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Giro d’Italia 2024: un percorso dalla gestazione difficile

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Domani sera, nel corso del Festival dello Sport di Trento, verrà svelato il disegno 2024 del Giro d’Italia. Non scopro l’America affermando che la causa principale della difficoltà di RCS nel partorire questa edizione è stata legata alla presenza sulle strade italiane a fine giugno del Tour de France. Nel progetto giallo, infatti, sono coinvolte Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte, che tradizionalmente ospitano una discreta porzione della corsa rosa. Il fatto che, una tantum, i fondi che gli enti locali destinavano al Giro siano stati dirottati altrove ha reso difficile, in ottica commerciale, trovare sedi disponibili a reperire quanto necessario per allestire un arrivo o una partenza. Tanto per dare un’idea del peso storico conglomerato di queste tre regioni nell’economia del percorso, l’Emilia-Romagna è sempre stata presente, non ospitando tappe solo nel 1913 e 1927. Il Piemonte è stato escluso solo tre volte su 106, nelle edizioni 1971, 1981 e 2008. Diverso discorso va fatto per la Toscana, latitante in qualcuna delle ultime edizioni, compreso l’anno scorso.

Si partirà sabato 4 maggio da Torino, per essere precisi, dalla reggia di Venaria Reale, come nel 2011, per arrivare in Corso Moncalieri nel 75° anniversario della tragedia del Grande Torino. Questo significa che si passerà a Superga che, però, verrà affrontata dal versante meno duro. Anche la seconda frazione sarà celebrativa con l’arrivo al Santuario d’Oropa dove 25 anni fa Marco Pantani diede vita a una delle più grandi imprese della storia del ciclismo. A un inizio esplosivo seguiranno tappe più sedate. L’arrivo a Fossano, da Novara, sarà per velocisti. Non è chiaro ancora quanto impegnativo sarà il finale il giorno dopo della Acqui Terme – Andora che potrebbe riproporre le fasi conclusive del Trofeo Laigueglia. Da Genova a Lucca andrà in scena un’altra giornata per ruote veloci che precederà quattro tappe decisamente intriganti. Si tornerà nel senese, partendo da Torre del Lago Puccini per arrivare a Rapolano Terme per una sana porzione di strade bianche. Venerdì 10 maggio si correrà contro l’orologio lungo 40 chilomrtri da Foligno a Perugia per poi muovere, il giorno dopo da Spoleto verso Prati di Tivo con la corsa rosa che tornerà dopo 49 anni sulla vetta abruzzese. Domenica 12 maggio da Avezzano si punterà verso Napoli in una frazione che comprenderà anche il Vesuvio.

Dopo il primo riposo all’ombra del vulcano, martedì 14 maggio da Pompei si pedalerà verso il Sannio con arrivo a Cusano Mutri per poi raggiungere il giorno dopo l’Adriatico, viaggiando da Foiano Valfortore a Francavilla al Mare. La successiva Martin Sicuro – Fano potrebbe essere una frazione per velocisti, nel caso segua la costa, o presentare qualche trabocchetto, se la corsa deviasse nell’entroterra marchigiano. La vorticosa risalita verso nord proseguirà con la superpiatta Riccione – Cento. Sabato 18 maggio andrà in scena la seconda cronometro dell’edizione 2024. Dovrebbero essere 35 i chilometri da Castiglione delle Stiviere a Desenzano del Garda. La seconda settimana si chiuderà con la Manerba del Garda – Livigno, prima frazione pesante a livello altimetrico.

Il piccolo Tibet ospiterà il secondo riposo cui seguirà, nel solco della tradizione che vuole l’ultimo martedì di corsa sovente decisivo, una frazione pesante che attraverso lo Stelvio porterà i corridori in Alto Adige con arrivo sul Monte Pana in Valgardena. Il giorno dopo sarà dedicato al Trentino con il traguardo posto in cima al Passo Brocon. L’interlocutoria Fiera di Primiero – Padova annuncerà le ultime due frazioni dure. Venerdì 24 maggio, data non casuale, si pedalerà in Friuli Venezia Giulia da Mortegliano fino a Sappada, dove nasce il Piave. L’ultimo sabato, tanto per cambiare, sarà a tinte bellunesi dal Lago di Santa Croce a Bassano con doppia scalata del Monte Grappa. Poi tutti in treno fino alla Capitale per la gioiosa kermesse conclusiva all’ombra der Colosseo.

Il tutto aspettando Tadej.

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