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Mattarella: “Va protetta la persona, non l’etnia. No a nefaste concezioni di supremazia basate sulla razza”

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Mattarella: “Va protetta la persona, non l’etnia. No a nefaste concezioni di supremazia basate sulla razza”

“È la persona, in quanto figlia di Dio, e non la stirpe, l’appartenenza a un gruppo etnico o a una comunità nazionale, a essere destinataria di diritti universali, di tutela e di protezione”. Lo ha detto oggi Sergio Mattarella, in un passaggio del suo discorso per celebrare Alessandro Manzoni.

Parole che suonano come una risposta indiretta alle polemiche delle scorse settimane, in cui il concetto di etnia è stato tirato in ballo dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Agli Stati generali della natalità a Roma, il cognato di Giorgia Meloni ha invocato la difesa della ”etnia italiana”, meno di un mese dopo aver messo in guardia da una presunta “sostituzione etnica” in Italia.

Mattarella è intervenuto sul tema citando Manzoni, di cui oggi ricorre il 150esimo anniversario della morte. Nella visione dello scrittore milanese, “è l’uomo in quanto tale, non solo in quanto appartenente a una nazione, in quanto cittadino, a essere portatore di dignità e di diritti”, ha detto il presidente della Repubblica durante una visita nella città meneghina.

“A proposito del romanticismo e del Risorgimento italiano si cita spesso la triade dio, patria e famiglia, quasi in contrapposizione alla triade della rivoluzione francese, libertà, eguaglianza, fraternità”, ha detto il capo dello stato in un altro passaggio del discorso. “È una cesura eccessivamente schematica. Il romantico e cattolico Manzoni, in verità, non rinnega i valori della rivoluzione francese, anzi, li approva e li condivide, insistendo soprattutto sul quello più trascurato, la fraternità”, ha continuato Mattarella. “La rivoluzione francese, secondo Manzoni, aveva tradito questi valori, perché, con il giacobinismo, si era trasformata nell’ideologia del Terrore e della violenza. Nulla, per l’autore dei ‘Promessi sposi’, è più nefasto delle teorie politiche astratte che immolano sull’altare della ragion di Stato i diritti di uomini o di intere popolazioni. Nulla, per lui, è più sacro della vita umana. La verità deve prevalere sulla menzogna, la tolleranza sull’odio, la pietà sulla violenza, la morale sul calcolo di convenienza”.

Secondo Mattarella, “nell’idea manzoniana di libertà, giustizia, eguaglianza, solidarietà si può scorgere una anticipazione della visione di fondo della Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo del 1948”

“Una carta fondamentale”, la definisce, “nata dopo gli orrori della Seconda Guerra mondiale, che individua la persona umana in sé, senza alcuna differenza, come soggetto portatore di diritti, sbarrando così la strada a nefaste concezioni di supremazia basate sulla razza, sull’appartenenza, e, in definitiva, sulla sopraffazione, sulla persecuzione, sulla prevalenza del più forte. Concetti e assunti che – come ben sappiamo – sono espressamente posti alla base della nostra Costituzione repubblicana”.

Il presidente della Repubblica ha citato anche “La storia della colonna infame”. L’opera, in cui Manzoni ha raccontato il processo e la condanna a morte di due presunti untori, “ci ammonisce di quanto siano perniciosi gli umori delle folle anonime, i pregiudizi, gli stereotipi; e di quali rischi si corrano quando i detentori del potere – politico, legislativo o giudiziario – si adoperino per compiacerli a ogni costo, cercando solo un effimero consenso”.

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