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Home » Esteri

Per salvare il pianeta non serve essere vegetariani, basta smettere di mangiare pollo

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“Smetti di mangiare pollo, non importa cosa mangi al suo posto” è lo slogan di One Step for Animals che porta avanti una battaglia animalista a piccoli passi

E se l’ideologia vegana estremista stesse in realtà danneggiando le campagne per la salvaguardia degli animali? In questo video di Vox l’attivista vegano Matt Ball propone un nuovo approccio alla questione animalista.

S&D

Nonostante le campagne a favore di un’alimentazione etica e in difesa degli animali, non solo il consumo di carne negli Stati Uniti è aumentato negli ultimi 40 anni di quasi il 20 per cento, ma i dati di una ricerca di Faunalytics, organizzazione no profit americana che raccoglie e analizza dati per il movimento animalista, l’84 per cento dei vegetariani torna a mangiare carne.

Secondo Ball, queste persone abbandonano la propria dieta perché non riescono a sopportare la pressione sociale di dover mangiare solo alimenti di origine non animale. Lo studio di Faunalytics sostiene che il 63 per cento di chi non è più vegetariano non amava essere considerato diverso a causa della propria dieta.

È per questo che all’inizio del 2014, Matt Ball insieme ad altri attivisti ha fondato una nuova organizzazione chiamata One Step for Animals. Il suo obiettivo non è far cambiare stile di vita o dieta alle persone ma convincerne il maggior numero possibile a smettere di mangiare pollo. Secondo lui la battaglia animalista va combattuta spingendo le persone a fare piccoli passi alla volta.

Secondo One Step for Animals, gli animali da fattoria sono quelli che subiscono più abusi. Secondo Ball, sono necessari duecento polli per consumare l’equivalente del nutrimento di una sola mucca. Sul sito dell’organizzazione si può leggere che “un essere umano medio mangia più polli in sei mesi di quanti manzi mangerà nell’intero corso della sua vita”. Il suo obiettivo infatti è cambiare gli argomenti della campagna animalista facendo un primo passo allo scopo di ridurre il numero degli animali macellati a scopo alimentare.

Ma sarà davvero possibile convincere le persone a fare questo piccolo passo? Una recente ricerca apparsa a marzo sulla rivista ufficiale della Federazione Europea di Scienza e Tecnologia alimentare sostiene che in realtà “la volontà di cambiare la propria dieta in relazione alla riduzione o alla sostituzione della carne è sorprendentemente bassa”. È per questo che One Step for Animals usa nuovi e più semplici argomenti in favore degli animali.

“Smetti di mangiare pollo, non importa cosa mangi al suo posto” è lo slogan. Questi attivisti non ignorano affatto il problema dell’impatto ambientale del consumo di carne ma propongono un primo, concreto ma differente passo verso un mondo senza macellazione e abusi sugli animali.

Eppure per decenni la questione ambientale e quella di un approccio etico all’alimentazione sono sempre andate di pari passo. Sul sito della PETA, storica organizzazione no-profit a sostegno dei diritti degli animali, è possibile ancora leggere: “Quando la terra è usata per l’allevamento invece che per l’agricoltura, vengono consumati suolo e acqua preziosi”.

È lo stesso studio di Faunalytics a dimostrare che il 59 per cento dei vegetariani intervistati ha indicato la preoccupazione per l’ambiente come uno dei maggiori motivi che li ha spinti a interrompere la loro dieta a base di carne. Questo nuovo approccio e l’uso di argomenti diversi da quelli tradizionali potrebbe condurre ad un allontanamento del movimento per i diritti degli animali da quello per la salvaguardia dell’ambiente?

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