Eutanasia, i giovani di InOltre: “Il PD emendi il testo recependo le istanze del comitato promotore”
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dei giovani dell’associazione InOltre – Alternativa progressista, che lanciano un appello al Pd dopo la decisione della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il referendum sull’eutanasia legale.
Dalle ultime dichiarazioni nel Partito notiamo che non è stato chiarito dai vertici se si voglia ripiegare sulla legge per il suicidio assistito, già contestata nel merito punto per punto dal comitato promotore del referendum. Quella legge infatti non consente al medico un trattamento eutanasico e compie discriminazione fra malati che non hanno autonomia fisica. L’obbligatorietà delle cure palliative per come prevista porterebbe all’assurdo che una persona che non le rifiuti e che voglia continuare a riceverle fino all’ultimo, non possa procedere alla richiesta di suicidio assistito. A questo si aggiunge la farraginosità e aleatorietà dei tempi (dieci passaggi) dal momento della richiesta del paziente con scrittura privata autenticata, i quali possono ulteriormente dilungarsi nel caso di controversie in Tribunale. Infine si prevede nero su bianco la previsione di un elenco di obiettori di coscienza, come nel caso dell’interruzione della gravidanza, al posto di procedere come sulla legge sulla DAT, dove questo elenco non è previsto. Chiediamo che tutti questi aspetti vengano discussi e corretti.
In Europa la vicina Spagna è stata il quarto Paese a legalizzare l’eutanasia dopo Belgio, Olanda e Lussemburgo. Si apra un dibattito già da lunedì in direzione nazionale per capire come non chiudere la porta a un pezzo dell’associazionismo organizzato. Come membri del comitato ci sentiamo di chiedere e stimolare un dibattito sul tema perché quelle istanze non restino lettera morta dopo la decisione della Corte Costituzionale. Un milione e duecentomila persone hanno portato avanti una campagna per l’eutanasia legale meritano di essere ascoltate e di essere parte integrante dell’agenda programmatica.
Consigliamo vivamente che la legge sul suicidio assistito rappresenti un punto di partenza, un minimo sindacale in un contesto frammentato e divisivo quale è il Parlamento di questa legislatura. Ma al contempo che si assuma l’impegno concreto da un lato di emendare il testo fino a raccogliere il più possibile le istanze referendarie e dall’altro per le questioni che rimarranno irrisolte nella negoziazione parlamentare chiediamo che il Partito si unisca al comitato promotore per una nuova campagna sull’eutanasia legale. Le motivazioni della Corte speriamo possano suggerire una strada per correggere il testo nei suoi aspetti tecnici-giuridici (non sostanziali) ai fini di un’eventuale nuovo quesito, qualora il Parlamento non sia in grado di accogliere le ragioni del comitato promotore. Continueremo la nostra pressione nelle istituzioni e con le altre associazioni per dare al nostro Paese una legge che conceda la libertà di scegliere e di non protrarre le sofferenze.