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Paola Cortellesi: “I social? Li trovo pericolosi. Nel mio film ho raccontato quelle donne che non si è mai filato nessuno”

Immagine di copertina

Paola Cortellesi si racconta: “I social li trovo pericolosi”

Mentre il suo film, C’è ancora domani, è diventato il film con il maggior incasso nelle sale italiane dal 1 gennaio 2023, Paola Cortellesi si racconta in un’intervista in cui parla sia della sua vita professionale che di quella privata.

Intervistata dal Corriere della Sera, l’attrice e regista spiega come le è venuta l’idea del film: “Volevo raccontare i diritti delle donne. In particolare di quelle donne che non si è mai filato nessuno. Ho ascoltato tanti racconti di nonne e bisnonne che hanno vissuto quel tempo. Per questo il film è in bianco e nero, perché quando loro parlavano io le immaginavo così, le loro storie. Storie raccontate con disincanto, quasi con fatalismo”.

“Nel film sono rappresentate dalle donne che commentano tutto nel cortile. Mi è rimasta nella testa una frase che dicevano, a proposito di quelle, tra loro, maggiormente vessate: ‘Eh, porella’. Da piccola ascoltavo i loro racconti e mi sembrava che ci fosse una contraddizione, come uno stridere, tra la drammaticità del racconto di queste donne schiacciate dai mariti violenti e il tono che usavano, quasi leggero”.

Paola Cortellesi, poi, ripercorre la sua giovinezza svelando come è arrivata a fare l’attrice: “Io ho studiato al liceo e poi mi sono iscritta a Lettere, indirizzo musica e spettacolo, che ho lasciato a metà percorso per studiare teatro. Volevo fare questo, nella vita. Ma per la mia famiglia era una scelta bizzarra, non era il nostro mondo. Per cui sembrava solo un sogno, uno di quelli meravigliosi che si fanno da ragazzi. I miei volevano solo proteggermi da eventuali delusioni. Ma non mi hanno mai tarpato le ali, mai hanno fatto prevalere le loro legittime preoccupazioni sulla mia passione. Mi hanno seguito con affetto e discrezione”.

L’attrice, poi, parla della sua famiglia e in particolar modo del suo rapporto con il padre: “L’esistenza di mio padre mi ha illuminato la vita. Mi ha insegnato che ridere è una cosa seria. Mi ha insegnato l’umorismo e l’autoironia che mi hanno sempre salvato. Cosa mi direbbe oggi? ‘Bella di papà’, mi direbbe”.

Sui social, invece, Paola Cortellesi afferma: “Li trovo pericolosi. Io li utilizzo per promuovere il mio lavoro o condividere cose belle o divertenti, ma non capisco perché debbano essere la vetrina della propria vita personale. Che senso ha esporsi, per come ti vesti o come mangi, al giudizio di persone che non conosci? Mi preoccupano soprattutto gli adolescenti, il cui impatto con la vita, nella stagione della loro formazione, avviene in un clima di tribunale permanente. Non tutti hanno la forza di superare critiche feroci e derisioni. Avere un ‘pubblico’, a quattordici anni, è pericoloso, molto pericoloso”.

Alla Paola bambina, invece, l’attrice direbbe: “Di non preoccuparsi mai se quello che fa non piace proprio a tutti. Io all’inizio mi nascondevo, ero invisibile. Non amavo gli exploit. Ero e sono, checché sembri, una persona piuttosto timida. A Paoletta direi ‘È giusto quello che pensi sia giusto’. E mi piacerebbe vederla giocare con Laura, la figlia che verrà nella sua vita”.

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