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Il mistero della manovra finanziaria: ferma al Tesoro e riscritta a piene mani dal ministro Franco

Immagine di copertina
Il premier Mario Draghi e il ministro dell'Economia Daniele Franco. Credit: Ansa

Era stata approvata dal Governo il 28 ottobre scorso, con otto giorni di ritardo rispetto alla tabella di marcia. Non verrà inviata alle Camere prima di mercoledì

Manovra finanziaria ferma al Tesoro e riscritta dal ministro Franco

Che fine ha fatto la manovra finanziaria approvata dal governo? È la domanda sulla quale aleggia un vero e proprio mistero dal momento che la legge di bilancio doveva essere già da tempo inviata alle Camere per l’ok definitivo.

Come ricorda Il Fatto Quotidiano, infatti, la manovra, approvata il 28 ottobre scorso, con otto giorni di ritardo rispetto all’iter prestabilito che prevede l’approvazione entro il 20 ottobre e il contestuale invio alle Camere, in realtà non è mai comparsa in Gazzetta Ufficiale né tantomeno è mai arrivata in Parlamento.

Secondo fonti del ministero del Tesoro, interpellate dal quotidiano, infatti, la manovra è ancora ferma al dicastero dell’Economia dove il ministro Franco e i tecnici la starebbero riscrivendo con una procedura di fatto illegittima dal momento che, così come prevede il regolamento, la manovra non potrebbe essere modificata una volta approvata dal Consiglio dei ministri.

I ritardi e la noncuranza delle regole non sono una cosa nuova, specialmente in materia di legge di Bilancio. Già negli anni passati, nei vari governi che si sono succeduti, tempi e regole non erano stati rispettati con il risultato che le Camere, dal momento che la manovra deve essere approvata entro e non oltre il 31 dicembre per evitare l’esercizio provvisorio, hanno sempre avuto pochissimo tempo per discutere ed apporre eventuali modifiche alla legge.

Questo accadrà anche quest’anno con l’iter, che prende ufficialmente il via con l’invio della manovra alla Commissione Bilancio, che non inizierà prima di mercoledì 10 novembre al Senato.

Considerando che ci vogliono un paio di settimane prima che il disegno di legge arrivi in Aula, è molto probabile che il testo che verrà approvato in Senato non verrà poi modificato alla Camera, con il risultato che, anche questa volta, la manovra verrà discussa in maniera approfondita da un solo ramo del Parlamento.

Un ritardo sul quale, nei giorni scorsi, si era espressa duramente anche Giorgia Meloni, leader dell’unico partito all’opposizione, Fratelli d’Italia, la quale nel corso della trasmissione Controcorrente aveva dichiarato che sulla presentazione della manovra di bilancio alle Camere: “Siamo fuori tempo massimo, va bene l’autorevolezza di Draghi ma non è che il Parlamento non conta più niente, non è che possiamo decidere che, in una repubblica Parlamentare, il Parlamento non serve più a niente. Se continua così, il Parlamento non valuterà neanche più la manovra”.

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