Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 04:09
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Un ricercatore iraniano dell’università di Novara è stato condannato a morte a Teheran

Immagine di copertina

Ahmadreza Djalali, in carcere a Teheran dal 25 aprile 2016, è stato condannato alla pena capitale per spionaggio

Ahmadreza Djalali, ricercatore iraniano di 45 anni, esperto di Medicina dei disastri e assistenza umanitaria presso l’Università del Piemonte Orientale di Novara – e in carcere in Iran dal 25 aprile 2016 – è stato condannato a morte.

La notizia è stata diramata dalla moglie di Djalali e, in seguito, è stata confermata dalla Farnesina. Il ministro degli Esteri, Angelino Alfano ha ribadito che l’Italia continuerà “a sensibilizzare gli iraniani su questo caso fino all’ultimo” come ha già fatto “a livello diplomatico con il nostro ambasciatore e a livello politico come Farnesina”.

Djalali è stato arrestato in Iran il 25 aprile 2016, dove si trovava per prendere parte a dei seminari sulla Medicina dei disastri. Detenuto nella prigione di Evin, nella capitale Teheran, è stato condannato a morte con l’accusa di spionaggio. In due precedenti occasioni si era recato in Iran senza conseguenze.

Ad avergli creato problemi potrebbe essere stato il fatto di aver firmato articoli specialistici con ricercatori sauditi o di avere insegnato con professori israeliani nello stesso master e aver partecipato, ancora con un esperto israeliano, a un progetto dell’Unione europea sulla gestione di emergenze radiologiche, chimiche e nucleari.

In carcere ha condotto tre scioperi della fame, e uno delle sete, per affermare la propria innocenza. Le sue condizioni di salute sembrano esser peggiorate velocemente.

Il processo si è svolto in modo molto lento e i giudici, dopo avere ricusato i difensori di Djalali, hanno impiegato solo due udienze per giungere al verdetto.

Tra gli strenui difensori del ricercatore, oltre ai suoi colleghi dell’università del Piemonte orientale di Novara e la Conferenza dei rettori universitari italiani (Crui) anche Amnesty International che ha lanciato una campagna per la sua liberazione.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Reportage TPI – Il prezzo del sangue: così i tagli di Trump mettono a rischio la lotta all’HIV in Uganda
Esteri / Make Antitrust Great Again? Tutte le crepe nel movimento trumpiano tra lobbisti e falchi dei monopoli
Esteri / L’età della grande paralisi globale: ecco perché nessuno può sfidare il duopolio di Usa e Cina
Ti potrebbe interessare
Esteri / Reportage TPI – Il prezzo del sangue: così i tagli di Trump mettono a rischio la lotta all’HIV in Uganda
Esteri / Make Antitrust Great Again? Tutte le crepe nel movimento trumpiano tra lobbisti e falchi dei monopoli
Esteri / L’età della grande paralisi globale: ecco perché nessuno può sfidare il duopolio di Usa e Cina
Esteri / Oms: “Oltre 1.000 persone sono morte a Gaza in attesa di un’evacuazione medica dal luglio 2024”
Esteri / L’indiscrezione: “Grecia, Israele e Cipro valutano una forza militare congiunta nel Mediterraneo”
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Esteri / Piogge torrenziali, raid aerei e aiuti in ritardo: la tregua con Israele regge ma a Gaza si continua a morire
Esteri / Il discorso di Trump agli Usa: “Ho ereditato un disastro ma ora l’America è tornata”
Esteri / Iran, condannato a morte per “corruzione sulla Terra”: ora il pugile Mohammad Javad Vafaei Sani rischia l’esecuzione
Esteri / Putin minaccia: “La Russia raggiungerà tutti gli obiettivi in Ucraina. Con la diplomazia o con la forza”