Gli ultimi giorni di Pippo Baudo: “Indebolimento neurologico alle gambe, chiuso in casa da mesi”
Le parole di Giorgio Assumma, avvocato e amico del conduttore
A fare chiarezza sulle cause della morte di Pippo Baudo, il conduttore tv scomparso lo scorso 16 agosto a 89 anni, è Giorgio Assumma, avvocato e amico del presentatore. Intervistato dal Corriere della Sera, Assumma ha spiegato: “Pippo ha avuto un indebolimento neurologico alle gambe che lo ha condizionato molto. In più, vedeva poco e cercava di nascondermelo, mi individuava attraverso la provenienza della mia voce. Tutte le volte che andavo a trovarlo, uscivo con un senso di angoscia. Gli ultimi mesi li ha passati chiuso in casa, non è quasi mai uscito se non per andare al compleanno di Pingitore del Bagaglino, aveva difficoltà a incontrare la gente. Anche con me, che l’ho conosciuto da giovane, a 25 anni quando dalla Sicilia venne per il provino alla Rai (e mi disse se va male mi prenda a lavorare nel suo studio con lei), nell’ultimo periodo preferiva lunghe telefonate, gli raccontavo le barzellette e lo sentivo ridere”.
Assumma, poi, rivela che Baudo nell’ultimo periodo “era sottotono. Un uomo che ha vissuto sull’apprezzamento degli altri, sentiva che il tempo volava via. Ma una sola volta l’ho visto veramente giù, e pianse sul mio divano: quando nel 1987 il presidente Rai Enrico Manca lo definì nazional-popolare. Poi attorno ai 75 anni fu rimesso da parte, considerato come un volto del passato e perse la sicurezza in sé stesso, mi disse che fu il peggior periodo della sua vita”. L’avvocato, poi, aggiunge che i suoi amici erano “pochi, un altro avvocato e un medico, siciliani come lui. Era amico di Claudio Baglioni, che ebbe un incidente d’auto, si sfigurò il labbro e parte del naso, per fuggire dai fotografi si rifugiò a casa mia in campagna, passava le giornate a parlare con i contadini. Venne a trovarlo Pippo, voleva sapere come stava. E alla festa dei suoi 80 anni, sempre da me, si mise al piano dettando i tempi: cantammo in coro con Baglioni e Cocciante”.
Tra Domenica In e Sanremo, Giorgio Assumma ricorda che Pippo Baudo a “Domenica In poteva costruire le puntate in modo meticoloso. Ci siamo divertiti a ricordare cosa successe a Sanremo nel ’68. Pippo fu straordinario nel gestire una situazione imbarazzante con Louis Armstrong. Nessuno gli aveva detto che era in gara, gli scrissero le parole della canzone per terra, cantò malvolentieri pensando di continuare col suo jazz, ma Pippo lo spinse dietro le quinte. La mattina dopo per placarlo ebbe l’idea di mandarmi, io che ero a capo dell’ufficio legale del Festival, a proporre un concerto a Sanremo di Armstrong, che così si placò. Lì Pippo ebbe un guizzo davvero geniale”.