Il paradiso terrestre che rischia di scomparire
Negli ultimi 30 anni è andata perduta oltre la metà della Grande barriera corallina, un ecosistema unico classificato come patrimonio dell'umanità
Negli ultimi 30 anni è andata perduta oltre la metà della Grande barriera corallina. Nonostante la continua erosione, è ancora la più grande barriera di coralli al mondo e si estende per oltre 2.300 chilometri, parallela alla costa nordorientale dell’Australia. Secondo quanto riporta l’organizzazione ambientalista Greenpeace, è l’ecosistema che ospita il maggior numero di specie animali e vegetali della terra.
Il 1 luglio l’Unesco ha annunciato di non voler includere la barriera corallina nella lista dei patrimoni dell’umanità a rischio, cedendo alle pressioni dell’Australia. Se la proposta fosse stata approvata, il governo australiano avrebbe dovuto limitare le sue attività marittime, l’espansione urbana lungo le coste e l’estrazione di carbone nella regione di Queensland.
Con questa decisione, l’Unesco ha voluto premiare gli sforzi del governo australiano nel limitare le attività portuali sulla costa orientale e l’introduzione di un divieto sugli scarichi di detriti in mare.
Il fotografo Reuters David Gray si è recato nell’isola Lady Elliot, nella punta meridionale della Grande barriera corallina. Si tratta della parte meglio preservata della barriera ed è proprio qui che l’Unesco ha inviato il suo team di esperti ad analizzare i fondali marini.
Felicity Wishart, direttore della campagna Great Barrier Reef per l’organizzazione Australian Marine Conservation Society, ha detto a Gray che non si tratta di un caso: “Questa è l’isola più bella del sistema corallino. Si trova nella parte esterna, mentre i danni più consistenti si trovano vicino alla terraferma”.
Diversi scienziati hanno confermato che la barriera è “in condizioni povere e sta deteriorando”, come riporta il quotidiano The Guardian. La causa principale è il cambiamento climatico, a cui si aggiungono l’inquinamento dalla terraferma, i cicloni e le stelle di mare che si attaccano ai coralli.