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Chi sono i riscrittori e le riscrittrici della contemporaneità in Italia

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* Di Eugenia Romanelli (Presidente dell’Associazione Culturale ReWriters), che ogni mese firma un editoriale per TPI  sulla riscrittura dell’immaginario contemporaneo.

Nella nostra operazione di riscrittura dell’immaginario contemporaneo attraverso articoli, video, narrazioni, opere d’arte, illustrazione e fumetto, fotografie, abbiamo istituito anche un Premio che, nella sua prima edizione ha voluto premiare Bebe Vio: “Quest’anno, il Premio ReWriters 2020 va a Bebe Vio, giovane donna e grande atleta che, con la sua stessa vita, e con l’impegno quotidiano svolto insieme alla sua associazione art4sport, non solo sta cambiando la percezione che il mondo ha della disabilità ma sta riscrivendo la storia dello sport e, attraverso questo, anche di ciò che si può fare delle proprie risorse, dei propri sogni, della propria esistenza”.

La top ten 2020, tutti candidati al Premio, era composta, oltre a Bebe Vio, da Renzo Piano, Melita Cavallo, Vladimir Luxuria, Maurizio Cattelan, Melania Mazzucco, Ferzan Özpetek, Serena Dandini, Achille Lauro, Giovanna Botteri. Anche quest’anno, confermiamo questa nostra lista, uomini e donne che, in ambiti diversi, hanno contribuito a costruire un nuovo immaginario, nuovi modelli, nuovi parametri, nuove narrazioni, utili al nostro presente per riscrivere e risignificare quei codici di pensiero da cui dipendono i mondi che andiamo a creare, con l’impegno di lasciare ai nostri figli una weltanshauung che sia resiliente, plurale, sostenibile, inclusiva, solidale, equa, responsabile. Andiamo con ordine e largo ai riscrittori e alle riscrittrici, o changemakers che dir si voglia:

  • Renzo Piano, architetto tra i più importanti del mondo, senatore a vita e ambasciatore UNESCO, con i suoi lavori e con il suo impegno personale e professionale ha sostituito per sempre la visione egologica con quella ecologica, affermando una cultura green e sostenibile in qualsiasi intervento umano nel proprio habitat e trasformando l’architettura in servizio pubblico, arte al servizio delle persone e dell’ambiente. Dopo di lui non è più possibile immaginare alcuna forma di architettura che non prenda in carico il rapporto con il pianeta;
  • Melita Cavallo, giudice minorile, è stata Presidente dell’Associazione Italiana dei Giudici per i Minorenni e per la Famiglia, Presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali, istituita presso il Dipartimento affari sociali della Presidenza del Consiglio, componente del Comitato dei Garanti della Carta di Treviso e dell’Osservatorio Nazionale sui problemi dei minori, ha ricevuto il Prix Femmes d’Europe 1995 del Parlamento Federalista Europeo per l’impegno in campo minorile. Ma soprattutto, ha cambiato per sempre l’immaginario legato alle famiglie omogenitoriali, scrivendo la prima sentenza di adozione della “madre sociale” del figlio biologico della compagna (decisione presa in base all’articolo 44 della legge 184 del 1983 che contempla l’adozione in casi particolari), nonostante il parere negativo del pubblico ministero;
  • Vladimir Luxuria, attivista, opinionista, scrittrice, è stata deputata della XV Legislatura durante il Governo Prodi, diventando la prima persona transgender a essere eletta al parlamento di uno Stato europeo. Grazie al suo impegno incessante con i media e attraverso i vari incarichi in diversi ambiti artistici e culturali, oggi in Italia lo stigma contro le persone LGBTQ+ è considerato socialmente inaccettabile;
  • Maurizio Cattelan, artista di notorietà planetaria le cui opere sono tra le più quotate per un artista italiano vivente, ha usato l’arte come provocazione – anche disturbante – per criticare il sensazionalismo mass-mediatico e il nichilismo della cultura di massa, costringendo a una riflessione sul senso della vita, sul libero arbitrio e sulle responsabilità individuali. Grazie al suo lavoro e al suo genio, oggi esistono spazi di immaginazione e creatività divergenti e laterali, svincolati e svincolabili dal pensiero unico, dal conformismo, dall’ipocrisia delle convenzioni;
  • Melania Mazzucco, scrittrice tradotta in 23 Paesi, Premio Strega e non solo, ha creato un genere letterario che non esisteva fondendo la ricerca d’archivio di personaggi nascosti tra le pieghe della Storia con il romanzo, dando voce e vita a personaggi assolutamente necessari per una società giusta, equa e vera: grandi donne dimenticate, genitori omosessuali, vittime di razzismo;
  • Ferzan Özpetek, regista noto in tutto il mondo, con la sua arte e con il suo sguardo sull’esistenza, ha riscritto l’immaginario delle relazioni affettive, includendo ogni loro possibile declinazione e dando voce a vissuti che non venivano narrati nella loro autenticità. Dopo il lavoro di Ferzan, qualunque sentimento ha una casa nell’universo della rappresentazione, e i rapporti umani acquistano maggiore verità;
  • Serena Dandini, scrittrice, autrice e conduttrice, con il suo lavoro in tv e con il suo sguardo sull’esistenza, ha contribuito, con geniale ironia, a riscrivere l’immaginario collettivo sulle donne e sul rapporto tra i sessi, dando voce a persone, storie e temi che, dopo di lei, non sono più stati invisibili ma, anzi, hanno acquistato potenza nel complesso e vasto universo della rappresentazione, restituendo così ai rapporti umani maggiore giustizia e verità;
  • Achille Lauro, artista, con le sue performance e le sue dichiarazioni, ha sdoganato per sempre in Italia la cultura gender fluid, ossia il rifiuto di quel binarismo sessuale in cui il genere corrisponde sempre al sesso. Attraverso la sua stessa vita, con piena adesione alle responsabilità del suo essere personaggio pubblico, rappresenta le infinite possibilità per ognuno di essere autentico e cangiante: lui, uomo eterosessuale con lo smalto e il rossetto, in smoking o in gonna, si è schierato contro la mascolinità tossica della cultura contemporanea, basata su un’ostentazione della virilità omofoba a sostegno di strutture patriarcali arcaiche e violente, imponendo un nuovo modello di uomo che può esprimere liberamente le proprie emozioni;   
  • Giovanna Botteri, Premio Ischia 2020 come giornalista dell’anno, ha liberato per sempre le giornaliste donne che appaiono in tv dal soubrettismo. Inviata di guerra, è nota per aver seguito numerosi e importanti avvenimenti internazionali (crollo dell’Unione Sovietica, guerra in Bosnia, assedio a Sarajevo, massacro di Sebrenica, ribellione di Valona, rovesciamento del regime talebano, guerra del Golfo; ha anche filmato in esclusiva mondiale sia l’inizio dei bombardamenti su Baghdad del 2003 sia l’arrivo dei carri armati statunitensi): la sua risposta minimale alle accuse di “poca femminilità” in video, lasciando che per lei parlasse il suo mestiere, ha costruito un modello di riferimento per tutte le professioniste mobbizzate o penalizzate per via del loro aspetto fisico.

Chi sarà il premiato o la premiata edizione 2021? Diteci la vostra..

Leggi anche: Ri-scriviamo la storia: da oggi un mondo senza armi nucleari

 

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