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Tour de France 2022: il vento latita, le cadute no

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L’olandese Fabio Jakobsen (Quick Step Alpha Vinyl) ha vinto la seconda tappa del 109° Tour de France che si è disputata in terra danese, lungo i 202 chilometri che portavano da Roskilde a Nyborg. Jakobsen, che poco meno di due anni fa aveva rischiato la vita per una rovinosa caduta al Giro di Polonia, ha colto il suo primo successo nella corsa francese bruciando sulla linea del traguardo il belga Wout Van Aert (Jumbo Visma) con il corridore locale, il campione del mondo 2019 Mads Pedersen (Trek Segafredo) che ha conquistato la terza moneta. Grazie al posto d’onore odierno, il secondo in due giorni, Van Aert ha conquistato la maglia gialla, scippandola per un solo secondo a Yves Lampaert (Quick Step Alpha Vinyl), vittorioso ieri nella frazione inaugurale. Il vincitore delle ultime due edizioni del Tour, lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha conservato il terzo posto in graduatoria a otto secondi da Van Aert.

La frazione odierna si è consumata nell’attesa del temutissimo transito sul Great Belt, un ponte di 18 chilometri, esposto ad un vento poi risultato assente, piazzato a 21.000 metri dal traguardo. Le fasi iniziali della corsa sono state caratterizzate dalla fuga di un quartetto formato dai francesi Cyril Barthe e Pierre Rolland (B&B Hotel KTM) dal norvegese Sven Erik Bystrom (Intermarchè Wanty Gobert) e dal danese Magnus Cort Nielsen (EF Education Easy Post). Quest’ultimo si aggiudicava i tre GPM di giornata, poco più che dei cavalcavia, guadagnando così il diritto a vestire domani la maglia a pois. Il gruppo non ha mai lasciato che la fuga superasse i tre minuti di vantaggio ponendovi fine a 30 chilometri dal traguardo quando Bystrom, l’ultimo ad arrendersi, è stato raggiunto.

Ha avuto inizio, a questo punto, una lunghissima volata per assicurarsi i posti in testa al plotone all’imbocco del ponte. Questa accelerazione era alla base di due cadute, entrambe causate da uomini della EF Education. La prima vedeva come protagonisti il capitano degli uomini in rosa, Rigoberto Uran, ed il nostro Alberto Dainese (Team DSM), che perdeva così la possibilità di prendere parte alla volata finale. La seconda, tre chilometri più avanti, causata dal portoghese Ruben Guerreiro, coinvolgeva una ventina di corridori tra cui anche la maglia gialla Yves Lampaert. Costui, grazie allo splendido lavoro del compagno di squadra Michael Morkov (Quick Step Alpha Vinyl) riusciva, tuttavia, a rientrare rapidamente in gruppo. Un terzo capitombolo, irrilevante per la classifica in quanto avvenuto dopo la neutralizzazione dei meno tre al traguardo, faceva da preludio alla volata conclusiva. La maglia gialla si sostituiva allo stremato Morkov nel preparare il terreno per Jakobsen. Questi era abilissimo nel battezzare la ruota di Van Aert saltandolo a cinquanta metri dallo striscione finale: due su due per il Wolfpack dato da molti per morto solo 48 ore fa.

Domani va in scena la terza ed ultima frazione danese. Si viaggerà per 182 chilometri da Velje a Sonderborg su un percorso che, come quello odierno, potrebbe essere esposto al vento. Dopodiché è molto improbabile che l’epilogo non sia una nuova volata di gruppo con gli abbuoni che potrebbero causare qualche piccolo aggiustamento alla classifica generale.

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