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Giro delle Fiandre 2023: la Ronde chiama, Wout risponderà?

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La prima domenica d’aprile per gli amanti del ciclismo significa una sola cosa: Ronde van Vlaanderen, la corsa dei muri. Saranno quasi un milione le persone che domani si riverseranno sulle strade fiamminghe lungo i 273 chilometri che i corridori percorreranno da Brugge, tornata sede di partenza dopo sette anni, fino all’interminabile rettilineo finale di Oudenaarde dove, intorno alle 17.00, la gara vivrà il suo epilogo.

S&D

Il 107° Giro delle Fiandre sarà caratterizzato da una prima metà di gara priva di asperità. Dopodiché, pur in assenza di pioggia che domani dovrebbe latitare, si entrerà nel vivo della corsa. Si comincerà con due antipastini, l’Huisepontweg e il Korte Ast, prima d’affrontare il glorioso Oude Kwaremont, 2200 metri in pavè al 4%, con punta massima all’11%. Sarà questo il preludio a 80 chilometri bestiali nei quali verranno scalati in successione mozzafiato Kortekeer, Eikenberg, Molenberg, Marlboroughstraat, Berendries, Valkenberg, Ten Houte e Kanarieberg. A questo punto mancheranno 60 chilometri al traguardo. Un attimo di tregua precederà il secondo passaggio sull’Oude Kwaremont cui farà seguito il selettivo Paterberg, una lunga rampa di garage di 360 metri al 13% con un tratto al 21%. Sarà la volta poi del leggendario Koppenberg, seguito da Steenbeekdries, Taaienberg ed Oude Kruisberg. Un breve tratto pianeggiante introdurrà, ai meno 25, il gran finale che vedrà il terzo transito sull’Oude Kwaremont, seguito dal secondo sul Paterberg. Ci saranno, infine, 13.000 metri su strada larghissima pianeggiante dove ci sarà visibilità tra eventuali battistrada e inseguitori.

Modellandosi sulla Roma tardo repubblicana, il ciclismo d’oggi pare abbia eletto a dominarlo un triumvirato composto dal numero uno del ranking mondiale, lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), e dagli eterni duellanti, poco importa se nel ciclocross o su strada, il fiammingo Wout van Aert (Jumbo Visma) e l’olandese Mathieu Van der Poel (Alpecin Deceuninck). Il successo domani dovrebbe essere ristretto a questi tre. Il nipote di Raymond Poulidor, fresco trionfatore della Milano-Sanremo, oggettivamente parte in pole position. Nelle ultime tre Ronde si è sempre presentato all’epilogo in compagnia d’un altro corridore, dando vita a tre volate entusiasmanti in cui ha prevalso due volte, una ciascuna su uno degli altri due triumviri. A sorpresa, nel 2021 Mathieu perse il testa a testa con il danese Kasper Asgreen (Soudal Quick Step), uno dei possibili outsider per la gara di domani. È probabile che a determinare quel giorno l’inattesa sconfitta sia stato, ancor più della sottovalutazione del temibile scandinavo, l’appagamento generato dall’aver staccato il nemico van Aert sull’Oude Kwaremont.

Il campione di Komenda l’anno scorso ha sfiorato l’esordio perfetto nella corsa dei muri. Resta indimenticabile la sua progressione sul primo passaggio sul Paterberg quando, nello spazio di 400 metri, sfilò 50 corridori quasi fosse una moto. Non gli riuscì, però, nel successivo e decisivo transito, di togliersi di ruota Van der Poel. Poi, sentendosi battuto dal tulipano in volata, nell’ultimo chilometro, Pogacar inscenò un autolesionistico surplace che consentì il rientro di Dylan van Baarle, oggi Jumbo Visma ma un anno fa in maglia Ineos Grenadiers, e del francese Valentin Madouas (Groupama – FDJ) che lo confinò al quarto posto finale. Il rapporto tra Wout van Aert e il Giro delle Fiandre ricorda quello di Beppe Saronni con la Milano-Sanremo: una vittoria lungamente annunciata che tarda ad arrivare. Sconfitto al fotofinish da Van der Poel nell’edizione autunnale del 2020, Wout fu staccato dall’olandese nel 2021 mentre l’anno scorso, colpito dal COVID-19, non ha preso il via. Forse sarò troppo maligno ma sospetto che dietro la rinuncia di van Baarle da parte della Jumbo Visma, ufficialmente spiegata con la necessità del vincitore dell’ultima Parigi-Roubaix di riprendersi da una caduta così da essere al meglio domenica nella corsa delle pietre, ci sia la volontà di lanciare un messaggio preciso: domani la squadra correrà solo per Wout.

Qualcuno saprà sfruttare a suo favore il rigido marcamento tra i triumviri? Logico pensare che il candidato principale sia il Wolfpack, forte dell’alta qualità di tutti i suoi corridori. Un attacco da parte d’un uomo Soudal Quick Step poco dopo metà corsa, idealmente inserito in un gruppo ristretto, sembra decisamente plausibile. L’ex campione del mondo Julian Alaphilippe o il fiammingo Yves Lampaert paiono i candidati più accreditati a questo ruolo con Asgreen preservato per il finale. Questa tattica potrebbe andare bene non solo alla Bahrain Victorious, capitanata dal vincitore della Sanremo 2022 Matej Mohoric, e alla Ineos Grenadiers, che punta sull’inglese Thomas Pidcock, ma anche alla Jumbo Visma cui non mancano corridori, come Tiesj Benoot, da mandare all’attacco. In questo modo le squadre di Pogacar e Van der Poel, UAE Team Emirates e Alpecin Deceuninck, sarebbero costrette a un inseguimento sfiancante, lasciando i rispettivi capitani soli nei momenti cruciali. Dopo la defezione causa febbre del vincitore del 2019, Alberto Bettiol (EF Education Easy Post), la sparuta compagine azzurra, sette corridori in tutto, si presenta alla Ronde in modalità Gustavo Giagnoni: uscire sconfitta ma a testa alta. Ai due ragazzi della provincia autonoma, Matteo Trentin (UAE Team Emirates), cui probabilmente toccherà sacrificarsi per Pogacar, e Gianni Moscon (Astana Qazaqstan), andrà il difficile compito di provare ad assumersi un ruolo da protagonisti.

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