Assegno Unico per le famiglie, fino a 175 euro al mese per ogni figlio: ecco come funziona
Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo attuativo dell’Assegno Unico che entrerà a regime dal 2022. Prima del via libera definitivo occorre l’ultimo parere delle commissioni competenti delle Camere. Che cos’è e come funziona l’Assegno Unico.
Che cos’è
Si tratta di un assegno mensile destinato a lavoratori dipendenti e autonomi riconosciuto “per ogni figlio minorenne a carico” e per i nuovi nati “a partire dal settimo mese di gravidanza”. Non avrà “limiti di età” per i figli disabili. È una misura che concentra in un’unica soluzione i diversi aiuti attualmente previsti a favore delle famiglie. L’importo massimo è 175 euro e viene determinato in base all’Isee, varia a seconda del numero dei figli, della loro maggiore o minore età, se sono studenti o se hanno delle disabilità. Le domande potranno essere inviate dal 1° gennaio 2022 e i pagamenti arriveranno a partire da marzo.
Gli importi
L’assegno mensile arriverà fino a 175 euro per ogni figlio, 85 per i figli maggiorenni tra i 18 e i 21 anni. L’importo pieno andrà a chi ha un Isee fino a 15 mila euro. Oltre questa soglia l’importo calerà progressivamente fino a raggiungere il minimo di 50 euro (25 per i maggiorenni) per chi ha un Isee di oltre 40 mila o per chi non presenterà l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente o non inoltrerà la domanda.
Famiglie numerose
A partire dal terzo figlio è prevista una maggiorazione tra i 15 e gli 85 euro a figlio in base all’Isee. Dal 2022 ci sarà anche una “maggiorazione forfettaria” da 100 euro al mese per i nuclei con quattro o più figli. Un’ulteriore maggiorazione da 30 euro al mese andrà a ciascun figlio se entrambi i genitori lavorano, cifra che diminuirà al crescere dell’Isee. Altri 20 euro al mese per ciascun figlio arriveranno alle mamme under 21, indipendentemente dall’Isee.
Un esempio
In caso di Isee fino a 15 mila euro si riceveranno:
– 175 euro al mese con 1 figlio
– 350 con due
– 610 con tre
– 970 con 4
In quest’ultimo caso, ad esempio, se entrambi i genitori lavorano la cifra diventa di 1.090 euro al mese.
Assegno non più in busta paga
L’assegno e le detrazioni fiscali non saranno più presenti in busta paga ma arriveranno direttamente dall’Inps sul conto corrente. Salvo cambiamenti dell’ultima ora, anche la domanda dovrà essere inoltrata direttamente attraverso il portare dell’Inps (oppure tramite i patronati).
Figli maggiorenni
La domanda potrò essere presentata anche dai figli, una volta diventati maggiorenni. Questi potranno infatti “richiedere la corresponsione diretta della quota di assegno loro spettante” ma la riceveranno solo ad alcune condizioni. Devono frequentare un corso di formazione scolastica o professionale, oppure un corso di laurea, oppure devono svolgere un tirocinio o avere un lavoro con reddito complessivo “inferiore a 8.000 euro annui”, o essere “registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego»”, o ancora, svolgere “il servizio civile universale”.
Assegno e Reddito di cittadinanza
Per i beneficiari del Reddito di cittadinanza non sarà necessario fare domanda per l’assegno unico. L’Inps lo corrisponderà “d’ufficio”. L’importo sarà calcolato sottraendo da quanto spetta per l’assegno unico la quota di Reddito relativa ai figli minori parte del nucleo familiare, calcolata a sua volta sulla base dell’Isee.
Assegno Unico anche a stranieri, minimo 2 anni residenza
L’assegno sarà erogato anche ai cittadini extra Ue con permesso di soggiorno, o permesso di lavoro o di ricerca, superiore a sei mesi. Tra i requisiti c’è anche la residenza in Italia da almeno due anni, anche non continuativi, oppure la titolarità di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata di almeno sei mesi. Tra i requisiti c’è anche il domicilio e il pagamento delle tasse in Italia.