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Cos’è il ministero per la Transizione Ecologica del Governo Draghi

Immagine di copertina
Roberto Cingolani, ministro per la Transizione ecologica. Credit: Ansa

Ministero per la Transizione Ecologica del Governo Draghi: cos’è e di cosa si occuperà

Il Governo Draghi ha istituito il ministero per la Transizione Ecologica, che sarà presieduto da Roberto Cingolani (qui un suo profilo). Si tratta di un ministero fortemente voluto da Beppe Grillo e dal Movimento Cinque Stelle, che hanno posto la sua istituzione come condizione per far partire l’esecutivo di Mario Draghi. Ma di cosa si occuperà esattamente questo ministero? Ecco quali saranno i compiti di Cingolani e della sua squadra di viceministri e di sottosegretari.

Il ministero per la Transizione Ecologica dovrà occuparsi innanzitutto di tutte le risorse del Recovery Plan destinate all’ambiente e, per l’appunto alla transizione green. Gli investimenti richiesti dall’Europa ai paesi che beneficiano dei fondi del Recovery Plan devon essere infatti in linea con gli obiettivi posti dal Green Deal europeo, il piano messo a punto dalla Commissione europea per contrastare il cambiamento climatico.

L’Italia avrà in dotazione circa 70 miliardi complessivi per la transizione verde, e verosimilmente una buona parte di questi fondi verrà gestita proprio dal ministero a cui è stato messo a capo Roberto Cingolani.

Il Ministero della Transizione ecologica inoltre dovrebbe accorpare i dicasteri di Ambiente e Sviluppo Economico. Proprio quest’ultimo ministero ha oggi al suo interno un dipartimento per la Transizione ecologica che “cura le competenze del ministero in materia di economia circolare, contrasto ai cambiamenti climatici, efficientamento energetico, miglioramento della qualità dell’aria e sviluppo sostenibile, cooperazione internazionale ambientale, valutazione e autorizzazione ambientale e di risanamento ambientale”.

Il ministero per la Transizione ecologica negli altri Paesi

In altri Paesi esiste già un ministero per la Transizione ecologica. In Francia il nome preciso è “ministero della Transizione ecologica e solidale”, che comprende al suo interno non solo le funzioni tradizionalmente attribuite al ministero dell’Ambiente, ma anche quelle del ministero dei Trasporti. Si occupa inoltre di energia e politiche abitative.

Anche in Spagna esiste un ministero di questo tipo, e anche in questo caso si occupa sia di ambiente che di piani energetici. In Svizzera, infine, questo ministero gestisce compiti e fondi su temi di ambiente, energia e trasporti.

Chi è Roberto Cingolani

Il fisico Roberto Cingolani, dunque, è il nuovo nuovo ministro della Transizione Ecologica: ma chi è l’uomo scelto dal premier Mario Draghi per guidare l’importante ministero al centro anche della votazione su Rousseau da parte degli iscritti M5S?

Responsabile dell’innovazione tecnologica di Leonardo dal 2019, è nato a Bari il 23 dicembre del 1961. Nel capoluogo pugliese consegue la laurea in Fisica e il dottorato, perfezionandosi successivamente alla Scuola Normale Superiore di Pisa.

Membro dello staff del Max Planck Institut di Stoccarda, dove lavora con il premio Nobel per la fisica professor Klaus von Klitzing, nel 2000 è nominato Professore Ordinario di Fisica Sperimentale all’Università di Lecce.

L’anno successivo fonda e dirige il National Nanotechnology Laboratory e collabora come perito per la procura di Roma su alcune perizie nei casi Marta Russo e Unabomber.

Nel 2005 fonda l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, che dirige fino al 2019 quando approda a Leonardo, azienda italiana che opera nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza.

Alfiere del Lavoro e Commendatore della Repubblica Italiana, è autore o co-autore di oltre 1000 pubblicazioni su riviste internazionali e ha al suo attivo oltre 100 brevetti.

Leggi anche: 1. Da Dell’Utri a Bontate: il curriculum di Berlusconi ci impone di dire No al nuovo governo (di A. Di Battista) /2. Torna a casa Lassie, torna a casa Renzi: ecco su cosa si combatterà la sfida del prossimo anno nel Pd / 3. Nadia Urbinati a TPI: “La reputazione di Draghi è un passaporto, ma in Parlamento non basterà”

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