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Home » Esteri

La Turchia vuole reintrodurre la castrazione chimica per i pedofili

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"I tribunali decideranno sull'implementazione e sulla durata della castrazione chimica per sopprimere o ridurre il desiderio sessuale”, ha detto il ministro della Giustizia del governo di Ankara

In Turchia, il ministero della Giustizia sta pensando di reintrodurre la castrazione chimica per chi commette abusi su minori.

S&D

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A confermare la notizia è stato il ministro Abdulhamit Gul: “I tribunali decideranno sull’implementazione e sulla durata della castrazione chimica per sopprimere o ridurre il desiderio sessuale”, ha detto martedì 20 febbraio.

“Metteremo di nuovo in atto questa misura in pochi giorni. Tutte le opzioni, tutte i provvedimenti che devono essere presi per risolvere il problema saranno messi sul tavolo”, ha continuato Gul.

Un tentativo per introdurre la castrazione chimica per i colpevoli di reati di pedofilia c’era già stato nel 2016, quando il governo approvò una legge che fu però bocciata dal Consiglio di Stato per “vaghezza nella definizione del reato e delle sanzioni”.

Ad accelerare l’iter di questo controverso provvedimento è stato il caso di un bambino di 4 anni, stuprato pochi giorni fa da un ventenne durante un matrimonio che si stava celebrando nella provincia meridionale di Adana.

Per questo reato, il pubblico ministero che si occupa del caso ha chiesto una condanna dell’uomo a 66 anni di reclusione.

Lunedì 19 febbraio Bekir Bogdaz, portavoce del governo, aveva annunciato la costituzione di un comitato di sei membri, con il compito di valutare l’inasprimento delle sanzioni per chi commette violenze sui minori.

Tra i componenti del comitato figura anche il ministro della Giustizia Gul.

Martedì 20 febbraio, in un discorso pubblico, il presidente turco Erdogan ha dichiarato che i casi di pedofilia, se non verranno contrastati con le misure opportune, rischiano di portare al “collasso della società”.

Il ministero della Giustizia turco ha diffuso dei dati secondo i quali gli abusi sessuali sui minori sarebbero aumentati in maniera consistente negli ultimi dieci anni. Da circa 3mila casi nel 2006, infatti, si è passati a oltre 20mila abusi nel 2016.

La Turkish Human Rights Association (IHD) sostiene che il 60 per cento delle persone che si sono rese responsabili di questi reati è stato condannato dalla giustizia turca.

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