Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 19:58
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Il servizio taxi per sole donne in Egitto

Immagine di copertina

Si chiama Pink Taxi l'ultima arma egiziana contro la violenza sulle donne

Il 99,3 per cento delle donne che vive in Egitto ha subìto almeno una volta molestie sessuali. Solo nel mese di settembre del 2015, sono stati 447 i casi di aggressione nel centro del Cairo, la capitale egiziana, in occasione della festa islamica Eid al-Adha. 

S&D

Anche per questo, una donna non sempre riesce a svolgere il proprio lavoro liberamente. Nel 2015 Reem Fawzi ha deciso di trovare una soluzione per aiutare le donne egiziane a viaggiare per le strade del Cairo, senza rischiare di essere aggredite

“Basta digitare su Google il termine tassista per vedere tra i suggerimenti di ricerca ‘tassista uccide’, ‘tassista violenta’, ‘tassista ruba’”, sostiene la donna.

Così Reem Fawzi ha deciso di lanciare anche in Egitto Pink Taxiun servizio già attivo in diversi Paesi tra cui Stati Uniti, Turchia e Francia, che offre la possibilità alle donne di poter lavorare senza correre il rischio di essere assalite dai propri clienti.

I Pink Taxi vengono guidati da sole donne e, per accedere al servizio, i clienti devono prima inviare una foto del proprio documento di identità al fine di garantire la sicurezza delle autiste. Le autovetture sono fornite di una telecamera interna e di un microfono per registrare ogni corsa, ma anche di un pulsante di emergenza per fermare la macchina in caso di necessità. 

Maram Hany, una giovane studentessa che lavora per Pink Taxi da tre mesi, ha raccontato che le donne che guidano i taxi sono più esposte delle altre al rischio di molestie. “Ma siamo preparate ad affrontare questo tipo di situazioni”, ha affermato.

Dopo lunghi anni di segregazione anche all’interno delle scuole pubbliche, le donne egiziane sono diventate, negli ultimi tempi, le protagoniste di un processo di emancipazione, che ha visto fiorire diverse attività a conduzione femminile: bar, palestre, piscine e persino spiagge. 

Nonostante l’immediato successo, il servizio ha ricevuto anche diverse critiche da parte di attivisti per i diritti delle donne, che accusano l’iniziativa di sminuire le sue clienti per aver scelto di utilizzare veicoli di colore rosa e dal design femminile.

Dalia Abdel-Hameed, la responsabile del programma relativo alle questioni di identità di genere dell’organizzazione Egyptian Initiative for Personal Rights, ha sottolineato come l’idea di un servizio taxi solo al femminile costituisca un’ulteriore forma di discriminazione all’interno del Paese. 

“Ma noi la vediamo come una sfida… Le donne oggi pilotano aerei, perché non dovrebbero guidare un taxi?” ha commentato, invece, Mervat al-Badry, autista di Pink taxi.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Peggiorano le condizioni di Re Carlo: “Sta molto male, ci si prepara al peggio”
Esteri / Meloni annuncia: "Papa Francesco parteciperà al G7 | VIDEO
Esteri / Houthi: i ribelli del Mar Rosso che combattono Israele
Ti potrebbe interessare
Esteri / Peggiorano le condizioni di Re Carlo: “Sta molto male, ci si prepara al peggio”
Esteri / Meloni annuncia: "Papa Francesco parteciperà al G7 | VIDEO
Esteri / Houthi: i ribelli del Mar Rosso che combattono Israele
Esteri / Accordi di Abramo: anatomia di un fallimento geopolitico
Esteri / L’Iran è un Paese spaccato a metà
Esteri / Le elezioni Usa saranno un bivio tra guerra e pace
Esteri / La nuova mappa delle alleanze in Medio Oriente
Esteri / Tra Netanyahu e Biden ne resterà soltanto uno: ecco perché “Bibi” disobbedisce a Joe
Esteri / Perché nessuno ha fermato Netanyahu?
Esteri / Il doppio standard è un male anche per Israele