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Home » Politica

Draghi tratta con il CEO di Moderna per dosi extra. Ma l’Ue frena: “Vietati contratti paralleli”

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Stoccata della Ue a Draghi che ieri ha telefonato al capo di Moderna per avere più dosi: "Le trattative parallele sono proibite in Europa"

Dosi extra di vaccino potrebbero arrivare in Italia grazie a un contratto siglato con Moderna. È quanto scrive oggi Repubblica, citando una trattativa riservata avviata dal presidente del Consiglio Mario Draghi con la casa farmaceutica statunitense per sondare la possibilità di una fornitura aggiuntiva con il nostro Paese. Ieri avevamo spiegato il problema dell’approvvigionamento per gli under 60 che si verificherà a causa delle limitazioni per il vaccino AstraZeneca. La soluzione sarà dunque il Moderna, nonostante le regole europee?

S&D

Cosa dicono le norme Ue

L’iniziativa di Draghi – sempre secondo il giornale fondato da Scalfari – si muove fuori dal solco della contrattazione collettiva ma l’accordo diretto è possibile senza violare le nome Ue. L’azienda americana starebbe valutando di accettare la proposta italiana.

L’Ue però frena rispetto a questo contratto. Come ha detto all’agenzia Agi un portavoce della Commissione europea, “Non siamo al corrente dell’oggetto delle discussioni in corso riportate dalla stampa tra il Governo italiano e la casa farmaceutica Moderna, ma possiamo solo reiterare che nell’ambito della strategia vaccinale Ue sono proibite le trattative parallele sulla fornitura di dosi” e “vale il principio che si lavora assieme per evitare la competizione tra gli Stati membri”. Altre fonti di Bruxelles hanno spiegato che la Direzione generale per la Salute della Commissione europea si sarebbe attivata per avere maggiori informazioni sull’eventuale negoziato in corso, ma che finora i funzionari Ue non avrebbe ricevuto alcuna notifica di elementi nuovi sul rapporto con Moderna da parte del Governo italiano.

I numeri di Moderna in Italia

Finora l’azienda ci ha consegnato un milione e 320mila dosi nel primo trimestre, in base all’accordo stipulato nel novembre scorso con la Commissione Europea (160 milioni di antidoti per gli Stati membri) e rispettando il cronoprogramma previsto dal Piano Figliuolo.

Gli effetti collaterali di Moderna

Va detto che, anche se diversissimi da quelli per trombosi provocati in rarissimi casi da AstraZeneca, il vaccino Moderna non è privo di rischi. Un nuovo studio e i dati provenienti dalla Spagna, hanno dimostrato che il vaccino a RNA messaggero mRNA-1273 (o CX-024414) messo a punto da Moderna Inc. e NIAID determina un numero maggiore di effetti collaterali rispetto all’altro vaccino basato sulla medesima tecnologia, il BNT162b2/Tozinameran sviluppato dal colosso farmaceutico Pfizer in collaborazione con l’azienda di biotecnologie tedesca BioNtech.

A determinare che il vaccino anti COVID di Moderna ha maggiori probabilità di innescare effetti collaterali rispetto al “congenere” di Pfizer sono state le tre scienziate americane Johanna Chapin-Bardales, Julianne Gee e Tanya Myers, del CDC COVID-19 Response Team di Atlanta (Georgia).

Circa il 70 percento delle persone cui era stato inoculato il vaccino ha dichiarato di aver sperimentato sintomi al sito dell‘infezione, come dolore, gonfiore e arrossamento, mentre il 35 percento ha sperimentato sintomi più generalizzati, come affaticamento e brividi.

Incrociando tutti i dati è emerso che le persone vaccinate con l’mRNA-1273 di Moderna-NIAID avevano maggiori probabilità di sperimentare uno o più di questi effetti collaterali, soprattutto dopo la seconda iniezione. Come indicato nel rapporto del CDC COVID-19 Response Team, il 73 percento dei vaccinati con Moderna ha sperimentato effetti collaterali al sito dell’iniezione, contro il 65 percento dei vaccinati con Pfizer-BionTech, mentre i sintomi generalizzati sono stati sperimentati dal 51 percento dei primi contro il 48 percento dei secondi. Questi i dati relativi alla prima iniezione.

Tra le circa 1,5 milioni di persone che hanno ricevuto entrambe le dosi, si è osservata un’incidenza ancora maggiore delle reazioni in chi ha ricevuto il vaccino di Moderna. Sintomi al sito dell’iniezione sono stati rilevati dall’82 percento dei vaccinati con la doppia dose di Moderna rispetto al 69 percento dei vaccinati con Pfizer; mentre gli effetti generalizzati sono stati rilevati dal 74 percento dei primi contro il 64 percento dei secondi. Dai trial clinici era emerso che il dolore/gonfiore al sito dell’iniezione era stato osservato nell’84 percento dei vaccinati con Pfizer e nel 92 percento dei vaccinati con Moderna, mentre l’affaticamento era stato osservato nel 65 percento dei vaccinati sia con Pfizer e Moderna. A essere interessati dagli effetti collaterali sono soprattutto i giovani e le donne, che hanno notoriamente un sistema immunitario più reattivo.

Leggi anche: 1. Covid, terapie intensive in sofferenza: 14 regioni sopra la soglia d’allarme / 2. Il piano di Draghi per le riaperture: prima bisognerà vaccinare tutti gli over 70 /3. Non siamo solo spettatori: i protagonisti della guerra al virus siamo noi (di S. Mentana) /4. Esclusivo TPI: “Tutta l’Italia è ferma ma le terme non hanno mai chiuso”. Ecco le vacanze relax in zona rossa a prova di Dpcm

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