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Sanremo 2024, le pagelle della prima serata del Festival

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Sanremo 2024, le pagelle della prima serata del Festival

Inizia ufficialmente il Festival di Sanremo 2024. Questa sera abbiamo ascoltato per la prima volta tutte e 30 le canzoni in gara. Alla conduzione Amadeus affiancato dal co-conduttore Marco Mengoni. Di seguito tutti i voti di TPI ai concorrenti, ospiti, conduttori e personaggi di oggi.

S&D

Marco Mengoni 10 – Inizialmente piuttosto emozionato, tocca al vincitore della scorso anno dare il via alla 74esima edizione: “Le nostre vite da questa sera non saranno più le stesse”, dice, e suona quasi come una minaccia. A suo agio nei panni di co-conduttore, anche quando gli autori lo costringono a delle gag a dir poco cringe. Splendido in “Due vite”, uno di quei brani che rimarranno nella storia del Festival: trionferebbe anche quest’anno. Ci regala un medley dei suoi grandi successi da ospite internazionale. Si merita tutto quello che sta raccogliendo. Futuro da one man show?

Clara 7 – La vincitrice di Sanremo Giovani, già volto noto per gli appassionati di Mare Fuori, porta un brano che entra subito in testa. Rompere il ghiaccio non è mai facile e lei ci riesce benissimo. Buca lo schermo, il pezzo funzionerà in radio e sulle piattaforme.

Sangiovanni 5 – Porta un brano autobiografico, sulla fine di un amore, uscendo un po’ dal percorso tracciato nella prima fortunatissima parte della sua carriera. La riuscita, al primo ascolto, non fa impazzire. Il pezzo non spicca mai il volo. Aridatece Farfalle.

Fiorella Mannoia 7,5 – Un ritorno alla grande per una signora della musica italiana. Tutta di bianco vestita, a piedi scalzi, porta ritmi sudamericani e un po’ arabeggianti, ma soprattutto un inno alle donne, contro la violenza di genere. E mai come in questo momento ne abbiamo assoluto bisogno. Lei la interpreta con la sua solita unica classe.

La Sad 6 – Arrivati tra le polemiche, portano il loro genere e i loro look sul palco dell’Ariston senza trasgredire più di tanto. Si nasce incendiari, si finisce pompieri. Canzone pop-rock orecchiabile, hanno soprattutto il merito di aver dato luce a un tema importante, specie per i giovani, come quello della prevenzione al suicidio.

Irama 7,5 – Raramente sbaglia le canzoni che decide di portare a Sanremo. E anche questa volta ha fatto centro. Esibizione impeccabile e intensa, il brano c’è e potrebbe puntare al podio, anche se Ovunque sarai resta di un’altra categoria.

Ghali 7,5 – Incuriosisce con la presenza di un alieno che si aggira tra le signore impellicciate della platea, fonde bene rap e melodia, e ci regala un testo politico, impegnato e attualissimo: “Ma come fate a dire che qui è tutto normale, per tracciare un confine con linee immaginarie, bombardate un ospedale per un pezzo di terra o per un pezzo di pane, non c’è mai pace”. Quanta verità.

Negramaro 6,5 – Una canzone nel loro stile, una ballad romantica per celebrare i 20 anni di carriera, anche se vocalmente Giuliano fatica un po’, specie all’inizio. Sembra non esplodere mai. Si salva il finale con il countdown, mezzo punto in più per la citazione di Battisti.

Annalisa 8 – Un’altra hit, un altro tormentone sfornato da quest’artista che negli anni ha saputo cambiare pelle, e che è ormai la regina del pop italiano. Radiofonica, vocalmente impeccabile come sempre e sicura di sé. Per molti sarà la favorita da battere per la vittoria. Di certo la canteremo e balleremo fino all’estate, e oltre.

Mahmood 8 – Gioca con la sua voce unica che alterna falsetti e note basse, solita straordinaria fisicità e tenuta del palco. Ricorda un po’ gli echi di un’altra sua canzone, Barrio. Ripropone il battito di mani che tanto aveva portato bene in Soldi. Forse non farà tripletta di vittorie al Festival, ma confeziona un’altra superhit che consumeremo su Spotify.

Diodato 8 – Elegante, un poeta e si nota. Accarezza con la sua voce potente tutto ciò che canta. Inizia seduto, finisce accompagnato dal corpo di ballo. Non è Fai rumore, ma arriva comunque al cuore e all’anima.

Loredana Bertè 8,5 – Regina del rock, un brano autobiografico, un ritratto di sé, che si piazza tra i punti più alti della sua carriera. Le discese ardite e le risalite, direbbe il poeta. “Prima ti dicono basta sei pazza e poi ti fanno santa”. L’Ariston la omaggia con la standing ovation, nonostante qualche imperfezione nell’esibizione. Entra in testa e la canticchi già al primo ascolto. Anche noi siamo pazzi di te, Loredana.

Geolier 7,5 – Anche quello di Geolier è un pezzo che funziona e arriva subito. Un brano forte che può puntare molto in alto, anche commercialmente. Mi chiedo però cosa avranno capito del testo ad Aosta o Bolzano. La quota Lazza di questa edizione.

Alessandra Amoroso 7,5 – In conferenza stampa ha raccontato il periodo difficile che ha affrontato, gli insulti social, la forza di rialzarsi. Un brano classicamente “sanremese”, che piacerà ai suoi tanti fan. Ritorna ed emoziona, elegante e perfetta. Occhio ad AleAmo per la classifica: punta al podio.

