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Home » Politica

Chi vincerebbe se ci fossero le elezioni oggi: ecco la simulazione di voto

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La crisi di Governo è ormai aperta, dopo che ieri il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha annunciato in conferenza stampa le dimissioni delle sue due ministre Bellanova e Bonetti e del sottosegretario Scalfarotto. Tante ora le ipotesi in campo sul futuro politico del Paese, in un momento così delicato, con la gestione dei soldi del Recovery plan e una pandemia che ancora non accenna a svanire.

Al momento resta un’ipotesi poco praticabile, ma sullo sfondo c’è lo spauracchio (dal punto di vista della maggioranza) delle elezioni anticipate. Pd ed Ms5, in queste ore convulse, vedono il fantasma delle urne come qualcosa da scongiurare, sia perché difficilmente organizzabile nel pieno della pandemia, e sia perché un ricorso al voto potrebbe consegnare l’Italia alla destra sovranista di Salvini e Meloni.

Ecco perché i prossimi giorni saranno febbrili proprio per scongiurare quest’ipotesi. D’altronde la simulazione di Youtrend parla chiaro. Secondo gli ultimi sondaggi, se si andasse a votare oggi, con un numero di seggi ridotto e con un sistema elettorale – il Rosatellum, in prevalenza maggioritario – Pd e Cinque Stelle perderebbero sia in coalizione con i renziani, sia se Italia Viva corresse in autonomia assieme a Calenda e +Europa.

In entrambi i casi, come riporta Repubblica, secondo Youtrend a trionfare sarebbe il centrodestra, che avrebbe la maggioranza assoluta alla Camera e al Senato. Non a caso già da giorni Meloni e Salvini insistono ripetendo che la via maestra per risolvere la crisi di Governo è quella di un ritorno alle urne. Proprio lo scenario che invece Pd e M5S vogliono scongiurare.

Se inoltre Pd e Cinque Stelle si presentassero a queste ipotetiche elezioni da soli, come nel 2018, il centrodestra otterrebbe addirittura 248 deputati su 400 e 124 senatori su 200. Se si andasse al voto domani, per assistere ad una vittoria dei giallorossi si dovrebbero realizzare due condizioni: una, più improbabile, di spaccatura del centrodestra, con Salvini e Meloni da un lato e Berlusconi, Renzi, Calenda e Bonino dall’altra. Oppure nel caso di un’alleanza allargata a tutti quei partiti che oggi stanno fuori dal centrodestra, ovvero Pd, M5S, Iv, Leu, Azione e +Europa. Questo ampio fronte prevarrebbe di misura, con 202 seggi a Montecitorio e 102 a Palazzo Madama.

Deputati e senatori ribadiscono che non si andrà al voto a breve. E in particolare quelli della maggioranza lo ripetono come un mantra, visti gli ultimi sondaggi. Il rischio infatti sarebbe quello di consegnare al centrodestra sia Palazzo Chigi che, con le elezioni ormai imminenti, il Quirinale. “Il voto – dice Lorenzo Pregliasco di Youtrend – punirebbe in particolar modo il M5S, destinato a perdere un terzo degli eletti, e Italia Viva”. Meno traumatico il danno per il Pd, che comunque andrebbe all’opposizione.

“Se si vota oggi siamo destinati a una sconfitta – ammette il deputato pentastellato Giorgio Trizzino – Ecco perché dobbiamo assolutamente arrivare al 2023 per costruire nel frattempo quella Santa Alleanza suggerita da Bersani, dalla sinistra a Calenda, che ci consenta di non far vincere il centrodestra”. Con buona pace di Salvini e Meloni che invece sperano che questa crisi si risolva con un ritorno alle urne, per prendere poi possesso dei palazzi del potere.

Leggi anche: Il piano di Renzi ora si complica: vince solo se salta Conte

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