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Ponte sullo Stretto, governo verso l’addio al tetto di 240 mila euro per gli stipendi dei manager

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Ponte sullo Stretto, governo verso l’addio al tetto di 240 mila euro per gli stipendi dei manager

La questione aveva già fatto discutere l’anno scorso. La norma per aggirare il tetto dei 240mila euro lordi per lo stipendio annuo dei dirigenti pubblici era stato inserito nel decreto Aiuti bis, prima che il clamore mediatico convincesse il governo, all’epoca guidato da Mario Draghi, a rimediare.

Ora, secondo quanto riporta La Repubblica, lo stop al tetto tornerà, anche se solo per alcuni manager. A beneficiare dell’esonero sarà la società incaricata della realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, se sarà confermato il testo del decreto omnibus che finirà sul tavolo del Consiglio dei ministri lunedì prossimo.

La decisione ha scatenato la forte reazione delle opposizioni. “Diceva mia nonna che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Ora si dice che la destra fa i ponti ma… non i tetti. In particolare quelli agli stipendi. Dicono no al salario minimo e poi tolgono il tetto ai compensi dei manager della società per il Ponte Sullo Stretto. Vergogna”, ha scritto su Twitter il deputato Pd, Emiliano Fossi.

“La volontà di Meloni e Salvini di concedere una deroga al tetto degli stipendi per i vertici della società Stretto di Messina Spa è scandalosa. Lo scenario è il seguente: reddito di cittadinanza no, aiuti alle famiglie contro il caro-vita no, sostegni contro il caro-mutui nemmeno, interventi per attenuare il costo della benzina neanche a parlarne. Questa destra gli unici favori li fa ai soliti noti e a chi ha già. Oltretutto questa scelta conferma che a Salvini delle infrastrutture del Sud non importa nulla. Nemmeno dell’inutile e farsesco ponte sullo Stretto. Al ministro interessa solo l’affare ponte, con tutte le sue spartizioni e prebende varie. Uno scempio, messo in piedi sulla pelle dei cittadini e con i loro soldi”, il commento del vicecapogruppo del M5s alla Camera, Agostino Santillo.

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