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Chiara Appendino al TPI Fest: “PD? Ora no grazie. Sì a Bersani”

Immagine di copertina

“PD? Ora no grazie. Questa dirigenza per noi non è un interlocutore. Hanno rinnegato se stessi… Sì a Bersani”: lo ha dichiarato Chiara Appendino, esponente M5s ed ex sindaca di Torino, durante la terza e ultima serata del TPI Fest, la festa di The Post Internazionale, che per la prima volta si tiene proprio nel capoluogo dell’Emilia-Romagna, presso la Tettoia Nervi alla Bolognina, nella appena inaugurata Piazza Lucio Dalla.

C’è stato un duro scontro tra Conte e Renzi sul reddito di cittadinanza. Come si pone sul tema e sulle parole di Conte?
“Vorrei sfatare un mito: il reddito non nasce come strumento elettorale, come proposta per il sud. Nasce (e non lo abbiamo inventato noi, ma esiste da anni in Europa) perché dobbiamo capovolgere il pensiero. Noi viviamo in un Paese in cui se sei povero è colpa tua. Colpevolizziamo il povero. E Renzi, viste le sue parole, la pensa così. Il reddito di cittadinanza ha salvato 1 milione di persone dalla povertà assoluta. In un Paese civile queste persone le aiuta, le accompagna, gli da un sussidio minimo per dargli un pochino di dignità. Quando sento dire che il reddito è propaganda elettorale, dico che è uno strumento di un Paese dignitoso che ha il coraggio di aiutare i suoi cittadini che non hanno lavoro. Il lavoro non c’è. Due percettori su tre non sono abili al lavoro. Non sono persone che non hanno voglia di lavorare… E poi c’è un altro terzo che lavora e non guadagna abbastanza. Sono orgogliosa di far parte di una forza politica che ha introdotto il Reddito di cittadinanza”.

Giuseppe Conte ha detto: “Venga senza scorta in Sicilia a dire che non serve il Reddito”. Le condivide queste parole?
“Ho vissuto tanti anni con la scorta. So cosa significa. C’è un tema reale: un conto è parlare in tv e dire togliamo il reddito, un conto è dirlo guardando in faccia le persone che vivono la difficoltà tutti i giorni”.

Non è un modo violento di porsi in campagna elettorale?
“La violenza la vedo nel pretendere e chiedere di togliere il sussidio a delle persone in difficoltà. Violenza non fisica, ma morale”.

Il M5S deve andare da solo oggi e in futuro?
“Se mi chiedete se oggi vedo il M5s alleato con Letta le dico no”.

Mai più con il PD?
“Questa dirigenza per noi non è un interlocutore. Hanno rinnegato se stessi…”.

Non aveva un senso tenere viva l’alleanza per andare al governo?
“Non ho problemi a dirlo: mi sento a mio agio in un fronte progressista. In Piemonte abbiamo un comune importante dove governiamo con il PD, ma le alleanze non si fanno a tutti i costi. Io, ad esempio, ancora non ho capito come Letta e Calenda possano stare insieme… Si tratta di sedersi al tavolo un domani e vedere se c’è un percorso comune ma sui fatti. Contano i fatti. pronta a dialogare con chi fa i fatti. Oggi questo dialogo non c’è”.

Rigassificatori. Lei ha parlato di due tipi: definitivi e temporanei. Qual è il futuro che ci aspetta su questo tema?

“L’emergenza è dettata anche dal fatto che 15 anni fa non si è creduto nelle rinnovabili. Noi dobbiamo renderci più autonomi possibile sull’approvvigionamento. Il Pnrr può aiutarci in questo senso. Ma c’è un altro tema di cui si parla pochissimo: noi dobbiamo lavorare tanto sui consumi. Ancora non ho capito perché Draghi ha contrastato il nostro bonus 110 che aiuta a consumare meno energia… Le trivelle? No, distruggono i nostri mari”.

Il ruolo di Grillo nel Movimento è stato ridimensionato? Sì o no?
“Grillo ha fatto tutto il nostro percorso e ora sta lavorando bene con Conte. In atto un bel percorso di rinnovamento”.

In passato è stato ingombrante? Un ostacolo?
“C’è stato un momento di tensione con Conte, ma io non l’ho mai visto come un ostacolo. Sono due persone diverse che stanno lavorando insieme. Ci stiamo evolvendo in meglio”.

Cosa ne pensa dei finanziamenti russi ad alcuni partiti in Europa?
“Ho letto la notizia, non ho informazioni in più. E’ necessaria chiarezza al più presto. Il Copasir sta facendo questo. Al di la delle elezioni tutto deve essere chiarito fino in fondo. Spero che il nostro Paese non sia coinvolto”

Siete stati alleati della Lega, del Pd e infine il governo Draghi. Perché su Draghi è prudente. Cosa ne pensa?
“Non sono prudente. Penso che Draghi abbia vissuto con insofferenza la nostra presenza che metteva sul piatto questioni importanti per il nostro Paese. Ancora presidente del consiglio in futuro? No, grazie. Basta”.

Quindi il suo giudizio generale? Positivo o no?
“Le dico: il governo che mi è piaciuto di più è il Governo 2. L’ultima parte del governo Draghi non mi è piaciuta. Siamo usciti… Siamo entrati nell’esecutivo e fatto inserire il ministero per la transizione ecologica che poi non è stato proprio in linea con noi. Cingolani non mi sembra così vicino a noi dei 5 stelle. Spero che il prossimo governo continui ad avere questo ministero. Il punto però è come lavori. Cosa fai”.

