Salvini: “Stop alla legge Fornero, i soldi li prendiamo mettendo in pausa il Reddito di cittadinanza”
Salvini propone lo stop alla Fornero con i soldi del Reddito di cittadinanza
Per finanziare la nuova riforma pensionistica denominata “quota 41” che permette di andare in pensione “da 61-62 anni”, Matteo Salvini propone di attingere dai fondi destinati al reddito di cittadinanza, mettendolo “in pausa”. “Posso dire che i calcoli che stiamo facendo con i tecnici della Lega – ha detto il segretario del Carroccio – ci permettono di dire che può essere stoppata la legge Fornero, avviando quota 41 magari da 61-62 anni. I soldi li prendi rivedendo il reddito di cittadinanza, che ora è eterno, ma se metti un periodo di pausa recuperi le risorse”.
Per scongiurare il ripristino della tanto criticata riforma pensionistica servono 1,3 miliardi di euro, che Salvini punta a recuperare “tagliando un po’ di furbetti del Reddito di cittadinanza che è percepito da 9 milioni di persone”.
Il cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle ha le gambe corte nel nuovo governo Meloni: la nuova presidente del Consiglio non ha nascosto le sue intenzioni programmatiche nel discorso pronunciato alla Camera prima di chiedere la fiducia: “Ai pensionati in difficoltà o agli invalidi non sarà negato il doveroso aiuto dello stato. Per altri, per chi è in grado di lavorare, la soluzione non è il reddito di cittadinanza ma il lavoro, la formazione e l’accompagnamento al lavoro”.
Linea ripresa dal vicepremier leghista: “Lasciamolo a chi non ce la fa a lavorare. Ma chi lo prende e sta sempre davanti alla Tv e magari da 2-3 anni rifiuta tutte le offerte di lavoro perde qualsiasi privilegio e quei soldi li utilizzo per finanziare l’abolizione della legge Fornero”. All’interno dell’esecutivo la decisione sul reddito verrà formalmente presa da Marina Elvira Calderone, ministra del Lavoro.
L’ultimo rapporto dell’Anpal, datato 30 giugno, e citato sul Sole 24 Ore, riferisce che dei 2,3 milioni di percettori (un milione di nuclei), 920 mila sono considerati in grado di lavorare. Circa il 40% di chi oggi riceve il sussidio mensile rischia di vederselo tolto.