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ESCLUSIVA TPI – Detenuto nel carcere di Viterbo, idoneo all’isolamento: si impicca in cella. Lo strano certificato medico di Hassan

Immagine di copertina

Il detenuto egiziano di 21 anni aveva denunciato al Garante di essere stato picchiato dagli agenti e di aver paura di morire. Il giorno dopo la sua morte, arrivano nuove disposizioni dell’Asl per emettere certificati d’idoneità all’isolamento

“Un certificato che non certifica nulla”. È sbalordito l’avvocato Giacomo Barelli mentre tiene tra le mani un foglio, uno solo. Quel che è bastato per mandare in cella d’isolamento Hassan Sharaf.

E lui dopo appena due ore dall’ingresso, s’impicca e muore dopo una settimana di agonia all’ospedale Belcolle di Viterbo. Lo sguardo dell’avvocato si sofferma sul prestampato della Asl e su una casella barrata accanto ad una parola: “idoneo”. Significa una cosa soltanto.

ESCLUSIVO TPI – “Tu qui muori!”: le lettere dei detenuti pestati dentro il carcere di Viterbo

“Un medico avrebbe visitato Hassan e verificato che era in perfette condizioni di salute, fisiche e psicologiche, e che quindi era in grado affrontare la misura punitiva dell’isolamento – spiega Barelli, avvocato nominato dall’ambasciata d’Egitto dopo la morte del ragazzo di 21 anni – La valutazione medica è per legge italiana obbligatoria e indispensabile per stabilire se il detenuto sia in grado di sopportare o meno questa particolare condizione detentiva, seppur temporanea”.

Quel certificato esiste, eppure qualcosa non torna.

Qui il certificato originale:

“Nello stesso documento vengono riportate due date diverse: prima 23 luglio 2018, poi 22 luglio 2018. Probabilmente sono due calligrafie differenti – fa osservare l’avvocato di parte – È totalmente assente l’ora in cui questo certificato è stato redatto, il nome del medico che l’ha visitato perché c’è soltanto una firma che è uno scarabocchio e manca il timbro d’ufficio.

Per sapere chi è andrà fatta una ricostruzione sulla base delle presenze dei medici in servizio, ma di quale giorno: il 23 o il 22? E in quale orario, dato che non c’è?”

Secondo quanto riportato negli atti, Hassan viene trasferito in cella di isolamento alle ore 12.50 del 23 luglio 2018. Alle 14,15 è ancora vivo, alle 14,35 viene trovato dagli agenti di polizia penitenziaria impiccato.

“Il certificato d’idoneità all’isolamento di Hassan – tiene a sottolineare l’avvocato Barelli – lascia molti dubbi sul come, quando e da chi sia stato compilato. È un pezzo di carta, qualcuno potrebbe dire. Ma è un pezzo di carta importante perché la ricostruzione a posteriori della storia detentiva di un ragazzo che aveva denunciato di essere stato picchiato da agenti, che aveva detto di aver paura di morire e che circa un’ora e mezzo dopo l’ingresso in cella d’isolamento viene trovato impiccato, non può che basarsi su pezzi di carta, cioè sugli atti”

C’è un altro spazio rimasto vuoto in quella certificazione. La data di nascita di Hassan.

“Anche se quelli messi in evidenza fossero soltanto degli errori – continua l’avvocato Barelli – indicano comunque la sciatteria, la superficialità con cui vengono eseguiti dei passaggi formali rilevanti per la vita di un detenuto, in questo caso di 21 anni. Se si è impiccato poco dopo l’ingresso, forse, non era così idoneo a stare isolato in cella”.

Sembra incredibile, ma oltre a questo modello prestampato non c’è nessuna documentazione in allegato. Nessuna anamnesi medica, nessun accertamento clinico e nemmeno un referto di una visita da parte di uno psicologo o di uno psichiatra. Eppure anche per ottenere un certificato d’idoneità all’attività sportiva non agonistica, soltanto per fare un esempio, occorre tra le altre cose, un elettrocardiogramma.

Intanto, mentre la Procura di Viterbo indaga contro ignoti per istigazione e aiuto al suicidio, sappiamo che il giorno dopo la morte di Hassan accade qualcosa.

È il 31 luglio 2018. Il responsabile di medicina penitenziaria dell’Asl di Viterbo invia una circolare a tutto il personale medico e agli specialisti psichiatri con nuove disposizioni per il rilascio del certificato d’idoneità a sopportare il regime d’isolamento.

Le nuove linee, dalla validità immediata, vengono inoltrate, tra gli altri, anche al direttore del carcere e al comandate della polizia penitenziaria del carcere.

TPI è in grado di riportarvi testualmente il contenuto.

“A seguito dei recenti drammatici episodi con esito infausto avvenuti nel reparto di isolamento dell’istituto (suicidio di Hassan, ndr) si dispone che all’atto della compilazione del certificato di idoneità psico-fisica al regime di isolamento disciplinare il medico certificatore si accerti scrupolosamente delle condizioni psico-fisiche del detenuto tramite una accurata raccolta dell’anamnesi, una valutazione attenta del diario clinico e un esame fisico completo. In particolare va presa in considerazione la valutazione recente (entro massimo 2 settimane) del detenuto da parte dello psichiatra o dello psicologo e il relativo giudizio.

In assenza di recente valutazione psichiatrica/psicologica va richiesto videat psichiatrico al primo ingresso e momentaneamente negata l’idoneità all’isolamento fino a giudizio diverso dallo specialista”.

Se in Egitto la storia di Hassan è diventato un caso di Stato, tanto che l’ambasciata egiziana ha nominato un proprio legale, l’avvocato Giacomo Barelli, in Italia il legale d’ufficio di Hassan, Massimiliano D’Angeli, pare che del giovane non sappia proprio nulla. Alla nostra richiesta di informazioni ha risposto: “In concreto non ho svolto alcuna attività difensiva nè ho mai incontrato il ragazzo, pertanto non sono in grado di fornirle alcuna informazione”.

“Il sistema penitenziario ha fallito – conclude l’avvocato Barelli – non perché si tratta di una persona sola in Italia, ma perché si tratta di una persona sola. E quindi, questa solitudine pone una maggiore responsabilità nei confronti di chi ne ha la custodia, cioè lo Stato”.

Qui tutta la storia di Hassan, raccontata per Popolo Sovrano – Rai2, suicida a 40 giorni dalla libertà in un carcere che avrebbe dovuto lasciare già da tempo per essere trasferito in un istituto penale minorile. Una storia piena di misteri e solitudine. 

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