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Dino Giarrusso contro Matteo Renzi: battaglia social sul congiuntivo

Immagine di copertina

Dino Giarrusso contro Matteo Renzi: battaglia social sul congiuntivo

Giarrusso Renzi battaglia social sul congiuntivo – L’ex Iena Dino Giarrusso contro l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi per via di un congiuntivo.

S&D

La battaglia social, che ha infiammato il web e dato vita a un surreale dibattito sulla lingua italiana, ha preso il via in seguito a un tweet di Matteo Renzi.

“È allucinante che mentre Draghi aiuta l’Europa a competere con americani e cinesi, Salvini si schiera con Trump, che attacca Draghi” ha cinguettato l’ex segretario del PD.

Apriti cielo. A stretto giro, infatti, è arrivata la replica di Giarrusso, ora europarlamentare del M5S, che ha risposto: “Si schieri”, semmai. Nemmeno il congiuntivo sai usare, mamma mia…”.

Finita qui? Manco per sogno!

Tra diversi insulti e numerose citazioni di Fantozzi (Che fa ragioniere? Batti lei?) qualcuno fa notare a Giarrusso che l’uso dell’indicativo in realtà è corretto, ma l’ex Iena non ci sta e passa al contrattacco.

L’europarlamentare, infatti, sempre su Twitter replica a chi lo ha criticato: “Per tutti: Renzi usa una subordinata soggettiva introdotta da un’espressione impersonale, nella tipica forma verbo essere + aggettivo. Per questo la forma corretta sarebbe “È allucinante che Salvini si schieri con” e non “È allucinante che Salvini si schiera con” Studiate, su…”, allegando tanto di screenshot da Wikipedia.

A quel punto, la battaglia si è poi spostata sugli screenshot.

Un utente, infatti, ha allegato una foto catturata nientemeno che dalla Treccani in cui vengono riportati alcuni esempi.

Ma Giarrusso non molla e continua la sua guerra personale.

“A dire il vero gli esempi che riporta la Treccani non hanno a che vedere con quello utilizzato da Renzi. Questo schema è proposto nel volume “Viva il’congiuntivo” dei docenti universitari Giuseppe Patota e Valeria della Valle. Questo è l’esempio corrispondente, guardi…” replica l’ex Iena.

Mentre qualcuno invocava l’intervento dell’Accademia della Crusca, il profilo Grammar Nazi Italia ha provato a chiudere la questione dichiarando che: “Sono corrette entrambe le forme”.

Giarrusso accetterà il verdetto? Ai posteri l’ardua sentenza.

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