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Marco Liorni risponde sul caso “Oro alla Patria” a L’Eredità: “Io antifascista, altro che elogio”

Immagine di copertina

“Altro che elogio”. Marco Liorni ha deciso di rispondere alle polemiche che lo hanno travolto in questi giorni. Il conduttore de l’Eredità, travolto dallo scandalo “Oro della Patria”, ha specificato senza possibilità di frantendimenti di essere un convinto antifascista. Ma andiamo con ordine.

S&D

Durante la puntata de L’Eredità del 21 aprile, c’è stata una domanda dedicata alla “Giornata della Fede” e bisognava indovinarne l’anno. La domanda incriminata era: “I coniugi italiani consegnano alla patria le fedi nuziali, in cambio di anelli senza valore”, la data era quella 18 dicembre 1935 quando il regime fascista obbligò gli italiani a donare oggetti di valore, ori comprese le proprie fedi nuziali per sostenere i costi della guerra coloniale voluta da Benito Mussolini in Etiopia.

“Pensate – ha detto il conduttore – tantissime famiglie hanno compiuto questo gesto veramente patriottico, quello di donare la fede matrimoniale alla Patria con una ricevuta e un anello senza nessun valore”, aveva commentato Marco Liorni. Da qui le polemiche.

Nelle scorse ore quindi il conduttore ha deciso di dire la sua attraverso un video pubblicato sui suoi canali social, raccontando una storia molto personale: “Furono giorni di grande sofferenza, togliersi la fede d’oro per mettersene una di ferro in quell’Italia lì era un gesto sofferto ma anche un gesto di patriottismo. Questo è quello che mi hanno raccontato i miei nonni e mio padre, questo è quello che dice la Storia vista con lo spirito dei tempi, non con gli occhi di oggi”.

“Donare l’oro alla patria – ha proseguito il conduttore de l’Eredità – si faceva per patriottismo, poi ci sono state anche storie di persone che l’hanno fatto ma non avrebbero voluto farlo, però lo spirito della giornata era quello. Io sono un antifascista, non potrei mai fare un elogio del fascismo. Stavo solo raccontando le emozioni di quel giorno con l’ottica dei tempi”.

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