I migranti che si sono cuciti la bocca
Lungo la frontiera tra Grecia e Macedonia, chiusa da fine agosto, è in corso una protesta dei migranti bloccati al confine e costretti a vivere in condizioni disagevoli
Nella giornata di 23 novembre alcuni migranti di origine iraniana, pachistana e marocchina hanno protestato di fronte alla polizia macedone contro la decisione di chiudere la frontiera tra Grecia e Macedonia. Durante la manifestazione, sei degli uomini di origine iraniana si sono cuciti la bocca con un filo di nylon e sono rimasti seduti di fronte alla polizia macedone per tutto il giorno.
Un gruppo di bangladesi ha scritto sul petto frasi in rosso come: “Sparateci, non torneremo mai indietro”, oppure “Sparateci o salvateci”. Un giornalista dell’agenzia Reuters Matt Robinson ha chiesto ad alcuni dei rifugiati che si trovavano al confine quale fosse la loro meta. Hadmin, un ragazzo iraniano di 34 anni laureato in ingegneria elettronica, ha dichiarato: “In qualsiasi Paese libero nel mondo. Non posso tornare indietro, mi ucciderebbero”.
La frontiera tra Grecia e Macedonia, che era stata chiusa alle fine di agosto del 2015 per poi essere parzialmente riaperta, è stata definitivamente serrata giovedì 19 novembre. I migranti sono bloccati alla frontiera, costretti a vivere in condizioni disagevoli.
Le basse temperature che già hanno colpito parte dell’Europa mettono ulteriormente a rischio la vita di molti rifugiati, che potrebbero morire di freddo a causa dell’inadeguatezza delle strutture di accoglienza.
(Qui sotto il video delle proteste del quotidiano britannico The Guardian)