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Morto Gianluca Vialli, la malattia che ha colpito l’ex calciatore di Juventus e Sampdoria

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Morto Gianluca Vialli, la malattia che ha colpito l’ex calciatore. Qual era, tumore

Qual è la malattia che ha colpito Gianluca Vialli, morto oggi – 6 gennaio 2023 – a Londra? L’ex calciatore e allenatore da cinque anni lottava con un tumore al pancreas. Una brutta malattia che gli fu diagnosticata nel 2017. Nelle ultime settimane Vialli ha avuto un repentino peggioramento delle sue condizioni di salute, tanto che era stato ricoverato a Londra, città nella quale vive da tempo, nella stessa clinica nella quale aveva già sostenuto dei cicli di chemioterapia, come svelato dalla Gazzetta dello Sport.

S&D

Solo poche settimane fa Vialli aveva annunciato con un comunicato di dover sospendere i propri impegni con la Nazionale italiana, di cui faceva parte all’interno dello staff tecnico del ct e suo storico amico Roberto Mancini, per sottoporsi a nuove cure: “Al termine di una lunga e difficoltosa ‘trattativa’ con il mio meraviglioso team di oncologi ho deciso di sospendere, spero in modo temporaneo, i miei impegni professionali presenti e futuri. L’obiettivo è quello di utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia, in modo da essere in grado al più presto di affrontare nuove avventure e condividerle con tutti voi. Un abbraccio”.

Un segnale dunque che qualcosa non stesse andando bene, tanto che tutto il mondo del calcio si era stretto intorno a lui e gli aveva mandato messaggi di pronta guarigione. Purtroppo il precipitare delle sue condizioni ha portato alla morte di Vialli, a soli 58 anni. Un altro grave lutto per il calcio, dopo quello di soli pochi giorni fa di un altro grande campione come Sinisa Mihajlovic.

Gianluca Vialli morto: la malattia

Nel 2017 gli arrivò la diagnosi del tumore al pancreas e da quel giorno ha sempre condiviso il suo percorso senza nascondere le paure derivanti dalla malattia. In un’intervista con Alessandro Cattelan aveva confessato di “aver paura di morire”. “Non so quando si spegnerà la luce che cosa ci sarà dall’altra parte. Però mi rendo anche conto che il concetto della morte serve per capire e apprezzare la vita”, aveva aggiunto.

Vialli non ha mai nascosto la sua malattia, sperando che la sua “battaglia” possa essere d’esempio per gli altri: “Sono stato un giocatore e un uomo forte ma anche fragile e penso che qualcuno possa essersi riconosciuto. Sono qui con i miei difetti, le paure e la voglia di far qualcosa di importante”, ha raccontato l’anno scorso. “Io con il cancro non ci sto facendo una battaglia perché non credo che sarei in grado di vincerla, è un avversario molto più forte di me. Il cancro è un compagno di viaggio indesiderato, però non posso farci niente – ha aggiunto -. È salito sul treno con me e io devo andare avanti, viaggiare a testa bassa, senza mollare mai, sperando che un giorno questo ospite indesiderato si stanchi e mi lasci vivere serenamente ancora per tanti anni perché ci sono ancora molte cose che voglio fare”. Come detto le sue condizioni si sono aggravate nelle ultime settimane, portandolo al ricovero a Londra, dove era giunta per stargli vicino nei suoi ultimi istanti di vita anche la madre 87enne.

Chi era: la carriera

Abbiamo visto qual è la malattia che ha portato alla morte di Gianluca Vialli, ma qual è stata la sua carriera? Nato a Cremona il 9 luglio 1964, Gianluca Vialli è stato uno dei migliori centravanti in circolazione tra gli anni Ottanta e Novanta. Dopo essere entrato nel vivaio del Pizzighettone, viene acquistato dalla Cremonese con cui, nel 1980, fa il suo esordio tra i professionisti. Nel 1984 è tra i protagonisti della promozione in Serie A, motivo per cui lo stesso anno viene acquistato dalla Sampdoria.

I primi due sono altalenanti anche a causa la sua posizione in campo, mentre la svolta arriva nel 1986 con l’arrivo in panchina di Vujadin Boškov, il quale lo impiega come centravanti con Roberto Mancini come rifinitore. L’intesa tra i due sboccia rapidamente tanto che i due calciatori verranno soprannominati i “gemelli del gol”.

Con i blucerchiati vince 3 Coppe Italia, 1 Coppa delle Coppe, laureandosi capocannoniere del torneo e siglando una doppietta in finale contro l’Anderlech, 1 Supercoppa Italiana e uno storico scudetto nel 1990, stagione in cui Gianluca Vialli si laurea capocannoniere con 19 reti. Nel 1992, la Sampdoria arriva in finale di Coppa dei Campioni ma perde a Wembley contro il Barcellona.

Questa sarà la sua ultima partita in blucerchiato: al termine della stagione, infatti, Gianluca Vialli si trasferisce alla Juventus per un costo totale di 40 miliardi di lire. Con i bianconeri il rendimento è altalenante: nelle prime due stagioni, infatti, il centravanti non brilla anche a causa di numerosi infortuni, mentre la svolta arriva dalla stagione 1994-1995 con l’arrivo in panchina di Marcello Lippi.

Con la Juventus complessivamente disputa 145 partite segnando 53 gol e vincendo uno scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, una Coppa Uefa e una Champions League. Svincolatosi dalla Juventus, sfruttando l’allora recente sentenza Bosman, Gianluca Vialli nel 1996 si trasferisce al Chelsea. Il primo anno vince subito la Fa Cup mentre nel febbraio del 1998 diviene allenatore della squadra continuando a ricoprire anche il ruolo del giocatore.

Guida la squadra alla vittoria nella Coppa d’Inghilterra e nella Coppa delle Coppe riuscendo anche a conquistare la Supercoppa Uefa l’anno successivo. Ritiratosi definitivamente dall’attività agonistica nel 1999, conquista da allenatore un altro trofeo, la Charity Shield contro il Manchester United, ma viene licenziato il 12 settembre 2000 e sostituito da un altro tecnico italiano, Claudio Ranieri.

Nel 2001 allena il Watford, squadra della prima divisione inglese, ma non riesce ad andare oltre il quattordicesimo posto in campionato venendo esonerato dopo una sola stagione. Nel 2002 diventa consulente per Sky Sport intraprendendo la carriera di commentatore tecnico per la tv satellitare, ruolo che ricoprirà per diversi anni. Nel 2019 diviene capo delegazione della nazionale italiana di calcio allenata dal suo ex partner in attacco Roberto Mancini. I due, insieme, proprio a Wembley dove avevano vissuto la loro più grande delusione sportiva, vincono l’Europeo. Memorabile la foto di Vialli e Mancini abbracciati in lacrime dopo aver vinto la finale contro l’Inghilterra.

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