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Di Maio & Co. : che fine hanno fatto gli esodati della politica

Immagine di copertina
Credit: ansa foto

Da Sgarbi a Paragone alla Azzolina. Fallita la rielezione c’è chi è tornato al vecchio lavoro e chi cerca di reinventarsi. E pure chi uscito dal palazzo è finito agli arresti domiciliari

C’è chi si sposa e chi finisce ai domiciliari. Chi torna al suo mestiere di prima ma soprattutto chi è costretto a reinventarsi. Al gran ballo degli esodati del Parlamento c’è di tutto, ma la passione non è finita e in molti casi non è escluso il ritorno. Come nel caso del giornalista Gianluigi Paragone che dopo la delusione delle urne del 25 settembre medita di tornare in campo alle Regionali in Lombardia. Per l’altro senatore di Italexit Carlo Martelli, invece, il futuro è comunque certo anche laddove non dovesse più fare il docente di matematica a contratto come nella sua vita precedente: da parlamentare ha vissuto francescanamente in attesa di tempi peggiori centellinando le spese. Anzi, badando proprio al centesimo talché pareva un ufo ai suoi colleghi vederlo in sandali a Palazzo Madama e soprattutto calcolare come spendendo poche centinaia di euro al mese fosse possibile vivere per sempre senza pensieri con quanto accumulato nelle due legislature trascorse al Senato.

S&D

Ha ricominciato da capo, invece, Stefano Fassina di LeU, che ha appena tenuto a battesimo, (insieme all’altra ex parlamentare Loredana De Petris) l’assemblea nazionale del fronte progressista insieme al leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte. Se son rose fioriranno per il suo Coordinamento 2050 civico, ecologista e di sinistra: per l’intanto l’ex deputato che ha appena dato alle stampe il saggio “Il mestiere della Sinistra” (Castelvecchi) ha ripreso servizio alla Presidenza del Consiglio con un incarico dirigenziale di consulenza, studio e ricerca presso l’Ufficio per il controllo interno, trasparenza e integrità.

Tommaso Cerno è tornato all’amore di sempre: giornalista di lungo corso, ha assunto dal giorno dopo le elezioni l’incarico di direttore editoriale dell’Identità. Ma l’ex senatore del Pd pensa anche ai fiori d’arancio: ha annunciato l’imminente unione civile con il suo compagno, l’ex sindaco di Forza Italia Stefano Balloch, che si terrà il 28 dicembre al Monastero di Santa Maria in Valle di Cividale del Friuli.

Meno roseo il presente dei due ex senatori di Forza Italia, Luigi (‘Purpetta) Cesaro e Marco Siclari. Appena finito lo scudo dell’immunità sono stati eseguiti nei loro confronti gli arresti domiciliari: per il primo emessi nell’ambito dell’inchiesta della Dda e del Ros di Napoli su un presunto patto politico-mafioso a Sant’Antimo (Napoli). Per Siclari condannato nel 2021 in primo grado a 5 anni e 4 mesi per scambio elettorale politico mafioso con le cosche di Sant’Eufemia d’Aspromonte e Sinopoli, sono stati eseguiti a Roma dalla squadra mobile di Reggio Calabria in esecuzione della misura firmata nel febbraio 2020 dal gip Tommasina Cotroneo su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri.

Destino assai diverso per l’ex deputato di Alternativa Andrea Colletti che, dopo nove anni e mezzo di Parlamento, ha detto basta scegliendo di non ricandidarsi per tornare a fare a tempo pieno l’avvocato. Come pure il suo collega ex senatore Mattia Crucioli, che da parlamentare ha dato il cordoglio ad Autostrade per l’Italia: ora il suo studio legale si sta occupando della class action a cui hanno aderito più di 11mila liguri per i danni d’immagine, economici e sociali subiti a causa del crollo del ponte Morandi e dei conseguenti cantieri autostradali infiniti promossa con i consiglieri della Lista di Ferruccio Sansa in consiglio regionale.

Ma a incuriosire è il destino anche di altri ex pentastellati, primo tra tutti Luigi Di Maio. Che farà da grande? In molti lo accreditano di un futuro da lobbista, ma per ora nulla è certo tranne il presente: finito l’incarico di ministro degli Esteri ha dismesso anche quello di capo politico di Impegno civico, ed è tornato a godersi la sua età a fianco della fidanzata Virginia Saba. Non particolarmente affranto neppure il suo Gianni Letta, Vincenzo Spadafora, anche lui rimasto fuori dal Parlamento: la sua ultima apparizione è stata al compleanno di Mara Venier dove si è cimentato al karaoke, in futuro chissà.

