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Migranti, la mossa di Enrico Letta: affidare all’Ue gli accordi con la Guardia costiera libica

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Migranti, la mossa di Enrico Letta: affidare all’Ue gli accordi con la Guardia costiera libica

Enrico Letta chiede che il memorandum di cooperazione tra Italia e Libia – attraverso cui il nostro Paese dal 2017 ha finanziato la guardia costiera libica per operare soccorsi in mare e bloccare le partenze dei migranti – sia affidato all’Unione Europea entro sei mesi. E cioè che sia Bruxelles e non l’Italia a versare i fondi al governo di Tripoli. È questa la mossa del segretario del Pd per rispondere agli appelli che arrivano da centinaia di associazioni e Ong e dal partito stesso in vista del voto di domani alla Camera dei deputati. Nella riunione del gruppo dem della settimana scorsa sarebbero stati in molti a chiarire di non volersi assumere la paternità di accordo che si è rivelato “sporco di sangue”.

La cosiddetta “scheda 48” del memorandum prevede infatti l’addestramento e l’appoggio ai libici in funzione anti migranti, ma negli anni si è rivelato uno spreco di risorse che ha prodotto conseguenze gravi: da un lato, i membri del corpo militare spesso non si sono occupati dei soccorsi, e in assenza di Ong umanitarie migliaia di migranti hanno continuato a morire cercando di arrivare in Europa. Dall’altro, sono ormai conclamate e dimostrate le brutali violenze perpetrate nei centri di detenzione – ufficiali e non – in cui le persone intercettate dalle motovedette libiche vengono condotte.

“Abbiamo visto le motovedette utilizzate per speronare i migranti e sparare ai pescatori italiani, a cos’altro ci tocca assistere?”, ha ricordato il deputato dem ed ex presidente del Pd Matteo Orfini, da sempre contrario all’accordo. Tra gli oppositori anche Leu, Nicola Fratoianni, le 6mila sardine, Cgil e i Radicali, che domani parteciperanno al sit-in indetto a Montecitorio in occasione del voto alla Camera, “Libia: una benda per non vedere?”, con la richiesta di non rinnovare la missione in Libia e interrompere la cooperazione con le autorità in assenza di garanzie concrete sulla protezione dei diritti e della dignità umana.

“E’ una violazione della nostra Costituzione, delle leggi internazionali e della nostra umanità. Chiediamo ai deputati di avere il coraggio di votare contro il rifinanziamento della Guardia costiera libica. Ricordiamo a tutti che un voto a favore significa avere le mani sporche di sangue innocente”, ha dichiarato padre Alex Zanotelli.

Anche la base ha chiarito la posizione al Nazareno con un mail boming che ha riproposto il filmato della motovedetta che sperona un barchino carico di migranti. Di qui la volontà di Letta di riscrivere il “nodo Libia”. Per farlo non c’è ancora una riformulazione precisa e non è chiaro se ci sarà un emendamento del Pd, ma secondo quanto riportato da Repubblica i dem Lia Quartapelle Enrico Borghi starebbero trattando nelle rispettive commissioni, Esteri e Difesa, della Camera.

I dem fanno leva sul segretario ricordando Mare Nostrum, l’operazione che lanciò da presidente del Consiglio nel 2013 dopo il naufragio di Lampedusa del 3 ottobre, che permise il potenziamento delle operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale, salvando migliaia di migranti in mare. Ora per il Pd  è cruciale che l’Italia non finanzi nuovamente l’accordo, ascolti e dia seguito alle richieste della società civile.
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