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Home » Politica

Il Pnrr? Si comunica da solo: nessun giornalista nel concorsone di Draghi per attuare il Recovery

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Draghi dimentica i giornalisti: nessun giornalista nel concorsone per l'attuazione del Pnrr. Dalla rubrica "Sabbiature", sul nuovo numero del nostro settimanale, in edicola dal 10 dicembre

Il concorsone per reclutare gli esperti sul Pnrr? Convocato in ritardo e con soli 5 giorni di preavviso per aderire. Eppure la notizia non ha trovato spazio su quasi nessun quotidiano italiano. Non solo: tra i 1.500 esperti selezionati per l’attuazione del Piano ci sono zero (0!) esperti in comunicazione e informazione digitale. Eppure è l’Europa a chiederli: «L’Europa prevede indicazioni specifiche su comunicazione pubblica del Next Generation Eu, l’Italia non ha un Piano ma solo un sito web. Il digitale è l’ambito prioritario per il rilancio e la crescita, non c’è una figura prevista per l’utilizzo efficace ed efficiente delle piattaforme digitali di comunicazione – dice il presidente di PA Social e Fondazione Italia Digitale Francesco Di Costanzo –. La riforma della comunicazione pubblica è ferma quando servirebbe urgentemente una svolta digitale, siamo in ritardo di anni».Proprio la pandemia ci ha dimostrato quanto sia importante la trasparenza e la comunicazione per gestire al meglio fenomeni complessi e per costruire credibilità e fiducia nelle istituzioni. Figure che sono state centrali nella gestione della pandemia per garantire trasparenza, dialogo e interazione, e che oggi vengono ignorate per la gestione di una montagna di soldi.

Evidentemente qualcuno è convinto che il Pnrr si comunichi da solo oppure più semplicemente che solo il fatto che sia stato Draghi a gettarne le basi dovrebbe metterci al riparo dal sospetto che avvengano le solite furberie che in Italia sono sempre accadute anche quando si trattava di pochi spicci.Eppure era stato proprio Draghi a dirci che in quei 248 miliardi «…c’è il destino del Paese, la misura di quello che sarà il suo ruolo nella comunità internazionale… È questione non solo di reddito e benessere, ma di valori civili e sentimenti che nessun numero e nessuna tabella potrà mai rappresentare». Era il 26 aprile di quest’anno e ora tutto sembra diventato materia da burocrati rinchiusi negli uffici. Attendiamo con fiducia.

Leggi l’articolo completo sul settimanale The Post Internazionale-TPI: clicca qui
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