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Il fratello di Gianluca Vialli racconta gli ultimi giorni dell’ex calciatore: “Era stanco, attendeva la fine con impazienza”

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Il fratello di Gianluca Vialli racconta gli ultimi giorni prima della morte

A un anno dalla morte di Gianluca Vialli, Nino, fratello maggiore dell’ex calciatore della Juventus, racconta gli ultimi giorni di vita dell’ex giocatore, scomparso all’età di 58 anni a causa di un tumore al pancreas.

Intervistato da Il Corriere della Sera, Nino Vialli ricorda gli ultimi giorni in clinica: “Era cosciente che la fine si avvicinava, l’attendeva con impazienza, voleva smettere lottare. Non era da lui, ma la malattia era durata troppo”.

“Era fatto alla sua maniera. Quando siamo arrivati in stanza, ci ha detto: ‘Non preoccupatevi: se voglio qualcosa, ve la chiedo’. Il 27-28 dicembre ci ha rincuorato: ‘Siete i compagni ideali, siete qui, io so che ci siete’. Penso che la sofferenza fosse troppa. Si appisolava sempre più frequentemente, si svegliava poco e noi abbiamo solo potuto stagli vicino. Eravamo tutti lì quando è spirato”.

Il fratello di Gianluca Vialli, poi, ha ricordato il parente come un essere “Brillante. Dire spiritoso è limitativo, intelligente è limitativo”.

Nino Vialli condivideva tutte le scelte del fratello, inclusa quella di capo delegazione dell’Italia. Quando fu scelto da Roberto Mancini, infatti, il fratello gli disse “che gli faceva bene stare nel giro. Lui non voleva fare l’allenatore per non rubare tempo alla famiglia. Era un ruolo che gli si confaceva, gli impegni della Nazionale sono diradati nel tempo e poi non era in prima linea. Si poneva il problema di non scavalcare Mancini, ma Mancini non si vergognava di chiedergli consigli. Anche perché quando erano alla Samp, Luca era il capopopolo”.

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