Pd, M5S e Avs lavorano a una manifestazione per Gaza. E il 21 giugno a Roma scendono in piazza le associazioni

Il centrosinistra pensa a un corteo il 7 giugno: Perugia si candida a ospitarlo. Improbabile che i due eventi possano convergere: le associazioni parlano di "genocidio"
Una cosa è certa: nelle prossime settimane in Italia ci sarà almeno una manifestazione per chiedere di porre fine al massacro perpetrato da Israele sulla Striscia di Gaza. Ma con ogni probabilità i cortei saranno due.
Da una parte ci sono i tre principali partiti del centrosinistra – Pd, M5S e Avs – che fanno sapere di essere al lavoro per organizzare una mobilitazione congiunta, alla quale potrebbero aderire, seppur tra diversi distinguo, anche i centristi di Azione, Più Europa Italia Viva. Dall’altra c’è una nutrita schiera di associazioni che ha già programmato per il 21 giugno di scendere in piazza a Roma contro “guerra, riarmo, genocidio, autoritarismo”. Proprio l’utilizzo di queste parole-chiave molto nette rende tuttavia improbabile che le due iniziative possano convergere in un unico appuntamento.
“Siamo al lavoro con la rete di associazioni per organizzare una grande manifestazione nazionale per Gaza. Facciamo tutti insieme uno sforzo, in queste ore, con spirito largo e unitario, per renderla ancora più grande e partecipata”, riferiscono comunque fonti del Partito democratico all’Ansa.
Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, scrive sui social: “Se Governo e maggioranza Meloni restano seduti, noi ci alzeremo in piedi. Il M5S come sempre c’è e sta lavorando in queste ore per mobilitazioni corali e di piazza contro il genocidio in corso a Gaza, contro la condotta criminale di Netanyahu”.
Nicola Fratoianni, co-leader di Alleanza Verdi Sinistra, conferma: “Facciamo sentire il peso della forza del popolo italiano, mettiamo in campo tutti gli strumenti in grado di fermare il massacro in corso del popolo palestinese. Pronti per una manifestazione nazionale per Gaza”.
Sul fronte dei moderati, Carlo Calenda, segretario di Azione, si dice disponibile a partecipare, a patto che “non ci siano bandiere di Hamas e che non ci sia alcun tipo di atteggiamento antisemita”. PiùEuropa rimarca che la manifestazione dovrebbe esprimere “la netta condanna non solo del folle operato di Netanyahu ma anche delle azioni di Hamas”, mentre Matteo Renzi, numero uno di Italia Viva, spiega che “se la piattaforma è la condanna del governo Netanyahu” lui sarà il primo ad aderire, sempre che “non si trasformi in un atteggiamento antisemita”.
Intanto, Perugia si candida a ospitare l’evento. La sindaca Vittoria Ferdinandi, indipendente di centrosinistra, fa sapere: “Come sindaca della città di Perugia, città che da decenni è impegnata sui temi della pace, dell’accoglienza e della cooperazione, sento il dovere di mettere a disposizione questo straordinario patrimonio civile: Perugia ci sarà e può ospitare il corteo se sarà considerato da tutti utile e fruttuoso”.
Tra le possibili date, la più quotata al momento sembra essere sabato 7 giugno, vigilia dei referendum sulla cittadinanza e sul lavoro, a cui la mobilitazione potrebbe fare anche da volano per il raggiungimento del quorum.
Ma, come detto, una manifestazione per Gaza già è prevista: il 21 giugno a Roma oltre 300 tra reti, gruppi, organizzazioni politiche si ritroveranno a Porta San Paolo per il corteo “No guerra, riarmo, genocidio, autoritarismo”. La mobilitazione corteo fa parte della campagna internazionale “Stop Rearm Europe” ed è stata indetta, tra gli altri, da Arci, Ferma il Riarmo (Sbilanciamoci, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione Perugia Assisi, Greenpeace Italia), Cgil, Anpi, Attac, Refugees Welcome, Unione degli Studenti, Transform Italia e Giuristi democratici, oltre alla comunità palestinese.
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