Da tempo è invece noto che dopo la politica, l’ex viceministro della Salute Pierpaolo Sileri sarebbe tornato a fare il chirurgo al San Raffaele di Milano. L’ex ministra dell’Istruzione del Conte I Lucia Azzollina, invece, è tornata a scuola come presidente dell’Istituto comprensivo Emanuele Giaracà di Siracusa dopo il concorso vinto cinque anni fa quando già calcava le scene della politica. Le Entrate invece attendono di riabbracciare Carla Ruocco, a lungo presidente della commissione Finanze della Camera e nella sua vita precedente funzionaria della direzione centrale accertamento dell’Agenzia. Sergio Battelli ha ripreso a occuparsi della sua passione più grande, la musica e ha appena inciso il suo nuovo singolo 3 is a magic number. Anche se non dice addio alla politica: per mantenersi in forma ha promesso di continuare con la sua Bat-rassegna, un podcast sulle notizie del giorno. Il chiringuito sulle spiagge di Barcellona può attendere. L’ex sottosegretario alla difesa Angelo Tofalo ha invece messo su una società di consulenza At Agency, nel settore della sicurezza e dell’intelligence. L’altro dimaiano Francesco D’Uva, ha invece ripreso servizio all’Accademia della Marina Militare di Livorno: addio allo scranno a Montecitorio e pure alla zazzera.

Roberto Fico invece continuerà a dare una mano al Movimento 5 Stelle come ha fatto anche in campagna elettorale, benché non ricandidato avendo alle spalle già due mandati: potrà comunque contare sull’ufficio e la dotazione riservata agli ex presidenti della Camera. L’altra big del M5S Paola Taverna si occuperà invece del partito, probabilmente entrando in pianta stabile nello staff di Giuseppe Conte. Stesso destino probabilmente anche per Vito Crimi, tornato al suo lavoro di assistente giudiziario al tribunale di Brescia, ma solo per poche ore, avendo ottenuto una nuova aspettativa dal ministero della Giustizia.

Lavora alla rifondazione del Carroccio l’ex deputato Paolo Grimoldi, che è stato invece indicato dal senatur Umberto Bossi per coordinare il Comitato del Nord all’indomani del tracollo elettorale della Lega per Salvini premier. «Una mazzata galattica» che lo aveva indotto a chiedere un passo indietro del Capitano che lo aveva candidato, sì, (a differenza dell’ex presidente del Copasir Raffaele Volpi), ma in posizione proibitiva. Al momento Grimoldi sta organizzando un tour nelle province lombarde per recuperare il terreno perso tra l’elettorato storico.

L’ex deputato di Italia Viva Cosimo Ferri non ce l’ha fatta a essere rieletto alla Camera, ma resta consigliere comunale a Carrara. Il futuro? Sempre in politica con il Terzo polo, sperando che non gli costi la toga il Palamara gate per cui è sotto processo disciplinare di fronte al Consiglio superiore della Magistratura. Dove potrebbe essere eletto nei prossimi mesi come membro laico l’ex senatore renziano Giuseppe Cucca.

E in casa Pd? L’ex capogruppo dem al Senato Andrea Marcucci è tornato a occuparsi delle aziende di famiglia, ma resta sul pezzo della politica. Così come l’altra ex senatrice Monica Cirinnà che potrebbe scendere in campo per le Regionali nel Lazio. L’ex deputato dem Emanuele Fiano medita di riprendere a insegnare e, perché no, tornare alla professione di architetto: intanto ha chiuso casa a Roma ed è tornato in quel di Milano.

Vittorio Sgarbi, invece, vuol come al solito essere ovunque: ha perso lo scranno ed è pure sfumato il ministero della Cultura, ma che importa: insieme a Morgan ha creato una chat su WhatsApp per «arruolare geni». Nel gruppo non c’è, bontà sua, Mario Draghi: lui, fresco esodato di Palazzo Chigi, si gode la quiete nella magione di Città della Pieve. Certo che tornerà il tempo dei Migliori.

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