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L’Ambasciata di Svezia contro il Tg2: “Quello che dite è falso”

Immagine di copertina

Ambasciata Svezia Tg2

Alla fine è dovuta intervenire l’Ambasciata di Svezia in Italia per dire che era tutto falso. Se volete toccare con mano il punto più basso raggiunto dal servizio giornalistico pubblico vi basta andare sul profilo del ministro dell’inferno Matteo Salvini che, in giornata di silenzio elettorale, condivide con il titolo “Eurasia” un servizio giornalistico del Tg2 che parla della Svezia come di una nazione ormai colonizzata dagli islamici (tanto per dare forza al complotto di sostituzione etnica e di presunto piano Kalergi) e che descrive alcune città come completamente in mano ai musulmani in cui addirittura vigerebbe la Sharia, in quartieri “totalmente fuori controllo”.

Gli svedesi però, a differenza nostra, le bugie non le prendono molto bene e impugnano carta e penna e rispondono: “Per esempio nel servizio si parla di oltre 60 quartieri ‘totalmente fuori controllo’, dove la polizia non entra e dove vige la sharia, la legge islamica. Questa descrizione corrisponde a quelle che vengono comunemente definite ‘no go zones’. Non esistono ‘no go zones’ in Svezia. Come nella maggior parte delle grandi città esistono aree socialmente vulnerabili dove, al contrario di ciò che si afferma nel servizio, è stata rafforzata la presenza della polizia negli ultimi anni. Queste aree sono una priorità assoluta per il governo svedese che ha stanziato considerevoli fondi per sovvenzionare progetti per favorire l’inserimento sociale in queste aree. Per esempio con attività rivolte ai bambini e ai giovani, investimenti nell’istruzione, maggiore sicurezza, aumento dell’occupazione. Desideriamo inoltre precisare che in Svezia viene applicata la legge svedese in tutto il paese e la legge è uguale per tutti. Non esistono aree dove viene applicata la legge della sharia”, scrive l’Ambasciata, mantenendosi in toni civili nonostante l’evidente incazzatura. Il servizio del Tg2 tra l’altro, (come fa di solito la propaganda) metteva in relazione la presenza di islamici con l’alto numero di stupri presenti nella zona.

Falso anche questo: “Nel servizio si parla anche del “più alto numero europeo di stupri”. “La statistica – scrive e sempre l’Ambasciata nel suo comunicato ufficiale – in questo caso dà un immagine errata della situazione. Il malinteso nasce da tre fattori principali. In Svezia ogni atto di violenza sessuale viene registrato come una denuncia a sé stante. Una denuncia può contenere un gran numero di stupri, come per esempio chi denuncia di essere stato violentato più volte dalla stessa persona. Anche in questi casi la polizia deve registrare ogni atto di violenza come un singolo crimine. Un altro fattore che contribuisce al malinteso è la nuova legge sul consenso esplicito, entrata in vigore nel 2018 e che sancisce che il sesso se non è consensuale è illegale, quindi passibile di denuncia. Inoltre la definizione giuridica svedese di cosa è considerato stupro è più ampia che nella maggior parte degli altri paesi e le persone vengono incoraggiate a denunciare le violenze. Per questi motivi la frequenza delle denunce è molto alta e tante persone hanno il coraggio di denunciare le violenze, ritenendo lo stato intenzionato ad aiutarle e in grado di farlo”.

Un’ambasciata che smentisce un telegiornale nazionale. Un ministro che riprende tutto il giorno quel servizio (falso) e lo tiene sui suoi social. E allora la domanda è: qual è il limite alla decenza?

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