Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 04:05
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Crisi Yemen, ospedali distrutti o irraggiungibili: madri e bambini muoiono senza cure

Immagine di copertina

“Molte donne con complicanze durante il parto e genitori di bambini malati in Yemen non possono raggiungere in modo sicuro e tempestivo le cure di cui hanno bisogno, spesso con conseguenze letali”: è la drammatica situazione denunciata nel nuovo rapporto di Medici Senza Frontiere (MSF) dal paese, devastato da quattro anni di guerra.

Leggi anche: Papa Francesco: “Le armi cessino di insanguinare Libia, Siria e Yemen”

Il rapporto MSF “Parti complicati, madri e bambini yemeniti muoiono senza cure” delinea l’impatto della guerra su donne incinte, neomamme e bambini sotto i quindici anni –tra le fasce di popolazione più trascurate e vulnerabili in Yemen – secondo quanto osservato dalle équipe mediche di MSF nei governatorati di Taiz e Hajjah.

Secondo l’organizzazione non governativa, tra il 2016 e il 2018, 36 donne e 1.529 bambini, di cui 1.018 neonati, sono morti nell’ospedale di MSF a Taiz Houban, nel governatorato di Taiz, e nell’ospedale di Abs, supportato da MSF, nel governatorato di Hajjah. A Taiz Houban, quasi un terzo dei bambini e neonati erano già deceduti all’arrivo in ospedale.

Molti neonati arrivati nelle strutture di MSF erano sottopeso alla nascita o erano nati prematuri a casa o in piccole cliniche private. Le cause più comuni dei decessi, sono la nascita prematura, l’asfissia e la sepsi neonatale.

Dopo quattro anni di guerra, le parti in conflitto e i loro alleati internazionali hanno provocato il collasso del sistema sanitario pubblico nel paese, che non riesce a soddisfare i bisogni di 28 milioni di yemeniti. 

“Nona caso, l’alto numero di decessi di bambini e neonati è in gran parte legato a fattori causati direttamente dal conflitto: la scarsità di strutture sanitarie funzionanti, le difficoltà delle persone nel raggiungerle, l’impossibilità di soluzioni alternative. Molte persone devono attraversare le linee del fronte, passare attraverso terre di nessuno o negoziare il passaggio attraverso più posti di blocco per raggiungere un ospedale ancora funzionante”, denuncia la Ong.

Anche alcune madri e bambini ammessi all’ospedale di Taiz Houban hanno attraversato le linee del fronte. Questo li espone a un pericolo fisico oltre ad aumentare in modo esponenziale i tempi del viaggio. Prima del conflitto, i residenti di Houban, alla periferia di Taiz, potevano raggiungere un ospedale pubblico nel centro città in dieci minuti, mentre oggi il viaggio per raggiungere le cure può durare fino a sei ore.

“La distanza dalle cure mediche è un problema enorme” spiega Sadeqa, ostetrica di MSF nell’ospedale Abs. “I pazienti non possono spostarsi a causa di attacchi aerei e combattimenti, e non escono di notte per paura di essere attaccati. Una volta un’auto è stata colpita da un attacco aereo che ha ucciso tutte le persone a bordo”.

Proprio questa settimana, un ospedale supportato da MSF a Taiz è stato costretto a sospendere temporaneamente le attività a causa di rinnovati combattimenti in città. Le violenze hanno provocato la chiusura dell’unico ospedale pubblico rimasto nell’area in grado di fornire cure materno-infantili e ora sta impedendo al personale medico umanitario di raggiungere l’ospedale.

I problemi di sicurezza non riguardano solo le persone che hanno bisogno di cure mediche, ma colpisce anche il personale medico che fornisce le cure” dichiara Jana Brandt, consulente per le operazioni di MSF in Yemen. “Il nostro staff ospedaliero preferisce fare un turno notturno di quattordici che lavorare otto ore durante il giorno, pur di non dover viaggiare di notte su strade estremamente insicure“.

Oltre a temere i rischi lungo il tragitto, le persone temono anche che l’ospedale stesso possa essere attaccato, un’altra costante della guerra in Yemen.

Gli ostacoli che impediscono a madri e bambini di raggiungere gli ospedali sono rafforzati dalla vulnerabilità economica di molte famiglie. Prima dell’inasprirsi del conflitto nel 2015, la maggior parte dei servizi medici in Yemen era fornita da strutture sanitarie private, a costi relativamente sostenibili. Oggi, la capacità degli yemeniti di accedere a cure sanitarie di qualsiasi tipo è diminuita drasticamente perché il conflitto ha devastato l’economia e svalutato i risparmi, lasciando la maggior parte delle persone dipendente dalla limitata sanità pubblica disponibile.

La disperata condizione di madri e bambini che hanno bisogno di cure non è limitata a Taiz e Hajjah, ma si riscontra in tutto il paese, in particolare nelle zone più colpite dalla guerra.

Di seguito il video di Hassan, un bambino di 3 anni, portato in ospedale da sua zia in condizioni critiche:

MSF chiede a tutte le parti in conflitto di garantire la protezione dei civili e del personale medico, di permettere a feriti e malati di accedere all’assistenza sanitaria e di allentare le restrizioni alle organizzazioni umanitarie per permettere loro di rispondere in modo tempestivo agli ingenti bisogni della popolazione. MSF invita infine le organizzazioni umanitarie internazionali ad incrementare la loro risposta, aumentando il personale esperto nelle aree in cui i bisogni sono maggiori e garantendo una fornitura tempestiva e di qualità degli aiuti.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Slovacchia, il primo ministro Robert Fico è "grave ma in condizioni stabili"
Esteri / L'esercito israeliano: “5 soldati a Gaza uccisi da fuoco amico”. Altre truppe israeliane verso Rafah
Esteri / Slovacchia, il premier Robert Fico ferito a colpi di arma da fuoco: “È in pericolo di vita”
Ti potrebbe interessare
Esteri / Slovacchia, il primo ministro Robert Fico è "grave ma in condizioni stabili"
Esteri / L'esercito israeliano: “5 soldati a Gaza uccisi da fuoco amico”. Altre truppe israeliane verso Rafah
Esteri / Slovacchia, il premier Robert Fico ferito a colpi di arma da fuoco: “È in pericolo di vita”
Esteri / La sacrosanta protesta degli universitari di tutto il mondo ci ricorda che la pace non è un dono, ma una conquista
Esteri / Wsj: “Biden procede con pacchetto armi a Israele da 1 miliardo”. Ue: "Con operazione Rafah relazioni con Israele a dura prova"
Esteri / Esercito israeliano: “Operazioni a a Rafah est e Jabaliya”. La Turchia: “A Gaza è genocidio”
Esteri / I tank israeliani avanzano ancora nel campo profughi di Jabalia. Netanyahu: “O noi o loro, i mostri di Hamas”. Gaza: “Più di 35mila morti”
Esteri / Morto a due mesi dal trapianto l’uomo con un rene di maiale
Esteri / Israele colpisce il Nord della Striscia di Gaza. Biden: “Se Hamas rilasciasse gli ostaggi cessate il fuoco anche domani”
Esteri / Yanis Varoufakis fa causa allo Stato tedesco