The Kolors 6,5 – Dopo una hit come Italo disco, ripetersi non è facile. L’obiettivo è chiaramente quello di trovare un nuovo tormentone, che faccia scatenare tutti, dall’Ariston ai falò di quest’estate. Balletto paraculescamente buono per TikTok. Dà troppo l’idea di essere studiata a tavolino per spaccare.

Angelina Mango 8,5 – Mette tutto tranne che noia questo pezzo. Domina il palco come una veterana, anzi se lo divora. Al suo esordio a Sanremo porta una hit totale. Voce e personalità. Cumbia rap. Seria candidata alla vittoria.

Il Volo 6 – Teatrali e perfetti, mettono in mostra tutte le loro straordinarie doti vocali. Il brano di per sé non ci entusiasma: cercano una svolta più pop, per svecchiare la loro immagine. Il televoto potrà portarli in alto.

Big Mama 7 – Si emoziona, porta il suo talento e il suo vissuto. Un testo forte che lancia un chiaro messaggio: no alla violenza e ai pregiudizi. Lei graffia come una leonessa non solo per le unghie, ma con la sua voce. Può crescere con gli ascolti. Si gioca bene questa grande opportunità del Festival.

Ricchi e Poveri 7,5 – Si presentano infiocchettati e impacchettati insieme come se fossero ancora a Il cantante mascherato. Scommessa vinta da parte di Amadeus, l’Ariston si scatena. Un brano super ballabile, che ci dà una botta di energia a mezzanotte e mezza. E pensare che c’è chi li aveva definiti patetici. Più moderni di tanti giovani. Bella sorpresa.

Emma 7 – Graffiante, potente ed elegante. Una Emma centratissima, in splendida forma, che sa uscire con successo dalla sua zona comfort, senza rinunciare al marchio di fabbrica che è la sua grinta.

Renga e Nek 5,5 – Portano sul palco la loro esperienza e le loro inconfondibili voci, ma il risultato è quello di un pezzo troppo stantio, che sa di naftalina. Ma forte sarebbe stato difficile immaginarsi qualcosa di diverso.

Mr. Rain 6 – Rinuncia al coro di bambini che tanto gli aveva portato bene lo scorso anno, inizia suonando al piano, finisce con due altalene che si stagliano sul palco. Molto sanremese, ma non va sottovalutato, specie in vista del televoto. Se avesse unito le altalene e i bimbi, sarebbe stato perfetto per C’è posta per te: “Questa è la storia di un regalo”.

Bnkr44 5 – Un po’ twink, un po’ boy band, il collettivo si muove con discreta agilità e forse un pizzico di incoscienza sul palco. Sono a Sanremo per divertirsi e si vede. In classifica arriveranno come il Cagliari, nelle parti basse, ma con dignità.

Gazzelle 7,5 – Un brano totalmente nelle sue corde, che certamente piacerà ai suoi fan. Una ballata agrodolce che si differenzia dal mucchio delle canzoni di questo Festival incentrate sulla ballabilità.

Dargen D’Amico 6 – Cassa dritta e un brano solo all’apparenza leggero, ma che è il più politico e impegnato di tutto il Festival. Si parla di migranti e del dramma delle guerre che ci circondano. Qualche problema tecnico sporca l’esibizione. La sensazione è di un passo indietro rispetto al tormentone di Dove si balla. Finito di cantare ci ricorda: “Nel mar Mediterraneo in questo momento ci bambini sotto le bombe, senza acqua, senza cibo. Il nostro silenzio è corresponsabilità. La storia, Dio non accettano la scena muta. Cessate il fuoco”.

Rose Villain 7 – Il suo “boom boom” entra in testa e non esce più. Prepariamoci ad ascoltarla ovunque, fino a quest’estate. Lei sexy e tanta personalità. Particolare la costruzione musicale del pezzo, con un ritornello super dance.

Santi Francesi 6,5 – Belli, glamour, di qualità, portano un pezzo contemporaneo e dimostrano di saperci fare, non a caso hanno già alle spalle le esperienze di Amici e X Factor. Ma 30 brani in gara sono davvero tanti e rischiano di finire nel mucchio.

Fred De Palma 5,5 – Dov’è rimasta Ana Mena? Rinuncia al reggaeton che lo ha reso un fenomenale hitmaker, e alla fine risulta scarico e poco incisivo.

Maninni 6 – Brano molto sanremese, è stata la scommessa voluta da Amadeus, visto che per molti era praticamente sconosciuto. Se la cava bene. Ragazzo dal viso pulito, è costretto ad esibirsi all’1.30 e solo per questo verrebbe voglia di abbracciarlo.

Alfa 6 – Dopo aver spaccato con Bellissimissima, porta un brano fresco e brioso, pur senza troppe pretese. Ritornello tormentone: “Tu non guardare indietro mai e vai, uh uh”.

Il Tre 5,5 – Giovane talento dell’hip hop, si chiama Il tre e canta alle 2. Geniale Fiorello a inizio serata: “Fa in tempo ad andare a casa sua a Roma per cenare con la madre e tornare a Sanremo”, viste le durate monstre delle serate. Un rap piuttosto prevedibile che non lascia particolarmente il segno, pur in una performance pulita.

QUI TUTTE LE NOTIZIE SUL FESTIVAL DI SANREMO
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