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Home » Esteri

Guerra Siria | Attacco Trump: gli ultimi aggiornamenti

Immagine di copertina
Secondo quanto riporta la tv di stato siriana, le forze militari filo-Assad hanno subito fatto entrare in azione i dispositivi anti-aerei per contrastare i raid aerei Usa in Siria.

Il presidente USA Donald Trump ha ordinato di bombardare alcuni importanti siti strategici di armi chimiche controllati dal regime di Assad in Siria. Intervento militare a guida USA con Francia e Regno Unito. Esplosioni a Damasco. Colpiti tre importanti obiettivi

Guerra Siria | Attacco Trump: che succede adesso| Tutti gli ultimi aggiornamenti in Diretta

Il presidente USA Donald Trump ha ordinato un attacco in Siria con una serie di bombardamenti aerei contro alcuni importanti siti strategici di armi chimiche controllati dal regime di Bashar al-Assad. L’intervento militare a guida USA, con il supporto delle forze aere di Francia e Regno Unito, giunge in risposta all’attacco chimico di Douma di una settimana fa, che ha causato la morte di almeno 100 persone.

L’ordine di Trump di bombardare in Siria è stato annunciato in diretta tv, con un discorso di sette minuti circa, quando in Italia erano le 3 di notte e negli Stati Uniti erano da poco passate le 21:00, di venerdì 13 aprile 2018. L’obiettivo dell’attacco aereo in territorio siriano è quello di colpire strutture strategiche dove sono presenti armi chimiche

Il Cremlino ha condannato l’attacco in Siria e ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sull’accaduto. Lo fa sapere, con una nota, il Cremlino, nella sua prima reazione all’attacco coordinato condotto nella notte in Siria da Usa, Francia e Regno Unito.

Siria: cosa è stato bombardato questa notte

L’attacco si è concentrato su Damasco e Homs ed è avvenuto quando in Siria erano le 4 di notte. Gli Stati Uniti hanno bombardato con i missili Tomahawk (qui cosa sono e come funzionano). Il Regno Unito ha fatto decollare da Cipro quattro Tornados della Royal Air Force (RAF) utilizzando i missili Storm Shadow. Questi bombardamenti si sono concentrati vicino Homs, dove si ritiene che il regime siriano avesse accumulato riserve di armi chimiche. Secondo la televisione siriana nell’attacco ad Homs tre civili sono rimasti feriti.

Nel complesso USA, Regno Unito e Francia hanno bombardato con missili aerei e missili lanciati da unità navali. Sono stati colpiti almeno tre importanti obiettivi: un laboratorio scientifico a Damasco, un sito di stoccaggio per precursori di armi chimiche a ovest di Homs e un posto di comando nelle vicinanze.

Non è chiaro se siano previsti ancora altri raid aerei. Trump ha inizialmente detto che gli USA e i suoi alleati intendono andare avanti sino a quando il regime siriano non cessi l’utilizzo di armi chimiche tout court. Ma poco dopo il segretario alla Difesa James Mattis ha precisato che si tratta di un “one-time shot”.

Un anno fa, ad aprile del 2017, il presidente USA aveva già ordinato di bombardare in Siria, in risposta a un attacco chimico nella provincia di Idlib. Ma i bombardamenti di quest’anno sono stati più intensi e mirati, ha precisato il segretario alla Difesa. 

Secondo alcuni osservatori, tuttavia, l’attacco ordinato da Trump è sembrato contenuto e in ogni caso volto a evitare una possibile risposta da parte della Russia o dell’Iran.

Il coinvolgimento di Regno Unito e Francia

Da Downing Street a Londra, la premier britannica Theresa May fa eco a Trump: “Ho ordinato alle forze britanniche di condurre attacchi coordinati e mirati per ridurre il potenziale dell’armamento chimico del regime siriano e dissuaderne l’uso”, ha detto May, sottolineando il fatto che l’attacco è stato compiuto di comune accordo insieme agli alleati statunitensi e francesi.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha detto che l’attacco sarà “limitato” ai siti strategici coinvolti nell’utilizzo di armi chimiche. Anche l’Australia, tramite il premier Malcolm Turnbull, si è schierata a favore dell’attacco di Trump in Siria. Qui di seguito un video diffuso dall’Eliseo mostra i jet francesi al decollo prima dei raid aerei in Siria.

 

La reazione in Siria

Secondo quanto riporta la tv di stato siriana, in seguito all’inizio dei raid USA le forze militari filo-Assad hanno subito fatto entrare in azione i dispositivi anti-aerei per contrastare i bombardamenti.  La stampa locale riporta che le forze aeree siriane hanno colpito 13 missili a sud di Damasco.

