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Il ragazzo sordo che ogni anno partecipa alla corsa dei tori di Pamplona

Immagine di copertina

Sergio Colas, cittadino di Pamplona, si unisce ogni estate a centinaia di altri corridori locali pur non potendo sentire lo scalpitare dei tori alle sue spalle

S&D

Una delle più note attrazioni turistiche della Spagna è
sicuramente la corsa dei tori di Pamplona, che ogni estate riunisce migliaia di
abitanti locali e di turisti da tutto il mondo per assistere a uno spettacolo
controverso e pericolosissimo.

Nel corso dell’ultimo secolo, 15 persone sono morte nella
festa di San Fermìn, e molti vengono feriti ogni anno per essere stati
incornati dai tori alla carica per le vie della città.

Tra i partecipanti che nonostante tutto questo continuano
ogni anno a prendere parte attivamente all’evento c’è Sergio Colas, cittadino
trentacinquenne di Pamplona che si unisce a centinaia di altri corridori locali,
​​ma a differenza loro non riesce a sentire i boati della folla o lo scalpitare
dei tori alle sue spalle.

Colas è infatti sordo dalla nascita, e deve fare affidamento
sul movimento della massa di persone intorno a lui per completare la corsa
lunga quasi un chilometro senza rimanere incornato o calpestato dai tori che lo
inseguono, che possono pesare fino a 650 chili.

Il 35enne dice che la sua sordità può anche essere un
vantaggio, visto che il frastuono della festa può distrarre i corridori dal
pericolo. “La cosa più importante nella corsa dei tori è quello che si vede, e io
vedo più degli altri”, dice Colas, che quest’anno celebra i vent’anni di
partecipazione all’evento.

Quando corse per la prima volta all’età di 15 anni, sua
madre lo venne a sapere solo quando le capitò di vedere una foto del figlio in
un giornale locale. Se inizialmente la reazione non fu delle migliori, poco a
poco anche lei ha accettato l’idea, visto che la corsa con i tori è una
tradizione di famiglia e suo marito vi prende parte da 40 anni.

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