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Spazio: una sonda della NASA è “sopravvissuta” al passaggio più ravvicinato di sempre al Sole

Immagine di copertina
La navicella spaziale della Nasa è entrata nell'atmosfera esterna del Sole. Credit: Heritage / AGF

La sonda della Nasa, Parker Solar Probe, è “sopravvissuta” al passaggio più ravvicinato di sempre al Sole. Lanciata in orbita nel 2018 e passata da allora per ben 21 volte davanti alla nostra Stella, a cui si è avvicinata sempre di più, il 24 dicembre scorso ha raggiunto il punto di distanza minima dal Sole a “soli” 6,1 milioni di chilometri dalla sua superficie, riuscendo a ristabilire oggi i contatti con la Terra.

Il segnale che la sonda era “sopravvissuta” al viaggio è arrivato infatti intorno alla mezzanotte della costa orientale degli Stati Uniti, circa le 6:00 del mattino in Italia, dopo diversi giorni di sospensione delle comunicazioni. Secondo gli scienziati della Nasa che hanno captato il segnale, Parker Solar Probe si trova ora “al sicuro” e funziona normalmente dopo aver sopportato temperature comprese tra 980 e 1.400 °C e radiazioni che avrebbero potuto danneggiare l’elettronica di bordo.

La navicella era protetta da uno scudo termico spesso 11,5 centimetri, ma secondo la Nasa il motivo per cui è riuscita a “sopravvivere” al viaggio è dovuto alle manovre che le hanno permesso di “entrare” e “uscire” rapidamente dall’atmosfera esterna del nostro Sole. Per riuscirci, la sonda si è mossa più velocemente di qualsiasi oggetto mai creato dagli esseri umani, sfrecciando a oltre 692mila chilometri orari, una velocità che permetterebbe di volare da Londra a New York in meno di 30 secondi, raggiunta grazie all’enorme attrazione gravitazionale dovuta alla caduta verso la nostra Stella.

“Questo studio ravvicinato del Sole consente alla sonda di effettuare misurazioni che aiutano gli scienziati a comprendere meglio come il materiale in questa regione si riscalda fino a milioni di gradi, a tracciare l’origine del vento solare e a scoprire come le particelle energetiche vengono accelerate a una velocità prossima a quella della luce”, ha fatto sapere la Nasa.

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