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Sondaggi politici elettorali: con Conte alla guida, M5S al 24%

Immagine di copertina
Giuseppe Conte e Luigi Di Maio Credits: ANSA

SONDAGGI POLITICI ELETTORALI –  Qualora il premier Giuseppe Conte fosse a capo del M5s, il Movimento farebbe segnare una crescita del 7,2 per cento rispetto allo scenario attuale, passando dal 17,1 per cento al 24,3 per cento, scavalcando la Lega al primo posto

I sondaggi di IPSOS illustrati oggi da Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera si concentrano sulla propensione a votare sia per un nuovo soggetto politico fondato da Conte, sia per il M5S sotto la guida dell’attuale premier. Per entrambe le ipotesi abbiamo successivamente chiesto ai soli elettori intenzionati a votare “sicuramente” o “probabilmente” per il soggetto con a capo Conte se avrebbero modificato il voto dichiarato alla domanda precedente.

Sulla base di queste stime un eventuale partito di Conte oggi è accreditato del 14,1 per cento, si collocherebbe al quarto posto dopo la Lega (23,2 per cento), FdI (16,6 per cento), Pd (15,8 per cento), precedendo il M5S (12,7 per cento). Analizzando i flussi elettorali si osserva che i voti per la lista Conte proverrebbero in larga misura (62 per cento) dal M5S, dal Pd ed alle altre liste del centrosinistra, in subordine dall’astensione (20 per cento), quindi dal centrodestra e da altre liste minori(18 per cento).

Quanto alla possibile leadership del M5S, Conte prevale tra i pentastellati con il 42 per cento delle preferenze, precedendo l’ex capo politico Di Maio (27 per cento), quindi Di Battista (19 per cento) e Crimi (2 per cento). E nella scelta secca tra Conte e Di Battista, il primo prevale in misura netta sul secondo sia sulla totalità della popolazione (43 per cento a 13 per cento) sia tra gli attuali elettori pentastellati (67 per cento a 17 per cento). Ne consegue che l’elettorato potenziale del M5s dal 19,8 per cento attuale, con la guida di Conte, passerebbe al 29,9 per cento, colmando il gap con la Lega e FdI che hanno un elettorato potenziale compreso tra il 25 per cento e il 30 per cento.

Qualora il premier fosse a capo del M5s, il Movimento farebbe segnare una crescita del 7,2 per cento rispetto allo scenario attuale, passando dal 17,1 per cento al 24,3 per cento, scavalcando la Lega al primo posto. La stima tiene conto di un elevato tasso di fedeltà degli attuali elettori (88 per cento) e della capacità di attrazione di nuovi provenienti soprattutto dall’astensione e in subordine dal Pd. Insomma, la leadership Conte potrebbe rappresentare un nuovo inizio per il M5S, ma il ritrovato slancio rischierebbe di aprire una frattura con il Pd che appare penalizzato da una non trascurabile cessione di voti.

Come si fanno i sondaggi?

I sondaggi elettorali e politici vengono effettuati da società demoscopiche rispettando criteri scientifici ben precisi. Gli autori delle rilevazioni devono individuare un campione da intervistare sufficientemente ampio e rappresentativo della popolazione che si intende analizzare. Nel caso dei sondaggi sulle intenzioni di voto ai partiti o dell’indice di fiducia dei leader politici dunque gli intervistati devono rappresentare adeguatamente la popolazione italiana maggiorenne, coloro che hanno diritto al voto e che si recano alle urne.

Questo lavoro viene fatto per ridurre al minimo il margine di errore e rendere la rilevazione quanto più attendibile. Di solito un sondaggio politico-elettorale viene considerato affidabile se il margine di errore indicato è del del 3 per cento con un intervallo di confidenza del 95 per cento. È proprio quella di identificare un campione rappresentativo della popolazione la maggiore difficoltà dei sondaggisti.

Le interviste di solito vengono effettuate con una metodologia Cati, telefonicamente, o Cawi, via Internet, o mista. Per effettuare le interviste le società demoscopiche si affidano a società specializzate.

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