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    Zaia dopo la vittoria in Veneto: “Perché vinco? Io governo, non vado in giro a fare comizi”

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 22 Set. 2020 alle 11:55

    Veneto, Zaia: “Perché vinco? Io governo, non vado in giro a fare comizi”

    “Perché vinco? Io governo, non vado in giro a fare comizi”: non usa mezzi termini il confermatissimo presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, nel rispondere a chi gli chiede i motivi del suo larghissimo consenso dopo le elezioni Regionali. Zaia è stato rieletto governatore per la terza volta, sfiorando il 76 per cento dei voti: un gradimento costruito anche e soprattutto nei mesi dell’emergenza Coronavirus, durante i quali ha scalato la classifica del suo partito, la Lega, attraverso un’ottima gestione della pandemia, nettamente in contrasto con quello che succedeva poco più in là, in Lombardia. Al punto che oggi, dopo il risultato del voto nelle 7 Regioni e del referendum sul taglio di parlamentari, da più parti nel Carroccio indicano proprio in Zaia un’alternativa possibile e credibile al segretario Matteo Salvini.

    C’è un dato in particolare, in Veneto, che sottolinea quanto la vittoria di Zaia sia frutto dei voti degli elettori diretti del governatore e non di quelli leghisti. La lista civica a sostegno del presidente, infatti, ha raccolto il 46 per cento delle preferenze, contro il 16 per cento della lista della Lega, sempre in suo appoggio. Zaia, dunque, ha quasi triplicato i voti ottenuti dal suo stesso partito in Veneto. Un consenso trasversale che gli ha fatto guadagnare posizioni all’interno del Carroccio, nonostante le smentite di sorta. “Non ho ambizioni nazionali o partitiche – ha dichiarato infatti ieri il presidente del Veneto dopo la sua rielezione -, ho sempre fatto l’amministratore. I veneti si fidano di me perché sto dietro alle cose concrete, non vado in giro a far comizi”. Una frase che sembra proprio una frecciatina nei confronti di Salvini, che sui comizi e sui tour elettorali fonda gran parte del suo successo politico.

    Anche Lorenzo Fontana, vicesegretario federale della Lega e a capo del partito in Veneto, si è affrettato a smentire qualsiasi possibile avvicendamento alla guida del Carroccio: “Nessun dualismo tra Zaia e Salvini – ha dichiarato – e comunque la lista Zaia è espressione della Lega, gli eletti sono tutti di partito”. Su una cosa, però, Zaia e la Lega targata Salvini sembrano essere molto diversi: i toni. “Starò qui altri cinque anni – ha detto ieri il neo-governatore – grazie a quei veneti che vivono qui da generazioni e a quelli che sono arrivati da poco e hanno un progetto di vita in questa terra. Grazie alla stampa per il lavoro fatto in questi mesi. Sarò il presidente di tutti, anche di chi non la pensa come noi”. Frasi che, forse, da Salvini non sarebbero arrivate.

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