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Home » Politica

Di Salvini sappiamo tutto, ma cosa pensa e cosa ha detto Di Maio su Aquarius?

Immagine di copertina
Di Maio e Salvini

Il pensiero del ministro del Lavoro e capo politico del M5s sulla vicenda ha avuto molta meno eco mediatica

La vicenda Aquarius sta agitando la politica italiana e internazionale.

Il ministro dell’Interno Salvini ha negato alla nave, con 629 migranti a bordo, l’accesso nei porti italiani.

La Spagna del neopremier Pedro Sanchez si è offerta di accogliere i migranti, che sbarcheranno a Valencia. Il presidente francese Emmanuel Macron ha criticato duramente l’Italia, definendo “cinica e irresponsabile” la scelta di chiudere i porti per impedire l’attracco della nave Aquarius, con a bordo 629 migranti.

Salvini gli ha risposto dalla trasmissione Otto e Mezzo su La7: “La Francia ospita meno della metà dei richiedenti asilo che ospitiamo noi e spende 10 euro in meno a testa di quanto spende l’Italia. Il presidente francese ci dà lezioni, ma gli ho detto che non mi sembra garbato dire vomitevole al popolo italiano. Anche perché Macron l’anno scorso ha chiuso i porti”.

“La Francia – ha detto ancora il vicepremier – ha preso finora dall’Italia 640 immigrati, ma si era impegnata a prenderne 9610. Al presidente francese dico: ‘Emmanuel, se hai il cuore così d’oro come dici, domani ti daremo le generalità di 9mila migranti che ti eri impegnato a prendere’. Visto che ci danno lezioni, i francesi si prendano questa lezione”.

Anche Alessandro Di Battista è intervenuto sulla questione, con un video in cui dice: “Sono in accordo con quello che è stato fatto. Fermo restando che nessuno non ha salvato le vite in mare, credo che questa sia l’unica strada per mettere l’Europa di fronte a quelle responsabilità”.

Ma se del Salvini (e ora del Di Battista) pensiero sappiamo tutto, come si è espresso sulla vicenda il ministro del Lavoro e capo politico del M5s Luigi Di Maio?

Le sue dichiarazioni hanno avuto molta meno eco sui media. In un lungo post su Facebook pubblicato lunedì 11 giugno, Di Maio ha chiarito la sua posizione. Ecco cosa ha scritto:

“La nave Aquarius trasporta 629 richiedenti asilo. Non è una bagnarola ma una nave attrezzata che non si trova in nessuna situazione di emergenza. Visto che a bordo si trovano anche donne in stato di gravidanza e altre persone che possono necessitare di interventi medici, il nostro governo ha subito mandato motovedette con personale medico”.

“Ora, qual è il punto: che il nostro governo ha deciso, visto che non c’era nessuna emergenza, di non far sbarcare la nave e di fare appello agli altri Paesi europei affinché non lasciassero ancora una volta da sola l’Italia nella gestione dei flussi migratori che è un fenomeno che riguarda tutta l’Europa”.

“Abbiamo chiesto quello su cui a parole tutti i Paesi europei sono d’accordo: aiuto, solidarietà, suddivisione equa dei migranti che arrivano. È bastato fare ciò che avrebbero dovuto fare i governi precedenti, cioè dire ‘l’Italia non può più farsi carico da sola di questa fenomeno globale’ che finalmente si è attivato un altro Paese”.

“Da oggi l’Italia non è più sola e ci auguriamo che gli altri leader europei seguano l’esempio di Sanchez. Questa è la dimostrazione che se si vuole si può fare. Ora speriamo che questo non rimanga un gesto isolato ma che dia il via ad un approccio strutturale. Che deve passare prima di tutto per la modifica del Regolamento di Dublino”.

“Questo tema per me è molto importante, perché qui sono in ballo diritti umani di persone che vengono sfruttate per fare business, mentre l’Italia spende ogni anno miliardi delle tasse dei cittadini per gestire da sola una serie di emergenze che si susseguono senza sosta. È ora di dire basta”.

“Vedete, non è facile dire basta al business dell’immigrazione, perché si rischia subito di essere bollati come razzisti, xenofobi e altri insulti simili. In realtà vogliamo fare solo cose di buon senso che vanno a vantaggio sia degli italiani che dei migranti. Un anno fa avevo denunciato il fenomeno, avendo il coraggio di dire che alcune ONG facevano trasporto di migranti e non salvataggio, che sono due cose ben diverse!”

“Da oggi l’immigrazione non è più un business su cui lucrano scafisti e professionisti dell’accoglienza, ma diventa una questione che deve essere affrontata da tutti i Paesi europei per garantire gli interessi sia dei cittadini sia dei rifugiati che davvero scappano dalle guerre. Chi invece voleva solo fare profitti, dovrà cercarsi un’altra occupazione. La fine del business dell’immigrazione è nei nostri venti punti. E oggi abbiamo messo la prima pietra”.

Di Maio ha quindi espresso piena condivisione con la linea di Salvini, rivendicando anche le sue precedenti battaglie sulle Ong. Ha parlato diffusamente di “business dell’immigrazione” e ha chiarito come la vicenda Aquarius debba servire per portare gli altri paesi europei, e la stessa UE, ad assumersi le loro responsabilità.

Ha fatto però discutere il passaggio del suo post in cui il vicepremier afferma che l’Aquarius “non si trovava in nessuna situazione di emergenza”, un concetto, peraltro, ribadito anche da Salvini mercoledì 13 giugno davanti all’aula del Senato.

Se Di Maio, come Di Battista, sposa la linea Salvini, come vi abbiamo spiegato in questo articolo c’è però una parte del M5s, l’ala sinistra, che non vede di buon occhio le mosse del ministro dell’Interno in materia di immigrazione.

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