Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 18:51
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Politica

Lettera al Pd: “Questa classe dirigente ha fallito. Il partito va rigenerato” (di L. Palone)

Immagine di copertina

Riceviamo e pubblichiamo questo intervento di Lucia Palone in direzione regionale Pd Lazio.

S&D

“Ho chiesto di prendere la parola in questa sede, di cui faccio parte, spinta dalla necessità di chi a 29 anni ha vissuto la nascita del nostro partito, ho vissuto l’evoluzione e, soprattutto, le contraddizioni che lo hanno caratterizzato in questi anni, fino all’esito delle disastrose elezioni del 25 settembre scorso. Quando sento dire ai nostri militanti “il vostro Pd ha fallito” a me questa cosa fa davvero inca*zare, perché le scelte, quelle “importanti” non le abbiamo decise noi, le candidature, anche quelle ingiuste e alcune abbastanza imbarazzanti, non le hanno decise i tesserati, le candidature quelle mandate al massacro non le hanno decise gli amministratori del PD locali, provinciali o regionali, loro non hanno fallito e meritano rispetto. Una classe dirigente del PD che ha delegato alla stampa o a messaggi WhatsApp, di notificare agli uscenti, tra cui giovani e donne, che hanno dimostrato capacità e merito, che non sarebbero stati ricandidati, senza un criterio, senza una discussione, senza condividere come rappresentare i territori in maniera logica. Ecco, è questa classe dirigente che ha fallito, non la base del Pd. Basta riempirsi la bocca di argomenti retorici che poi nell’atto pratico non vengono mai attuati: parità di genere, consulta nazionale delle donne, conferenze nazionali, poi le donne del partito, quelle davvero capaci, che hanno dimostrato negli anni di essere un valore aggiunto vengono “utilizzate” per garantire l’elezione a candidature maschili. Il risultato, come sappiamo: 36 ELETTE SU 102. Complimenti, alla faccia della parità di genere. Basta parlare sempre di giovani generazioni, che il Pd non ha mai fatto emergere.

Basta dire “il Pd deve ripartire dai territori” ogni volta che si perdono le elezioni. Ma quanto siamo ridondanti? Quei territori che sono stati snaturati per l’ennesima volta con candidature calate dall’alto e che nulla hanno a che fare con essi, quei territori dove un partito di sinistra vero dovrebbe starci 12 mesi su 12, e trovare lì le eccellenze da candidare; affinché la gente ci si riconosca e non si senta presa in giro. E sulle scelte che si fanno lì, in quei territori, dovrebbe emergere una classe dirigente seria e coraggiosa, invece cosa si è fatto per l’ennesima volta? Loro, quelli della classe dirigente, si sono blindati nei primi posti sul proporzionale sicuro, lasciando sui collegi uninominali (quelli ovviamente dati per persi e tendenzialmente di destra, come ad esempio a Frosinone) i rappresentanti dei territori, soli a schiantarsi contro un muro. Gli elettori queste cose le notano, le conseguenze si pagano e il risultato ad oggi è sotto gli occhi di tutti. Parlando con le persone, anche durante la campagna elettorale, l’idea che diamo è quella di essere un partito elitario, che non parla alla classe media, agli operai, ai disoccupati, agli impiegati, agli studenti, ai precari. Siamo percepiti come autoreferenziali e la verità è che lo siamo diventati per davvero. Facile, quindi, dire ripartiamo dai territori a posteriori, ma nessuno ha avuto il coraggio di mettere quei territori al centro della discussione quando era il momento, discussione che, tra l’altro, non c’è mai stata.

Le persone hanno preferito votare la destra più oscurantista di sempre, una coalizione che propone misure fuori da ogni raziocinio, altri si sono aggrappati alla speranza di un provvedimento che può essere oggetto di mille critiche, permettendo ai 5stelle una rimonta inaspettata, perché per quelle persone in estrema difficoltà ha rappresentato l’unica possibilità, mentre Noi, non siamo stati capaci di arrivare a quelle persone, noi non abbiamo spinto su nulla, aggrappati ad una comunicazione anni 80, anacronistica e sconcertante. Hanno scelto loro e non noi, non siamo stati credibili, il Pd in quanto partito di sinistra non è stato percepito. Decidiamo una volta per tutte dove collocarci, ridando finalmente dignità e soprattutto un’identità al nostro partito con persone che sui territori ci sono da sempre, che sono riconoscibili e apprezzate per il lavoro svolto negli anni.

