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Blocco condivisione password di Netflix: ecco come funzionerà

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Blocco condivisione password di Netflix: ecco come funzionerà

Netflix ha deciso di aggiornare in Italia le proprie pagine di assistenza riguardanti le nuove informazioni sulla condivisione degli account. Il motivo? Sicuramente fare una maggiore chiarezza su quelle che solo le regole riguardanti la condivisione degli account e dunque delle famose password e poi ancora preparare in qualche modo il terreno per il futuro visto che sappiamo già, Netflix lo ha confermato ufficialmente, non sarà più possibile condividere se non a pagamento le password.

S&D
Cosa cambia

Un freno alla condivisione del proprio account e la volontà di rilanciare la crescita del proprio numero di abbonati. L’idea di Netflix è proprio questa e le modifiche da oggi presenti sulla pagina di assistenza del colosso dello streaming non fanno altro che andare in queste due direzioni. In questo caso è un anticipo di quello che vedremo entro i prossimi mesi dell’anno quando l’azienda si adopererà a ”bloccare” tutti coloro che condivideranno la propria password con altri utenti ”non della famiglia”.

Partiamo proprio da questo: sappiate infatti che Netflix non vieta assolutamente la condivisione dell’account ma lo permette solo ai membri del nucleo famigliare e per Netflix il nucleo famigliare è quello per cui i membri stanno tutti ”sotto lo stesso tetto”.

Il nucleo domestico

Come farà l’azienda a constatare che si è sotto lo stesso tetto? Chiunque fa parte del tuo nucleo domestico (persone che vivono con te nella posizione principale) può usare il tuo account Netflix.

E come farà Netflix a rilevare i dispositivi di una posizione principale? L’azienda dichiara nelle FAQ che in questo caso:

Utilizziamo informazioni quali indirizzi IP, ID dei dispositivi e attività dell’account per determinare se un dispositivo che ha effettuato l’accesso al tuo account è collegato alla tua posizione principale.

Questo significa che se si accederà con dispositivi che faranno traffico con indirizzi IP riconducibili a quelli della posizione principale, ossia del proprio domicilio, non ci saranno problemi. Non solo perché se questi device si collegheranno almeno una volta ogni 31 giorni non verranno mai bloccati.

Sotto lo stesso tetto

Tutti gli utenti che non vivono nello stesso nucleo domestico non hanno scampo. Netflix lo dice chiaramente:

Le persone che non fanno parte del tuo nucleo domestico dovranno usare un account proprio per guardare Netflix. Ai dispositivi che non fanno parte della posizione principale la visione di Netflix può essere bloccata.

Attenzione però perché in questo caso Netflix specifica una cosa ossia che l’azienda ”non ti addebiterà in automatico la quota se condividi l’account con chi non vive insieme a te.”

Questo significa che l’azienda potrebbe non bloccare di default l’account e magari passerà al setaccio i vari log in dei dispositivi per capire la storia di accesso. Non solo perché in questo caso si parla di ”codici di sblocco” che dovranno essere richiesti appunto per sbloccare i device che non hanno fatto accesso dalla posizione principale.

Come verificare un dispositivo per la visione di Netflix
  1. Verrà inviato un link all’indirizzo email o al numero di telefono associato al titolare dell’account principale.
  2. Il link porterà a una pagina di controllo in cui si dovrà inserire un codice di verifica a tempo di 4 cifre.
  3. Il codice va inserito dal dispositivo che si vuole autorizzare entro 15 minuti.
  4. A verifica completata il dispositivo può essere utilizzato per accedere al catalogo di Netflix.
  5. Netflix potrebbe richiedere di tanto in tanto la verifica del dispositivo.

Dunque rimane assolutamente ferma l’intenzione di Netflix di contrastare la pratica della condivisione delle password fra non conviventi, probabilmente partendo già dal mese di marzo.

Come tutto questo verrà fatto, non è però ancora chiaro nei dettagli: da quel che si capisce al momento, resta confermata la necessità di avere un luogo fisico nel mondo cui associare l’account, resta la necessità che i dispositivi siano ritenuti attendibili ed eventualmente verificati (anche più volte), ma pare più blanda l’attenzione sul loro eventuale blocco.

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