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Csm, il candidato scelto da FdI indagato per ’ndrangheta. E lui si ritira: “Su di me palate di fango”

Immagine di copertina
Credit: Umberto Battaglia/Camera

Csm, il candidato scelto da FdI indagato per ’ndrangheta. E lui si ritira: “Su di me palate di fango”

Un clamoroso cambio in corsa, annunciato durante la chiama dei parlamentari. Fratelli d’Italia ha deciso di ritirare la candidatura al Consiglio superiore della magistratura di uno dei dieci membri nominati dal parlamento, perché indagato in un processo di ‘ndrangheta.

Si tratta del penalista Giuseppe Valentino, sostituito in corsa con Felice Giuffrè, avvocato e professore di Diritto pubblico all’Università di Catania, che insieme ad altri nove candidati espressi dai partiti dovrebbe andare a comporre la rosa dei dieci esponenti “laici” dell’organo di governo della magistratura. Fratelli d’Italia è stata costretta a virare su Giuffé dopo l’annuncio da parte del Movimento 5 stelle che non avrebbe votato per Valentino, indagato in un procedimento connesso al maxiprocesso antimafia Gotha. Anche la nomina di Giuffré è però a rischio, dato che la sua candidatura è stata annunciata quando già era terminata la chiama dei senatori e stava iniziando quella dei deputati. Potrebbero quindi mancare i 364 voti necessari per eleggerlo, pari a tre quinti dei parlamentari, portando a 9 i membri laici eletti dal parlamento.

“Per quanto vergognosa, inconcepibile e bugiarda nessuna palata di fango potrà mai scalfire la mia credibilità, la mia onorabilità e la mia onestà. Ritiro per questo motivo la mia candidatura al Csm”, ha commentato in una nota di Valentino, definito un “penalista di alto spessore” dal capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, che ha esaltato la sua “onestà” e “l’alto senso di responsabilità nei confronti del ruolo di giudice del Csm che gli era stato proposto”.

In base a un accordo, i partiti hanno riservato quattro candidature a Fratelli d’Italia, due alla Lega e una a Forza Italia, con un nome a testa per Partito democratico, Movimento 5 stelle e Azione/Italia viva. Il partito guidato da Giorgia Meloni ha nominato, oltre a Giuffré, l’ex parlamentare forzista Isabella Bertolini, la docente universitaria Daniela Bianchini e l’avvocata siciliana Rosanna Natoli. La Lega ha invece scelto l’avvocato padovano Fabio Pinelli e l’ex legale di Salvini, Claudia Eccher. Per Forza Italia il candidato è l’avvocato penalista Enrico Aimi mentre il Pd ha nominato il professore Roberto Romboli. Il M5s ha indicato il professor Michele Papa e l’alleanza Azione/Italia viva l’avvocato Ernesto Carbone, che il M5s si è rifiutato di votare. Anche l’alleanza Verdi/Sinistra italiana ha rigettato l’accordo, scegliendo un proprio candidato di bandiera, la giurista Tamar Pitch.

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