Basta con questo senso di responsabilità a tutti i costi che ci ha spinti sulla soglia del ridicolo, a governare anche con i minimi storici, a inseguire super tecnici, quando un partito serio dovrebbe avere al suo interno politici credibili e capaci su cui puntare, il più grande senso di responsabilità è di stare all’opposizione quando i numeri ce lo impongono e di tornare alle urne quando oltre ai numeri lo impone la storia, quella che ci dovrebbe ricordare quanto siamo diversi dalla Lega e quanto sia assurdo anche solo pensare di poterci governare assieme, perché la gente comune, la nostra gente, questo senso di responsabilità così tanto millantato lo percepisce come unico e  prepotente attaccamento alla poltrona.

Il PD non va né sciolto, né rottamato, né serve cambiare nome e formare un nuovo partito se poi a dirigerlo troveremmo sempre le stesse persone. Il Pd va rigenerato. Ha fallito questa classe dirigente, incapace di percepire i bisogni del Paese, incapace di farsi davvero comunità, incapace di attuare le esigenze di rappresentanza territoriale. Oggi c’è bisogno di una vera e propria rigenerazione. Molti circoli si sono svuotati, ci sarà un crollo fisiologico dei tesserati, le persone schiveranno i nostri banchetti. Vogliamo questo? Se, invece, vogliamo continuare seriamente facciamolo con l’ennesimo congresso, ma che sia un congresso sui temi, un congresso che non sia una conta, che non sia l’affermazioni delle ennesime mozioni. Ma per ripartire stavolta, è necessario, che tutta la classe dirigente che ci ha portati fino a questo punto si metta un mano sulla coscienza e faccia un passo di lato. Bersani, anche stavolta, ha dato in tempi non sospetti una grande lezione, consigliando a chi ha fatto il proprio tempo di avere disponibilità e non aspirazioni, perché si può continuare a fare politica anche in altre forme.

Il Pd ha la migliore classe di amministratori, formati, competenti, di cui essere davvero orgogliosi, giovani e meno giovani e sono quelli che ho incontrato per strada, che hanno avuto il coraggio di metterci sempre la faccia, per l’intera campagna elettorale, volantinando, confrontandosi con le persone e non devono più sentirsi oggetto di ironie sgradevoli per scelte discutibili, anzi, sbagliate e che partono dai vertici. Non basta la frase di Berlinguer per fare la sinistra, quella frase che in tanti hanno pronunciato in campagna elettorale stando chiusi nei propri uffici, ricordiamoci che il passo da sezione a circolo e da circolo ad ufficio è brevissimo, almeno nell’immaginario collettivo. Allora anziché dire “strada per strada”, attraversatele per davvero quelle strade, tornate tra la gente, metteteci la faccia, di nuovo, recuperiamo gli astenuti, protagonisti scomodi di queste elezioni, facciamo adesso, facciamolo subito, ora o mai più.”

Lucia Palone
Ti potrebbe interessare
Politica / Caso Visibilia, la procura di Milano chiede il rinvio a giudizio per la ministra Santanché
Politica / Renzi querela Lilli Gruber: “Andrò in Europa se eletto, a Otto e mezzo bugie su di me”
Politica / Lotito, rissa sfiorata al Senato: cosa è successo
Ti potrebbe interessare
Politica / Caso Visibilia, la procura di Milano chiede il rinvio a giudizio per la ministra Santanché
Politica / Renzi querela Lilli Gruber: “Andrò in Europa se eletto, a Otto e mezzo bugie su di me”
Politica / Lotito, rissa sfiorata al Senato: cosa è successo
Politica / Democrazia sovrana e popolare, respinta la richiesta sulla raccolta delle firme. Rizzo: “Democrazia non rispettata”
Politica / Vittorio Sgarbi candidato alle europee con FdI: “Ne ho parlato con Meloni subito dopo le dimissioni”
Politica / L’appello di Michele Santoro e Raniero La Valle sui social: “Fino all’ultimo respiro”
Politica / “Lei è ebrea?” e scoppia la polemica sul giornalista Rai per la domanda rivolta alla senatrice Ester Mieli di FdI
Politica / Il Parlamento europeo approva le prime norme dell’Ue contro la violenza sulle donne
Opinioni / Nel Governo di Giorgia Meloni ci sono gli stessi disvalori del Fascismo
Politica / Crosetto: “Scurati? Censura fuori dal tempo, impoveriscono la Rai”