona che non conosceva. Per anni non aveva più sentito la parola incel, che lei stessa aveva coniato.

Gli incel in Italia

Gli incel esistono anche nel nostro paese, secondo quanto scrive Selvaggia Lucarelli.

“Sono i membri di alcuni gruppi in cui l’odio nei confronti delle donne è il tema centrale.

Come gli incel, hanno un loro slang misogino: ‘Le duemila’ per esempio sono le ‘puttane’ molto giovani, i ‘beta’ sono i maschi sfigati, i loro idoli sono i Sollecito (che infatti di alcuni gruppi misogini era membro apprezzato), i Misseri, i Bossetti, tutti coinvolti (a diverso titolo) nell’omicidio di giovani ragazze”.

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