Politicamente ve la sentite di rivendicare la caduta del governo Draghi?
“Noi non abbiamo pensato: facciamo cadere il governo. La nostra funzione qual era? Cosa facevamo lì dentro. Ci assumiamo un pezzetto di responsabilità ma l’abbiamo fatto nell’interesse delle questioni sociali che avevamo portato avanti”.

Cosa pensa del tema dell’aborto?
“La Meloni gioca con le parole su un tema fondamentale. Oggi il problema non è il diritto a non abortire, è il diritto ad abortire. Ci sono strutture senza medici non obiettori nel nostro Paese… La Meloni mi fa paura su questo tema come anche sulla prevenzione e l’educazione nelle scuole”.

Le dirette streaming, “apriremo il palazzo come una scatola di tonno”, movimento coeso e poi la scissione. La vostra credibilità che parola d’ordine è oggi?
“Povero Bersani, lo abbiamo trattato malissimo. Io ho vissuto tutte le fasi del movimento. Penso che oggi sia profondamente cambiato. Saremo stolti a non imparare dai nostri errori. E lo abbiamo fatto. Oggi ci stiamo strutturando, passo in avanti. Cosa vedo nel movimento? Vedo un movimento che sta recuperando la sua funzione sociale che comunque non ha mai perso nei vari governi, la lotta al precariato, l’ambiente… Essere ambientalisti non è che porta sempre voti eh…”.

Dovrete instaurare un dialogo con la sinistra prima o poi oppure no?
“Io ho stima per Bersani. E’ una persona con cui mi piacerebbe che il mio movimento dialogasse. Io non ho un preclusione per il PD in generale, ma per quello che il PD sta esprimendo oggi. Calenda? E’ ossessionato da noi…”.

Secondo lei, chi sono gli uomini affidabili dell’attuale dirigenza del PD?
“Non è una domanda che può fare a me… Io le posso dire che se il PD tornasse ai fatti, io non credo ci sarebbero ostacoli al dialogo. Arriviamo da mesi in cui hanno rinnegato se stessi. Qualcosa è successo… Ci ripensiamo dopo il 25 settembre? Vediamo. Vediamo i temi veri. I fatti”.

Che rapporto c’era con Zingaretti?
“Zingaretti io l’ho conosciuto velocemente però posso dire che il dialogo Conte-Zingaretti ha funzionato”.

Nato sì o no?
“Conte è stato chiaro. Lui sostiene, e condivido, che la nostra collocazione non è in discussione ma il tema è come ti poni nella collocazione. Ad esempio non è stato semplice ottenere il Pnrr con gli altri paesi. Conte è stato lì e ha lottato. Così bisogna fare”.

Cosa pensa di Calenda?
“Parla di Governo con Draghi che ha detto che non vuole farlo. Parla di larghe intese? Noi non ci saremo sicuramente”.

Raggi e Di Battista?
“Virginia ha avuto un coraggio enorme”.

Ma dove è ora? La tenete nascosta?
“No, Conte ha fatto campagna elettorale per lei. Virginia fa parte del Movimento, Alessandro non si è voluto candidare per motivi chiari. Spero che voglia tornare quando e se condividerà le nostre posizioni. Magari tornerà. Di Maio? Ha fatto una scelta diversa, con lui ho fatto tante cose e non le rinnego. Non capisco la scelta e non credo ci sarà un riavvicinamento”.

Quanto deve fare il Movimento 5 Stelle per dirsi vincente e con chi mai più?
“Non darò mai una percentuale. Spero che faremo bene. Mai nella vita con Fratelli d’Italia. Con la Lega? No, abbiamo dato…”.

Si vede leader del M5s?
“No, va benissimo Giuseppe”.

La stampa in Italia è libera?
“Esistono degli editori che hanno un ruolo nel loro giornale. Questo non riguarda solo il gruppo Gedi, è un tema generale. Se vedo come hanno trattato la Raggi alcuni giornali e come trattato oggi Gualtieri… Due pesi e due misure… Mi sembra oggettivo”.

TPI FEST 2022

La festa di The Post Internazionale quest’anno sbarca a Bologna, da giovedì 15 a sabato 17 settembre 2022, presso la “Tettoia Nervi“, in piazza Lucio Dalla, nel cuore pulsante dello storico quartiere della Bolognina.

Tre serate, tre temi diversi: 1. L’agenda sociale del Paese; 2. La Destra al potere?; 3. Una nuova visione del mondo. Il tutto a pochissimi giorni dalle elezioni politiche del 25 settembre. Un importante momento per confrontarsi sulle idee.

Numerosi gli ospiti: dall’ex segretario del Pd Nicola Zingaretti al leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, dal governatore dell’Emila-Romagna Stefano Bonaccini all’ex sindaco di Torino Chiara Appendino.

Lo slogan del TPI Fest è: Fatti un’idea. La tua. La manifestazione culturale è patrocinata dal Comune di Bologna ed è libera e ad ingresso gratuito. L’evento è anche l’occasione per festeggiare insieme il primo anniversario della nascita del nostro settimanale The Post Internazionale.

tpi fest 2022 programma

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