A Damasco sono state avvertite forti esplosioni. La sede di un laboratorio scientifico a Barzeh, distretto di Damasco, è stata colpita perché si tema possa essere una struttura utilizzata per armi chimiche, secondo quanto riporta Reuters.

Un team speciale dell’Onu sulla proibizione delle armi chimiche avrebbe dovuto visitare Damasco per determinare se fossero state utilizzate armi chimiche a Douma. • Armi chimiche: come funzionano e come difendersi da un attacco

 

La reazione della Russia

“Ci saranno conseguenze”. L’ambasciatore russo presso gli USA, Anatoly Antonov, ha immediatamente risposto ai bombardamenti in Siria, dicendo che Trump non ha voluto ascoltare i suggerimenti della Russia di desistere a un attacco in territorio siriano e che questo comporterà delle conseguenze. Il diplomatico ha anche aggiunto che gli Stati Uniti, che a loro volta sono in possesso di armi chimiche, non hanno alcun diritto morale di incolpare altri paesi per il loro utilizzo.

• Siria Ultime notizie | Bombardamenti USA in corso | Diretta

siria news usa russia
Siria | Usa, Trump ha ordinato di bombardare il regime di Assad

Trump ha deciso di bombardare in Siria dopo l’attacco con armi chimiche di Douma: il punto

Almeno 100 persone sono morte e oltre mille sono rimaste ferite in un attacco chimico a Douma, una delle ultime roccaforti in mano ai ribelli nel Ghouta orientale, in Siria.

La maggior parte delle vittime sono donne e bambini, secondo i soccorritori. Come sempre in questi casi, il numero delle vittime varia a seconda delle fonti. Ong altri operatori riportano fino a 100 vittime, uccise dai gas per soffocamento.

Non c’è stata tuttavia ancora una conferma verificata e indipendente circa il fatto che quest’ultimo attacco sia avvenuto con materiale chimico. Il governo siriano, e la Russia, hanno definito la notizia una farsa, sostenendo che sia stata fabbricata ad hoc dai ribelli.

Gli Stati Uniti, nonostante tutto, puntano il dito proprio contro Mosca, che “con il suo incessante sostegno verso il governo siriano detiene la responsabilità” dei presunti attacchi chimici in Siria.

In un tweet il presidente americano, Donald Trump, ha puntato il dito contro il suo omologo russo, Vladimir Putin, e contro l’Iran e ha definito il presidente siriano Bashar al-Assad un “animale”, annunciando che “ci sarà un alto prezzo da pagare”.

“Un altro disastro umanitario senza senso”, ha commentato Trump, che ha quindi esortato ad aprire la zona “immediatamente ai soccorsi e alle verifiche”.

Questo attacco, se verificato, sarebbe l’ultimo di una serie verificatosi con gas e materiali chimici nel Ghouta orientale, che già in passato aveva subito raid al gas sarin e cloro.

In questi giorni, decine di migliaia di civili (compresi i ribelli) avevano iniziato a lasciare la parte orientale del Ghouta, sotto incessanti bombardamenti da parte del governo siriano di Bashar al-Assad, con il sostegno militare delle forze aeree russe.

I Caschi bianchi siriani, che hanno testimoniato l’accaduto in questo ultimo attacco chimico, sono sul fronte dal 2013 per tentare di salvare il più alto numero di vite umane. Qui abbiamo raccontato chi sono, cosa fanno e come si finanziano. Mentre in questo reportage sul campo, Giovanna Loccatelli ha visitato per TPI la sede dei Caschi bianchi a Istanbul, dove vengono addestrati i volontari che rischiano la vita per salvare i civili sotterrati dalle macerie dei bombardamenti. Leggi l’articolo.

Il governo siriano ha già utilizzato armi chimiche? I precedenti

Nell’agosto del 2013 un altro attacco chimico nel Ghouta orientale provocò la morte di centinaia di persone in seguito. In quella occasione, una missione delle Nazioni Unite confermò l’uso del gas sarin da parte del governo siriano, e questa fu la versione ufficiale annunciata anche dalle altre potenze occidentali, nonostante la denuncia da parte di alcune Ong secondo cui anche queste ultime potessero essere state coinvolte.

Proprio un anno fa, nell’aprile del 2017, oltre 80 persone morirono in un attacco chimico sulla città controllata dai ribelli di Khan Sheikhoun, in provincia di Idlib. Anche in quella occasione, un panel dell’Onu ritenne il governo siriano responsabile dell’atrocità. Tuttavia diverse versioni sulla dinamica dell’attacco. furono considerate prima di arrivare a un verdetto finale. • Qui abbiamo spiegato Cos’è un bombardamento chimico e come ti uccide

Cosa ha detto Donald Trump prima di bombardare in Siria: il discorso completo

“Siamo pronti a portare avanti i raid aerei fino a quando il regime siriano non cesserà l’utilizzo di armi chimiche”. Riferendosi al presidente siriano Bashar al-Assad, Trump ha detto: Queste non sono le azioni di un uomo, ma i crimini di un mostro”.

