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G7, Trump vuole chiamare il Coronavirus “virus di Wuhan”. Gli altri stati: “Inaccettabile”

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Trump propone di chiamare il Coronavirus "virus di Wuhan". Credit: Ansa

G7, Trump vuole chiamare il Coronavirus “virus di Wuhan”

La pandemia di Coronavirus è una crisi globale, eppure il G7 non si è ancora pronunciato a riguardo. Le nazioni del gruppo si sono riunite ieri, mercoledì 25 marzo, in videoconferenza per concordare un fronte comune. Gli stati membri, però, non sono stati in grado di concordare una dichiarazione comune formale. Il gruppo si è spaccato su una proposta degli Stati Uniti: denominare la pandemia di Covid-19 “virus di Wuhan” per sottolineare la provenienza cinese del Coronavirus.

Il “virus di Wuhan” è colpa delle informazioni censurate 

La notizia è stata riportata prima dal quotidiano tedesco Der Spiegel e poi confermata dal sito d’informazione statunitense BuzzFeed. Una prima bozza di una potenziale dichiarazione comune diffusa dagli Stati Uniti avrebbe infatti definito l’epidemia di COVID-19 come “virus di Wuhan”. La bozza sarebbe stata fortemente critica nei confronti della gestione della malattia da parte del governo cinese. “I paesi sono obbligati a condividere con gli altri stati informazioni sui potenziali rischi per la sanità globale. Quando le informazioni sono limitate, le conseguenze possono essere devastanti per tutto il mondo”, si legge nel documento. La Cina è accusata di aver censurato informazioni scientifiche vitali. Secondo il governo di Washington, se il governo della Repubblica Popolare Cinese avesse agito con più anticipo, sarebbe stato possibile fermare la diffusione internazionale del virus.

Usa hanno superato una “linea rossa”

La proposta di documento presentata dagli Stati Uniti è stata fermamente rifiutata dagli altri governi secondo i quali “l’uso del termine è inaccettabile“. “Quanto suggerito dal Dipartimento di Stato Usa supera una linea rossa – ha dichiarato un diplomatico europeo alla Cnn – non si può concordare con questa definizione del virus e con il tentativo di comunicarlo così”.

Subito dopo l’incontro, il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha scritto sul suo Twitter: “Con la sfida globale senza precedenti di fronte al “virus di Wuhan”, la cooperazione con i nostri partner è più importante che mai”. A rispondere il Ministero degli Esteri cinese che ha accusato Pompeo di aver contrastato il consenso internazionale e stigmatizzato la Cina, screditandone gli sforzi per combattere l’epidemia.

Rapporti sempre più tesi

I rapporti tra Cina e Stati Uniti si fanno sempre più tesi. Appena in giorno prima dell’incontro del G7 il presidente americano Donald Trump ha accusato l’OMS di essere di parte con la Cina. Anche in quella occasione, durante la conferenza stampa, Trump ha ripetutamente chiamato il Covid-19 “virus di Wuhan”. Nel frattempo negli Stati Uniti continua veloce la diffusione del Coronavirus, così come gli episodi di razzismo e xenophobia nei confronti dei cittadini asiatici.

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