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Arriva la “tassa sulla pipì” in bar e ristoranti: la proposta di legge approvata dalla Regione Lazio

Immagine di copertina
Credit: PIxabay

Se la proposta diventerà legge, ristoranti e bar potranno chiedere un compenso minimo per far utilizzare i servizi igienici anche a chi non è cliente

“Tassa sulla pipì” in bar e ristoranti: la proposta di legge approvata dalla Regione Lazio

Ristoranti e bar potranno chiedere un compenso minimo per far utilizzare i servizi igienici anche a chi non è cliente. Accadrà a Roma e nel Lazio se sarà approvata in via definitiva la proposta di legge soprannominata “tassa sulla pipì”, che ha superato lo scorso 9 settembre il vaglio della commissione Bilancio della Regione. Per esigere questo compenso, basterà esporre un cartello che indica il costo per usufruire nei bagni.

S&D

La nuova norma, come riporta Affari Italiani, è contenuta nella proposta di legge regionale n. 37 del 20 giugno 2018, all’articolo 6, il quale prevede che: “Qualora il servizio igienico, per i soggetti diversi dalla clientela dell’esercizio, sia messo a pagamento, il prezzo dello stesso deve essere reso ben noto attraverso l’apposizione di idoneo cartello”.

Non è ancora chiaro a quanto dovrebbe ammontare l’ipotetica “tassa sulla pipì”, né se ci sarebbero sanzioni per chi non esponesse il cartello.

La proposta non piace tuttavia al comune di Roma, che a luglio ha approvato il Nuovo regolamento di polizia urbana, nel quale si legge che: “È fatto obbligo agli esercenti degli esercizi pubblici di consentire l’utilizzo dei servizi igienici a chiunque ne faccia richiesta”.

Una contraddizione, insomma, non solo tra l’amministrazione regionale e quella comunale, ma anche i due azionisti principali del nuovo governo Conte bis. Da una parte, infatti, c’è la giunta regionale del Lazio, guidata dal governatore e segretario Pd Nicola Zingaretti, dall’altra la maggioranza capitolina del Movimento Cinque Stelle, con Virginia Raggi come prima cittadina.

Contraria a questo onere, già soprannominato “tassa sulla pipì”, anche la Codacons. “Siamo alla follia”, ha dichiarato il presidente Carlo Rienzi. “L’uso dei bagni è compreso nel servizio reso da bar e ristoranti, e non si capisce perché debba essere messo a pagamento. Una nuova tassa a carico di cittadini e turisti che rischia di creare il caos e che potrebbe essere impugnata nelle opportune sedi: la pipì rientra tra le esigenze fisiche primarie degli essere umani, e vietare l’uso dei bagni in assenza di pagamenti potrebbe rappresentare una violenza e una lesione dei diritti fondamentali della persona, oltre ad avere effetti gravi sul fronte sanitario”.

Viva i bagni pubblici “gender free”. E diciamo basta anche all’etichetta “disabili”
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