“Quale nazione vorrebbe mai essere coinvolta nell’omicidio di massa di uomini, donne e bambini? La Russia deve decidere se continuare a perseguire questo percorso oscuro o allearsi con le nazioni civilizzate in un’unica forza di pace”.

Qui di seguito il discorso completo di Donald Trump poco prima dell’attacco in Siria:

My fellow Americans, a short time ago, I ordered the United States Armed Forces to launch precision strikes on targets associated with the chemical weapons capabilities of Syrian dictator Bashar al-Assad.

A combined operation with the armed forces of France and the United Kingdom is now under way. We thank them both.

Tonight, I want to speak with you about why we have taken this action.

One year ago, Assad launched a savage chemical weapons attack against his own innocent people. The United States responded with 58 missile strikes that destroyed 20 per cent of the Syrian Air Force.

Last Saturday, the Assad regime again deployed chemical weapons to slaughter innocent civilians – this time, in the town of Douma, near the Syrian capital of Damascus. This massacre was a significant escalation in a pattern of chemical weapons use by that very terrible regime.

The evil and the despicable attack left mothers and fathers, infants and children, thrashing in pain and gasping for air. These are not the actions of a man; they are crimes of a monster instead.

Following the horrors of World War I a century ago, civilized nations joined together to ban chemical warfare. Chemical weapons are uniquely dangerous not only because they inflict gruesome suffering, but because even small amounts can unleash widespread devastation.

The purpose of our actions tonight is to establish a strong deterrent against the production, spread, and use of chemical weapons. Establishing this deterrent is a vital national security interest of the United States. The combined American, British, and French response to these atrocities will integrate all instruments of our national power – military, economic, and diplomatic. 

 We are prepared to sustain this response until the Syrian regime stops its use of prohibited chemical agents.

I also have a message tonight for the two governments most responsible for supporting, equipping, and financing the criminal Assad regime.

To Iran, and to Russia, I ask: What kind of a nation wants to be associated with the mass murder of innocent men, women, and children?

The nations of the world can be judged by the friends they keep. No nation can succeed in the long run by promoting rogue states, brutal tyrants, and murderous dictators. 

In 2013, President Putin and his government promised the world that they would guarantee the elimination of Syria’s chemical weapons. Assad’s recent attack – and today’s response – are the direct result of Russia’s failure to keep that promise.

Russia must decide if it will continue down this dark path, or if it will join with civilised nations as a force for stability and peace. Hopefully, someday we’ll get along with Russia, and maybe even Iran – but maybe not. 

I will say this: The United States has a lot to offer, with the greatest and most powerful economy in the history of the world.

In Syria, the United States – with but a small force being used to eliminate what is left of ISIS – is doing what is necessary to protect the American people. Over the last year, nearly 100 per cent of the territory once controlled by the so-called ISIS caliphate in Syria and Iraq has been liberated and eliminated.

The United States has also rebuilt our friendships across the Middle East. We have asked our partners to take greater responsibility for securing their home region, including contributing large amounts of money for the resources, equipment, and all of the anti-ISIS effort. 

 Increased engagement from our friends, including Saudi Arabia, the United Arab Emirates, Qatar, Egypt, and others can ensure that Iran does not profit from the eradication of ISIS.

America does not seek an indefinite presence in Syria under no circumstances. As other nations step up their contributions, we look forward to the day when we can bring our warriors home. And great warriors they are.

Looking around our very troubled world, Americans have no illusions. We cannot purge the world of evil, or act everywhere there is tyranny.

No amount of American blood or treasure can produce lasting peace and security in the Middle East. It’s a troubled place. We will try to make it better, but it is a troubled place. The United States will be a partner and a friend, but the fate of the region lies in the hands of its own people.

In the last century, we looked straight into the darkest places of the human soul. We saw the anguish that can be unleashed and the evil that can take hold. By the end of the World War I, more than 1 million people had been killed or injured by chemical weapons. We never want to see that ghastly specter return.

So today, the nations of Britain, France, and the United States of America have marshaled their righteous power against barbarism and brutality.

Tonight, I ask all Americans to say a prayer for our noble warriors and our allies as they carry out their missions.

We pray that God will bring comfort to those suffering in Syria. We pray that God will guide the whole region toward a future of dignity and of peace.

And we pray that God will continue to watch over and bless the United States of America.

Thank you, and goodnight. Thank you. 

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