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Il miracolo della vittoria: Giorgia Meloni si è imbellita (agli occhi degli editorialisti)

Immagine di copertina

La pesante vittoria di Giorgia Meloni alle ultime elezioni, in cui ha schiacciato gli avversari ma anche gli alleati, ha portato come conseguenza uno strano fenomeno: Giorgia si è imbellita. Ovvio, direte voi, è stata la felicità per il trionfo, inaspettato in quelle dimensioni. Ognuno di noi, quando è felice, diventa più bello, gli si distende la pelle, scompaiono le rughe. L’estetica come conseguenza dello stato d’animo. Giorgia è diventata anche più elegante, più sorridente, più luminosa. Non ha più gli occhi a palla, non ha più le pettinature improbabili, si veste finalmente da donna. Che cosa è successo? Credo di poter affermare con una certa sicurezza che non è merito di Giorgia ma dei reparti di ricerca iconografica dei giornali. Prima del suo grande successo la parola d’ordine dei capo redattore era: voglio le foto più orrende, quelle dove urla, dove ha la faccia contratta, dove ha lo sguardo da pazza, dove è vestita male, dove sembra un’assassina cinque minuti prima del delitto. Quella modello fascio, quella stile comizio Vox. Tra tutte le foto più tremende il redattore capo poi sceglieva la più orrenda. E quella andava in pagina.

Poi l’incredibile vittoria. Di pari passo con gli editorialisti per i quali Giorgia non era più il duce in gonnella ma una donna che si era fatta da sola, piena di senso del dovere, di sensibilità, responsabile, gradita alle grandi potenze, così anche chi era addetto alla scelta delle immagini cominciava a cercare quelle in cui appariva dolce, materna, amorevole, seria, elegante, credibile. Diciamolo: bella. Di quella bellezza che rassicura, come rassicura Mara Carfagna, come rassicura Maria Elena Boschi. Direte voi: nuovi ordini ai fotografi? No, nuove regole di ingaggio. Tiratemi fuori tutte quelle foto che giacciono sepolte dentro i cassetti degli art director, dicono oggi i redattori capo. E così Giorgia Meloni è diventata una strafica.

Io sono innocente. Ho sempre proclamato ai quattro venti che nulla di ciò che pensava e diceva Giorgia apparteneva alle mie convinzioni politiche. E lo proclamavo anche alla stessa Giorgia. Ma proclamavo anche che Giorgia mi era simpatica e che, incredibilmente controcorrente, la trovavo anche carina. Ricordate quando per le strade di Roma comparvero quei cartelloni elettorali che furono contestati dagli avversari politici perché Giorgia vi appariva molto bella? Photoshop! Photoshop! Urlarono scandalizzati i teorici della purezza dell’informazione. Glielo contestai in una delle interviste che le feci, ricordando però che in occasione di una copertina di Panorama sulla testa di Berlusconi erano miracolosamente cresciuti un casino di capelli (“Un omaggio”. mi disse il direttore Carlo Rossella). Giorgia fu meno ipocrita. Negò il photoshop ma ammise che era stata attenta alla scelta delle foto. “Sei portata a scegliere quelle in cui sei bellissima”, mi disse. “Hai mai visto la foto di un cesso su Facebook?”. Come darle torto? Le ricordai che aveva ricevuto grandi complimenti per il suo aspetto da Diego Abatantuono. Lei si schernì. “E’ la gravidanza, hai un’altra pelle, un’altra luce, altri capelli”. Io: “Che cosa dice il parrucchiere?”. Lei: “Dice: ti ho preso che eri una cozza e ti ho trasformato in un gioiello”.

Allora, riassumiamo. Giorgia è molto autoironica. Questa sua dote fu messa a dura prova durante uno spettacolino che con quelli di “Un giorno da pecora” allestimmo nella valle di Comino all’interno del Festival delle Storie inventato ed organizzato da Vittorio Macioce. Su un grande maxischermo proiettammo una foto di Giorgia in costume da bagno. Una foto veramente orrenda, inguardabile, di quelle che le donne fanno a pezzetti e poi bruciano gettandole dentro il caminetto infuocato. Giorgia mi tenne il muso per almeno sei mesi poi mi perdonò anche in considerazione del fatto che sullo stesso maxischermo io avevo proiettato una foto in cui io apparivo schifoso in costume da bagno, grasso e flaccido. Lei, in confronto a me, pareva Monica Bellucci. E torniamo allora alle foto che improvvisamente sono comparse sui giornali italiani. Io credo, sinceramente, che Giorgia oggi presti più attenzione al suo aspetto. E perché non dovrebbe farlo? Credo anche che sia contenta che i giornali abbiano smesso di pubblicare le peggio foto che si ritrovano negli archivi contemporaneamente agli editorialisti che hanno smesso di temere la sua mancanza di sentimenti democratici scoprendo all’improvviso la sua correttezza istituzionale. Lei nel frattempo, probabilmente, presta un po’ più di attenzione al trucco e parrucco (come dicono i cinematografari), come fanno tutte le donne da quando è nato il mondo, contribuendo al successo dell’industria cosmetica italiana.

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